Continuo a guardarmi intorno. C'è qualcosa di diverso in questa casa. Non riesco a capire proprio cosa sia. Mi sono fissata sul capire cosa trovo di diverso nella casa che ultimamente sono sempre pensierosa. Ho una strana sensazione. Per ogni minimo rumore, salto subito sul chi va là. C'è qualcosa che mi inquieta. Cerco di rilassarmi, ma controllo tutti i dettagli della casa con la vista. <<Lottie..?>> mi richiama Jess. <<dimmi..>> rispondo tutto d'un fiato. Mi sono spaventata quando mi ha chiamata prima. Cerco di non darlo a vedere così non farà domande, ma cazzo è di Jess che stiamo parlando! Noterà qualcosa di sicuro! Devo stare calma! << quando devi rientrare a lavoro?>> chiede. Accidenti. Ho evitato questo discorso ogni volta. Non gli ho ancora detto nulla. Prima o poi devo parlarne. <<non devo rientrare più Jess>> dico alzandomi dal divano dove mi ero appena seduta per andare in cucina a bere un po d'acqua. Magari mi aiuta a calmarmi. Sto bene. Sto bene. Devo solo calmarmi un po. <<cosa significa..?>> dice seguendomi in cucina <<non ho più un lavoro,Jess>> dico alzando lo sguardo su di lei. <<per quale motivo?>> insiste <<non mi va di parlarne>> dico, superandola per ritornare nel salone << non ti va di parlarne?? Tu adesso sputi il rospo>> dice insistente, seguendomi come un cagnolino. Continuo a girare a vuoto nella stanza, sono agitata. Mi sta agitando questa discussione <<basta..non voglio parlarne ho detto>> dico fredda con un tono di voce leggermente più alta del dovuto. <<hai pure il coraggio di alzare la voce?>> dice Jess arrabbiata. Io non le rispondo <<parlo con te!>> dice ed io continuo ad ignorarla. <<adesso mi spieghi come faremo a coprire le spese senza il tuo lavoro? L'affitto, la spesa, le bollette. Non posso fare tutto io. Il mio stipendio non riesce a coprire tutto. I ragazzi mi hanno già aiutato il mese scorso non posso chiedere di aiutarmi un'altra volta. Come faremo? Eh? Non pensi che io debba avere una spiegazione? Eh?>> dice Jess arrabbiatissima con il volto in fiamme <<adesso mo hai proprio rotto i coglioni Jess>> dico guardandola fredda e calma. Non mi riconosco nemmeno io. L'argomento Fabio è doloroso per me. Lei non riesce a capire. Dappertutto c'entra lui. E non ne posso parlare. Non ci riesco a dire che anche per colpa sua ho perso il lavoro. Mi sento nervosa. Sono passate quattro settimane da quando sono uscita dall'ospedale e mi hanno costretta a stare a casa. Per poco non mi incatenavano anche. Ho bisogno di aria. Sentire Jess che si lamenta per tutto, mi da ansia. Voglio stare sola lontano da tutto. Prendo la giacca e vado via. Raggiungo una stradina dietro il palazzo dove abitiamo. Sento ancora la voce di Jess che mi grida nelle orecchie. Cerco di non pensare a nulla. Vorrei solamente pace. La mia mente ha bisogno di pace. Continuo a camminare senza una meta. Non sono mai stata da queste parti. Sembra un posto molto tranq. Non c'è nessuno nella strada. Sento alcune gocce d'acqua bagnarmi il viso. Comincia a piovere. Dannazione devo ripararmi. Vedo una porta di un locale aperto. Corro in quella direzione. Entro dentro. Le luci sono soffuse. Anche questo locale sembra tranquillo. Poco frequentato. Sembra una taverna. Ci sono solo tre persone sedute ad un tavolo che sorseggiano del vino. Sento molto freddo. La pioggia mi ha bagnata un po. Mi siedo ad un tavolo. Meglio ordinare qualcosa. Una ragazza si avvicina al mio tavolo. Ha i capelli rosso fuoco. Saltano subito all'occhio come il suo braccio ricoperto di tatuaggi. Ha un grembiule intorno alla vita. Deve essere la cameriera. <<salve, cosa posso portarti?>> chiede. Guardo il menù che trovo sul tavolo. Poi mi blocco un attimo. Ho preso solo la giacca e non ho i soldi con me. E adesso? Che figura di merda! <<scusami.. non posso ordinare nulla! Ho dimenticato i soldi.>> dico imbarazzata. Le mi fissa per qualche secondo <<guarda, ti porto un bicchiere di vino per scaldarti. Offre la casa>> dice sorridendo mentre si allontana. Ha notato che tremavo dal freddo. Ritorna subito dopo con due bicchieri in un vassoio. Si siede di fronte a me e allunga il bicchiere nella mia direzione. <<piacere, io sono Giulia.>> porgendomi una mano. <<sono Carlotta, piacere>> dico stringendo la sua mano. <<ma puoi chiamarmi Lottie.. se vuoi>> dico ritornando a sorseggiare il vino. <<è stato molto gentile da parte tua offrirmi del vino.. non dovevi.. non devi rimetterci a causa mia>> dico guardandola << oh, no, no. Non ci rimetto nulla. Questo locale è di mio nonno. Posso permettermi tranquillamente di offrire quello che voglio a chi voglio>> dice con un sorrisetto alle labbra. Riesce a far sorridere anche me. <<grazie..>> sussurro. Ritornando tra i miei pensieri. Non ho il cellulare con me. Forse Jess avrà chiamato Alex e mi staranno cercando. << vieni con me. Ti porto da una parte>> dice Giulia. Si alza tirandomi per un braccio. Io non oppongo resistenza e mi faccio trascinare da lei. Usciti fuori dal locale, non piove piu. Camminiamo senza capire dove siamo diretti. Non conosco questo quartiere ma non dico nulla. Imbocchiamo un vicolo molto stretto. Questo vicolo ci porta dritti in una piazzetta. Ci sono molti ragazzi. Tutti coetanei. Hanno lo stile di Giulia e io mi sento un pesce fuori d'acqua. Mi fissano tutti. Una ragazza dai capelli corti e neri come la pece con delle ciocche verdi si avvicina a noi con lo sguardo un po accigliato. <<chi è questa qui amo?>> dice la ragazza. Continua a guardarmi male. <<lei è Lottie.... Lottie ti presento Sara, la mia ragazza>> dice Giulia presentandomi la ragazza. <<piacere>> dico tendendo la mano <<piacere mio>> dice Sara stringendo la mia mano. Una stretta decisa, come per mettermi in guardia. Cara a me piacciono i maschietti! << tieni.. rilassati un po. Sei troppo agitata.>> dice Giulia passandomi dell'erba. <<oh, no no grazie>> rifiuto <<non è nulla.. ti aiuta solo a rilassarti la mente. Non voglio sapere cosa ti turba. Voglio solo che non pensi a niente>> dice insistendo. Non mi sembra il caso. Mi ripeto come un mantra in testa. Ma forse si. Mi faccio troppi problemi. Rilassiamoci un po. Prendo la cannetta che mi porge Giulia e inizio a fumare. L'effetto si sente immediatamente. Mi sento più sciolta. Più rilassata. Rido. Sono molto simpatiche queste persone. Non ti giudicano. Non chiedono. Ridono. Si divertono. Vivono. Senza rompere le palle al mondo intero. Mi piace questo universo parallelo. Ognuno di questa gente ha un passato alle spalle, una vita. Ma varcando la soglia di questa piazzetta tutto il mondo rimane fuori, insieme ai nostri problemi.
Senza rendemene conto ho fumato parecchio. Mi sono fatto dei nuovi amici che verrò a trovare molto spesso. Mi sento moooolto rilassata sta sera. Credo che andrò a dormire un po. Mi alzo e saluto Giulia con un cenno della mano. Non riesco a reggermi molto bene.. mi gira la testa. È una sensazione bellissima. Questa quiete. La calma appagante. Mi sento un altra persona. Cammino per le stradine, sono le 08:00 del mattino. Oggi è Sabato, credo. Per le strade non c'è anima viva. Mi piace questo silenzio. Sembra che in questo quartiere la città dorme sempre. Bellissimo. Mi sento meravigliata. È da molte ore che sono via da casa. Sicuramente sono in pensiero per me. Ma chi se ne frega! Non ci penso proprio. Bella questa tranquillità.
Arrivo a casa. Salgo le scale. Apro la porta e vedo un Alex, un po impannato, venirmi incontro. << oh mio dio.. Alex.>> dico infastidita dalla sua stretta. <<non riesco a respirare>> tossisco. La calma, la quiete, la tranquillità.. è durata molto poco. Lo so. Adesso mi tocca affrontare tutti. Ma non mi va. Sento la voce di Jess che mi parla, quella di Alex.. Luca mi sta fissando senza dire niente. Strano. Lui è sempre il primo a commentare tutto. Continuano a riempirmi di domande. Io non gli presto attenzione a nessuno di loro. Quasi, quasi ritornerei da Giulia e i miei nuovi amici. Loro si che mi capiscono. Continuo ad ignorarli togliendomi la giacca. La mia testa è vuota. Non sento nulla. Cammino in direzione del mio letto. Vedo le loro bocche muoversi ma non emettono alcun suono. Bellissimo. Questa erba è magnifica. Sono riuscita a togliere l'audio fastidioso dalla loro bocca. Li guardo beata e mi lascio cadere sul letto. Adesso ho sonno. Credo che dormirò un po.
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Colpa del destino
RomanceLei è Carlotta, una ragazza siciliana. Semplice , la tipica ragazza acqua e sapone con il fascino mediterraneo. Ha lasciato la sua terra per studiare letteratura a Milano, insieme alla sua migliore amica Jessica. Ma quando tutto sembra aver trovato...