capitolo 17

18 2 0
                                    

L'ascensore si ferma al terzo piano. Nessuno dei due ha detto una parola. Io non ho più nulla da dirgli. Esco fuori dall'ascensore e mi dirigo verso la camera 203. <<mi dispiace per quello che è successo!>> dice Fabio dietro di me. Io lo ignoro cercando di aprire la porta della camera. Dannata tecnologia. Tutto digitale. <<sono venuto più volte a trovarti in ospedale ma mi hanno cacciato via.. dicendomi che non volevi vedermi..>> ma che dice? Ha la voce rotta.. << io lo capisco benissimo. Non volevi vedermi ed è per questo che adesso non mi parli. Ma voglio che tu sappia quando mi dispiace, mi sento tremendamente in colpa per l'incidente>> dice singhiozzando. <<non è colpa tua. Non sentirti in colpa di nulla!>> dico, rimanendo di spalle. Mi dispiace vederlo così. In fondo forse, gli voglio ancora bene. Apro la mia camera e lo guardo << ti va di entrare?>> chiedo e lui annuisce. Si accomoda sul letto mentre io appoggio il mio borsone in un armadio. <<sei diversa!>> dice Fabio guardandomi <<sono cambiata, te l'ho detto!>> dico mentre prendo un pacchetto dalla borsa e mi accendo uno spinello. Avere Fabio di fronte mi agita parecchio. Mi devo rilassare. <<eh.. adesso fumi!>> afferma Fabio indicando l'erba. <<solo quando sono agitata.. mi aiuta a rilassare i nervi>> dico sinceramente.. continuando a fumare. <<cosa ci fai qui?>> dice Fabio <<potrei farti la stessa domanda>> rispondo acida. <<touchè.. giro un video clip in questo hotel>> mi sorride <<mi hanno cacciato da casa mia per questo mio nuovo.. come dire, "vizio??">> dico indicando ciò che sto fumando. <<la vita è tua, fanne ciò che vuoi. Ma non cercare di tovinarla perché ne hai una sola!>> dice avvicinandosi a me e con il pollice mi tira via il labbro dalla stretta dei miei denti <<adoro quando ti mordi il labbro>> si avvicina ancora di più. Ci guardiamo negli occhi. Quegli occhi castani. Quegli occhi che ti perforano l'anima. Il mio cuore comincia a saltare diversi battiti. Il respiro di entrambi è cambiato. È diventato più pesante, più affannoso. Mi mordo un altra volta il labbro. Lui si avvicina di più e questa volta mi bacia. Mi sento così vulnerabile. Non riesco a capire cosa mi sta succedendo. Ricambio il suo bacio. Un bacio euforico, passionale, selvaggio. In me che non si dica, ci ritroviamo nudi, distesi nel mio letto; lui su di me che mi accarezza un seno, mentre io posiziono le mie mani sulle sue spalle per stringerlo di più a me. Mi sono mancate le sue spalle. Mi è mancato tutto questo. Mi è mancato lui. Molte volte ho sognato questo momento.
Il mattino seguente mi ritrovo abbracciata a Fabio. È una sensazione strana. Non è come mi ricordavo. Svegliarsi con Alex di fianco a me è tutta un'altra cosa. È strano. Ho bisogno di fumare un'altra volta mi alzo e trovo la colazione sul tavolino. <<ehi, piccola.. buongiorno>> dice Fabio stiracchiandosi nel letto << buongiorno.. hai ordinato la colazione?>> chiedo mangiando una brioche. Morivo di fame. Non so da quanto tempo non mettevo qualcosa sotto i denti. <<si.. ieri sera non avevamo cenato e ho pensato che avessi avuto molta fame>> dice e io mi rendo conto del ben di Dio che c'è sul tavolo. Annuisco continuando a mangiare di tutto e di più. Ho davvero una Fame da lupi. Fabio si siede di fianco a me e comincia a fare colazione. Quando ho finito mi alzo per prendere dei vestiti puliti << vado a fare una doccia.. devo cercarmi un posto per dormire stasera. Non posso permettermi di stare un'altra notte qui.>> dico dirigendomi in bagno << no puoi stare qui.. è già tutto pagato tranquilla.. posso ospitarti a casa mia se ti va>> dice Fabio. Mi blocco un attimo dopo aver sentito la sua offerta. <<dici sul serio?>> dico incredula <<ma scherzi certo che dico sul serio, piccola.. dai preparati>> dovrei accettare? Non mi sembra il caso. << no, grazie davvero! Non posso accettare>> dico <<ok.. come vuoi. Il mio numero c'è l'hai, in caso dovresti cambiare idea.. non esitare a chiamarmi, la mia offerta è sempre valida per te. Adesso scappo piccola, ho il video tra meno di trenta minuti..ci vediamo dopo>> dice baciandomi tra i capelli. Non è mai stato così dolce con me.
Finisco di prepararmi e scendo giù in reception per consegnare la chiave. Trovo di nuovo la bionda di ieri. << la sua camera è stata già saldata signorina Russo, grazie per aver scelto il nostro hotel>> la ringrazio e congedo. Vado verso la mia auto e trovo un bigliettino sopra..

Se vuoi fumare devi pagare. In questo mondo tutto ha un prezzo. Giulia.

Dannazione.. credevo fosse mia amica. Non dovevo fidarmi di lei. Aveva ragione Luca. Dovevo starci lontana. Strappo il biglietto e apro la macchina, metto il borsone nel sedile posteriore e vado per salire in macchina. Sento qualcuno alle mie spalle, mi strappano i capelli. Cado a terra. Mi arrivano diversi colpi; calci all'addome, in faccia, nelle gambe. Anche diversi colpi con un bastone, dritti alla schiena. Non riesco a vedere i volti. Sono coperti da un passamontagna. Riesco a contarli. Devono essere quattro. Non posso muovermi. Non posso reagire. Mi fa male dappertutto. Adesso hanno smesso. Uno di loro mi si avvicina. Mi fanno male gli occhi. Vorrei aprirli per vedere chi fosse. Ma mi fanno troppo male non c'è la faccio. Sento una vociare distante. Si sono allontanati. Non capisco cosa dicono. Sento una voce molto vicina questa volta. <<adesso siamo pari.. non venire più da noi senza i soldi.. o la prossima volta ti pentirai di essere nata>> è la voce di Giulia.. <<brutta stronza..>> dico a fatica mentre lei mi da un'altra calcio dell'addome.
Sono rimasta immobile sull'asfalto vicino la mia auto. Sento la pelle del viso dolorante gonfiarsi. Vorrei chiedere aiuto ma non ho la forza di parlare. Mi sento strana. Ho un gusto strano alla bocca. Forse è sangue. Per favore qualcuno mi aiuti. Ma come mi sono ridotta? Che cazzo ho combinato? Per un po d'erba? Ho deluso tutti! Ma di più.. ho deluso me stessa! Mi faccio schifo da sola! Mi sono persa. Mi sono lasciata ingannare da quella lesbica del cazzo. Credendo che fosse sincera. Non ero una persona che regalava la fiducia al primo che incontra ma lei riusciva a darmi una sensazione positiva.. la credevo un'amica sincera. Che stupida che sono stata. Mi diceva che ero una di loro. Che l'erba che mi dava era un regalo che mi faceva lei personalmente per la mia amicizia. Che stronza. <<ehi, piccola.. come stai?>> santo cielo.. grazie <<aiutami Fabio>> dico allungando una mano << adesso ti porto in ospedale..>> dice prendendomi in braccio facendo attenzione e appoggiandomi sul sedile posteriore della mia auto. Mi fa male dappertutto. <<no, portami a casa mia>> dico prima di svenire.

Colpa del destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora