capitolo 23

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Finalmente siamo appena arrivati in Sicilia. Il volo è durato solo un'ora. Mi sento stanchissima. Stiamo aspettando le nostre valigie. Luca è ancora molto scettico riguardo questo viaggio. Non ha detto nemmeno una parola da quando l'aereo è decollato da Malpensa. Jess è molto eccitata all'idea di poter rivedere la sua famiglia. Anche Alex è molto taciturno. Mi tiene stretta a se, come per proteggermi. Anche se non so da cosa lui mi voglia proteggere, questo senso di protezione che lui mi da mi piace. È vero. Se c'è una cosa che alle donne piace di un uomo è quel senso di protezione che riesce a dare alla sua donna. Non da padre ma, da uomo. Più i giorni passano più m'innamoro di lui. C'è chi s'innamora degli occhi, chi del sorriso e chi delle labbra. Io mi sono innamorata senza sapere precisamente il perché, forse perché non mi serve una ragione per amarlo. Lui è perfetto in ogni cosa.
Finalmente arrivano le nostre valigie. Jess sta raccontando alcuni aneddoti buffi di quando vivevamo ancora qui. Io ero immersa nei miei pensieri e non stavo ascoltando. Non mi importa tanto ricordare momenti felici. Domani è il secondo anniversario della morte dei miei genitori e sinceramente, non ho molta voglia di ridere. Prendo la mia valigia ma Alex non mi lascia fare e prende la con sé. Li mettiamo in un carrello è ci dirigiamo all'uscita. Dovremo cercare un taxi. Mentre siamo già fuori l'aeroporto, mi dirigo insieme ad Alex nella piazzetta di sosta dove ci sono molti taxi che aspettano. Luca e Jess sono rimasti indietro. Sento gridare il mio nome <<Lottieeeee>> un ragazzo dai capelli biondi e ricci mi chiama <<Ivan>> grido e corro incontro a lui. Ci abbracciamo. Un abbraccio pieno di affetto. Mi è mancato. <<come stai? ti mantieni in forma eh?>> dico e lui mi sorride abbracciandomi un'altra volta più forte. << mi sei mancata!>> dice. Alex è diventato cupo in viso. Devo presentarglielo prima che fraintenda. Sento tossire alle mie spalle << dico.. quando avete finito, vorrei anche io abbracciare mio fratello>> dice Jess << Prego è tutto tuo!>> dico sorridendo e mi allontanò da Ivan per prendere la mano del mio uomo che se ne sta in disparte insieme a Luca. << Ivan, ti presento Alex il mio ragazzo..>> dico e Alex allunga la mano per stringere quella di Ivan. << e questo, caro fratellone è Luca il mio ragazzo>> dice Jess e anche Luca stringe la mano di Ivan. << ok.. adesso che ci siamo presentati tutti, mi dici cosa ci fai qui?>> dico e Ivan abbassa il capo. <<Cosa c'è? Non ti offendere.. il fatto è che non lo sapeva nessuno che dovevamo venire.. doveva essere una sorpresa per la tua famiglia.. per questo mi stranizza il fatto che tu sei qua>> continuo a parlare. Ivan alza il capo e mi guarda. Il suo viso ha cambiato espressione. Adesso non sorride più. << anche a me ha stranizzato vedervi qui.. sono felice per questo.. è stata una bella sorpresa, dico davvero. Ma sono qui per venire a prendere Fabio. Il suo volo dovrebbe atterrare proprio adesso.>> dice Ivan. << Fabio?>> dice Jess rivolgendosi al fratello. <<si.. ieri mattina è morta sua nonna>> dice con un tono triste. << capisco.. mi dispiace per lui.>> dico mentre allaccio il mio braccio alla vita del mio uomo. Alex posa il suo braccio sulla mia spalla. E mi sussurra <<tutto ok?>> annuisco e accenno un debole sorriso. Ma in verita, non ne sono sicura.. Mi dispiace per la nonna di Fabio. Era una brava signora. Ma non mi va di rivederlo. Non qui, dove tutto è iniziato. Non adesso che sto con Alex. Non posso vederlo adesso. So che sarà distrutto per la perdita della nonna. Infondo è stata lei che lo ha allevato. Ho chiuso con lui, ma gli voglio ancora bene. Nonostante tutte le volte che mi ha ferita. Il mio affetto per lui non è mai cambiato. << noi andiamo a prendere un taxi.. ci vediamo dopo ok?>> dico ad alta voce. Forse un po troppo alta. Mi guardano tutti come per dire " ti abbiamo sentita". Mi rendo conto di aver urlato, credo che l'abbia fatto per scacciare via i miei pensieri. Non voglio pensare a Fabio. Non sono venuta qui per questo. Saliamo sul taxi e diamo l'indirizzo dell'appartamento dei miei. Riaprire quella casa dopo due anni, per me sarà faticoso. L'ansia comincia a salire. Stiamo per svoltare l'angolo. Eccoci arrivati. Scendo dal taxi e mi dirigo verso il cancello della villetta a schiera dove abitavano i miei. Prendo le chiavi nella mia borsa. Esito un attimo prima di inserire la chiave. Alex mi prende la mano e mi sussurra <<"ce la puoi fare">> il braccio di Jess si stringe alla mia vita. Anche Luca mi sta supportando accarezzandomi la spalla. Mi faccio forza e inserisco la chiave e apro il cancello. Rimango immobile. Pietrificata. Miliardi di frammenti di ricordi mi sfiorano la mente. Ricordi felici, quando mio padre mi insegnò ad andare in bicicletta, quando annaffiavo il giardino insieme a mia madre. L'altalena, i pranzi estivi nella veranda. Le merende sul prato. Quando ci si preparava per il mare. E le poche volte che non potevamo andarci, ci divertivamo un modo con i gavettoni. Adesso mi immagino come se fossero qui. Davanti la porta d'ingresso che mi aspettano. Che aspettano il mio ritorno con ansia. Come l'ultima volta. Mi immagino che ci sia già il pranzo pronto e loro non aspettano altro che abbracciarmi e andare a pranzare insieme. Mi immagino che il tempo si sia fermato a due anni fa. Ma purtroppo la realtà non è all'altezza della fantasia. E queste immagini che mi accarezzano, sono costretta a cacciarle via. Le lacrime mi rigato il viso. No! Devo essere forte. I miei genitori non avrebbero mai voluto vedermi così vulnerabile e debole. Mio padre me lo diceva sempre. Mi ricordava che potevo essere debole solo in sua presenza. Per ci sarebbe stato lui a proteggermi, ma quando ero da sola dovevo essere forte. Perché le donne forti sono come gli uragani. Diventano indomabili, quasi irraggiungibili. Non si fermano davanti a nulla. Le donne forti sorridono anche se ingoiano le lacrime. Loro, sono le donne che fanno la differenza. Ed io lo devo a loro. Devo essere forte. Prendo tutta la forza che c'è in me ed entro in casa. Nessuno dice una parola. Hanno visto le mie lacrime e non hanno detto nulla. Hanno rispettato quel momento e gliene sono grata per questo. Apro tutte le finestre per far entrare luce in casa. La casa è tutta piena di polvere. Vado in cucina e cerco dei detersivi. Qualcosa ci sarà! Alex e Luca sistemano le valigie in casa. Jess invece è andata a dare un occhiata alle camere.
È quasi mezzogiorno e abbiamo finito di pulire casa. Abbiamo cambiato le lenzuola a due camere da letto. La camera dei miei è rimasta chiusa sotto chiave. Ho già fatto un grande passo aprendo la casa. Ancora non mi sento pronta di aprire il tempio sacro dei miei. Per il momento preferisco che rimanga chiusa, perché li dentro è ancora tutto come l'hanno lasciato loro. << che ne dici di preparare dei spaghetti al sugo?>> mi chiede jess entrando in cucina con delle buste con la spesa << e tu.. quando sei andata a comprare tutto?>> chiedo sorridendo meravigliata. << eri così immersa nei tuoi pensieri che non ti sei accorta di nulla!>> risponde Jess con un ampio sorriso. I ragazzi stanno togliendo l'erbaccia dal giardino. << ok prepariamo la pasta.. I nostri uomini se lo meritano>> dico indicando Alex e Luca che si intravedono dal giardino fuori dalla porta della cucina. Jess mi sorride, l'abbraccio. Gli sono grata per tutto. Una delle migliori sensazioni al mondo è quando abbracci una persona e lei ricambia stringendoti più forte.

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