capitolo 35

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Il lunedì mattina, già di per sé non è un granché.. ma avere un compito in classe nella prima ora è un trauma sia per i ragazzi che per l'insegnante. Sta mattina sono arrivata un'ora prima. Già alle 07:00 in punto ero qui a sistemare i fogli tra i banchi. Sono le 07:45 e qualche alunno inizia ad arrivare. Alle 08:15 la classe è già al completo. <<bene ragazzi, iniziamo>> dico, i miei alunni annuiscono e prendono le penne. <<spostate leggermente i banchi>> sono stata un'alunna anch'io. Non voglio essere stronza come i miei professori ma non voglio nemmeno che copiano tra loro. Sentiamo bussare alla porta. Entra il bidello e mi porge un bigliettino. Lo apro.

A te è impossibile non amarti. Rimango estasiato dalla luce dei tuoi occhi sinceri che risplendono di donna esile, delicata, profumata di gioia. Per vedere i tuoi occhi sorridere camminerei in capo al mondo, cercando sperdutamente ogni minimo riflesso del tuo sguardo. Volerti bene è poco.. amarti, possibile. Credere nei sogni basta poco. Si dice che dei sogni non si deve fare mai il proprio padrone, ma tu.. tu sei un sogno da realizzare a qualunque costo. Sei una delle più belle favole al mondo rimaste nella testa di ogni singola persona. E l'unica cosa che dobbiamo fare noi è continuare all'infinito questa favola affinché nessuno mai la dimentichi. Buona giornata mia unica scimmietta.
                         Matt.

Un sorriso compare sul mio viso. Piego il foglio e lo conservo subito nella mia borsa. Matt è molto tenero. Mi piacciono le attenzioni che mi dà.
<<prof.?>> un'alunna mi richiama dai miei pensieri  <<dimmi..>> rispondo <<non crede che il suo innamorato sia molto antiquato!>> dice indicando il foglio che ho ricevuto. La classe ride alla sua battuta. La guardo e alzo un sopracciglio. Accavallo le gambe e mi appoggio allo schienale della sedia.
<<vedi cara.. sarebbe bene che il tuo pensiero sia rivolto sul compito e su come svolgerlo. Perché dopo la tua affermazione, potresti anche prendere un bel 3.. non credi? Magari divento molto antiquata anch'io! I metodi che usavano i miei professori non erano tanto male sai? Magari diventando antiquata non ci sarà tutto questo buonismo che ho avuto con voi!>> dico sarcastica. Sono stata stronza lo so. <<ma.. p-prof... io..>> balbetta la mia alunna <<se apri un'altra volta quella fottutissima bocca ti ritiro il compito>> rispondo acida. Tutto il resto degli alunni stanno con il capo chino. Nessuno osa guardarmi. Meglio essere rigida con loro. Mi infastidisce quando si intromettono negli affari che non gli riguardano. Io sono il docente e loro gli studenti. Non siamo sullo stesso piano.
La mattinata è volata via. È ora di pausa. Vado verso il bar. Inizio a cercare Matt ma non lo trovo. Devo ringraziarlo di persona per il pensiero di questa mattina. Continuo a vagare con gli occhi ma.. nulla! Non c'è traccia di Matt qui. << ehi ciao>> la voce di Alex mi blocca. Mi volto e lui mi sorride  << ciao>> dico senza ricambiare il suo sorriso.  <<sai in questi giorni ti ho pensato>> dice. Non rispondo. Con gli occhi continuo a cercare il viso di Matt. << ti volevo scrivere. Ti volevo scrivere che mi manchi. Che nonostante tutto quello che sia successo, io a te ci tengo davvero. Ti volevo scrivere che ti amo e che mi mancano i tuoi abbracci. Ti volevo scrivere che ti ho sempre nei miei pensieri. Ti volevo scrivere tutto ciò ed altro.. ma niente. Io proprio non ce l'ho fatta.>> dice. I miei occhi incrociano i suoi. Alle sue spalle arriva la bionda milf. Mette le sue schifose mani sul suo petto e poi lo bacia davanti ai miei occhi. Mi sento schifata dalla vista che ho di fronte. Lei si stacca dalle sue labbra e poi mi guarda soddisfatta. <<Poverina.. che pena che mi fai!>> dico guardandola dall'alto verso il basso. Ci fulminiamo con lo sguardo. Devo mantenere la calma. Ok.. vuole la guerra? Mettiamo le cose in chiaro una volta per tutte. Guardo Alex e mi avvicino di più a lui. << ok, eccoci qui. Hai detto che mi ami davvero, che ci tieni a me. La tua scelta è semplice: lei o me. Io sono sicura che lei è una gran donna, ma vedi.. io sono io. Questo è il modo per di mostrarmi quando tieni a me. Per cui prendi me. Scegli me.>> dico guardando dritta negli occhi Alex. Lui Esita a rispondere per un attimo. Poi prende fiato e risponde. << scelgo Caterina..>> le parole di Alex mi sono arrivate come una doccia di acqua gelida. Come mille coltellate al cuore. <<tesoro ci lasci da soli?>> chiede Alex alla milf. Rimango di pietra. Non riesco a dire nemmeno una parola. <<Scusami ma devo dirti tutta la verità. Adesso>> non so se voglio davvero ascoltare quello che ha da dirmi ma non riesco a muovermi. I muscoli delle mie gambe sembra che non reagiscono più ai miei comandi. <<dopo quello che ti racconterò.. lo so tu mi odierai di piu>> dice Alex, fa una pausa.. <<è da circa sei mesi che va avanti la mia storia con lei. Tu mi trattavi di merda e lei riusciva a darmi conforto. Ma più il tempo passava e più il mio amore per te cresceva. Volevo liberarmi di lei ma non ci sono riuscito. Poi ha scoperto di noi. Del nostro viaggio in Sicilia. Mi ha ricattato. Dovevo lasciarti. Lei è la sorella del preside e poteva farmi perdere il lavoro se non lo facevo. Era questo il motivo per cui non volevo che accettassi questo lavoro. Lei sapeva che ti avevo lasciato. Te l'ho chiesto per non perderti. Ti amo ancora. Ma lei adesso aspetta un figlio da me, l'ho saputo questa mattina. Per tutta questa serie di cose non ho lottato per te. Perdonami!>> dice Alex con le lacrime che gli rigano il viso. Sono impassibile. Non provo nessuna emozione. <<andavi a letto con entrambe.. e pure pretendevi di continuare a farlo..>> dico con un filo di voce <<ti Prego Charlie perdonami>> dice Alex con la voce strozzata dal pianto. << Alex ti perdono ma per me non esisti più.  Non posso più nemmeno stendere un velo pietoso su di te. Mi fai ribrezzo... non ti ho mai chiesto nulla. No avevo bisogno dei baci da film, di regali meravigliosi o di cene spettacolari. A me bastava un tuo sorriso che mi dicesse "guarda un po, fra sette miliardi di persone io amo solo te" ma no, nemmeno questo. Sono stata costretta, a mia insaputa, a dividerti con un'altra donna. Ti perdono ma basta. No parlarmi più.  Non guardarmi più.  Io non esisto per te.>> dico con convinzione. <<credimi.. io amo te>> dice accarezzandomi il viso con la sua mano. << io.. credo solo a me stessa, e già mi fido poco!>> dico acida.  Mi allontano lentamente da lui.  Raggiungo uno dei tavolini del bar e mi siedo. Mi sento distrutta. Non ho emozioni. Non ho rabbia e ne dolore. Non ho voglia di piangere e ne di gridare. Mi sento a pezzi. Ma smettiamola di dire che in amore vince chi fugge, chi lascia, che non vince nessuno. In amore vince chi si fa un culo tanto per dimostrare alla persona che ama che ci tiene veramente. Il vero vincitore è quello che non si dà per vinto e lotta per conquistare ciò che vuole tenersi con sé. Ha dato la colpa di tutto a me. Si è ritrovato in questo vortice per colpa mia. Per come lo trattavo. Lui mi tradisce e la colpa è mia. Dovrei credere che in me c'è qualcosa di sbagliato, che dovrei cambiare. Dovrei imparare a trattare meglio le persone. Ma no. Io tratto come mi trattano. Non vorrei mai essere diversa da come sono. Stronza e acida, testarda e complicata, solare e malinconica, speranzosa e coraggiosa, un mix di tanti ingredienti, mescolati a mille difetti da migliorare. Con altrettanto mille montagne da scalare, con tante lacrime da asciugare, con tanti ostacoli da oltrepassare. Con mille difetti da risolvere. Come tutti d'altronde. Ma dopotutto, se così non fosse, cosa ci insegnerebbe la vita? Da cosa capiremmo i valori importanti dell'esistenza? <<piccola tutto ok?>> Matt si avvicina a me e si siede al mio fianco. Guardo fisso in un punto sul tavolo. Immobile. Non parlo. Poi alzo lo guardo su di lui e avvolgo le mie braccia intorno al suo collo. << in questo momento, ho solo bisogno del tuo abbraccio>> sussurro con la mia testa nell'incavo del collo dii Matt.  

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