Ieri c'è stato il funerale della nonna di Fabio. Mi è dispiaciuto moltissimo vedere Fabio così distrutto. Più lo guardavo e più mi ricordavo di me. Mi sembrava di essere ritornata due anni indietro. In fondo credo di essere l'unica a capire davvero il suo dolore. Mi si stringeva il cuore a vederlo così. In quel momento ho avuto una voglia irrefrenabile di piangere. Mi dovevo allontanare da quel posto. E così, senza dire nulla.. me ne sono andata via. Ho cominciato a vagare senza una meta nella città. Mentre camminavo, mi guardavo intorno. "Sono passati solo sei anni e qui è così diverso" pensai. Alcuni posti sono rimasti come li ho lasciati, altri invece non esistono più. L'edificio abbandonato dove,noi ragazzi dopo scuola, amavamo riunirci, non esiste più.. o meglio in parte non esiste. L'hanno ristrutturato e adesso c'è un enorme centro commerciale. Quanto mi è mancata questa città. Tutti i ragazzi siamo andati via da qui. Ognuno di noi ha condotto la sua strada lontano da qui. Da piccola sognavo di studiare in una grande città. Costruire la mia vita lontano e ritornare in questa città solamente per le vacanze.. per godermi la mia famiglia in pace e tranquillità nella mia patria. Ma non avrei immaginato che in un futuro non molto lontano questi miei sogni si fossero sfumati. Ogni volta che devo rimettere piede qui, per me è un dolore atroce. Una sofferenza ineguagliabile. Sognavo di venire a trovare la mia famiglia e di stare tutti insieme nella nostra casa, non di venire qui senza trovare più la mia famiglia. Sono passati due anni e io ancora non riesco a rassegnarmi all'idea di non averli più con me.
Oggi è il loro secondo anniversario. Sono le 8:00 del mattino e tutti dormono. Tranne Alex. Non so dove sia. Nel letto non c'era quando mi sono svegliata e ieri sera non l'ho sentito rientrare perché mi sono addormentata subito. Bevo il mio caffè ed esco di casa senza fare rumore. Voglio andare a trovare i miei da sola. Voglio un attimo di pace insieme a loro. Il cimitero non è distante da casa mia. Basta prendere un solo autobus e scendere alla terza fermata, proprio di fronte al cimitero. L'autobus non tarda molto e alle 9:10 mi trovo già davanti al cancello di entrata. C'è un lungo viale da attraversare prima di arrivare dai miei genitori. Questo cimitero un po sembra un labirinto per la disposizione in corsie. I miei sono alla quinta corsia. Devo camminare molto a piedi, il cimitero è deserto. Non c'è nessun familiare. Molte persone hanno i fiori appassiti, altri non hanno nemmeno un vaso per i fiori. A volte mi capita di leggere i nomi scritti sulle lapidi. Non ho paura di vagare da sola in un cimitero, ma a volte ho i brividi guardando le foto di giovani nelle lapidi. Mentre cammino penso in continuazione a quelle foto, a quei ragazzi e vorrei sapere il motivo. Perché Dio ha voluto con sé quei ragazzi? Erano nel fior fiore della vita. Per quale motivo? Mi scappa una lacrima che asciugo con il dorso della mia mano. Finalmente arrivo nella corsia dove sono sepolti i miei genitori. Anche loro come molti hanno i fiori tutti appassiti. Infondo, è da due anni che non vengo a trovarli. Non sono venuta prima perché per me era troppo doloroso, non significa che non li pensavo anzi, erano in ogni istante nei miei pensieri, ma non avevo le forze per affrontare il mio dolore. Avevo fatto di tutto per essere forte, mi tenevo impegnata per soffocarlo. Ma è così, quando ti manca qualcuno, puoi anche cercare di tenerti occupato tanto da non avere tempo per pensarci. Ma poi, basta che ti fermi un attimo e lo senti subito quel vuoto. Perché gli impegni possono anche riempirti la testa, ma solo le persone possono riempirti il cuore. <<ciao mamma..>> accarezzo la sua foto <<ciao papà..>> è accarezzo anche la sua. << avete visto? sono qui, mamma mia quando siete belli.. mi mancate!>> dico mentre le lacrime mi rigato il viso. Inizio a togliere i fiori appassiti dal vaso e lo pulisco dalle foglie secche mentre continuo a parlare. << volevo presentarvi il mio uomo, ma alla fine ho cambiato idea. Un passo alla volta. Già per me è stato faticoso venire qui. E non voglio che mi veda così vulnerabile. Ai suoi occhi devo sembrare forte come hai sempre voluto tu papà, anche se non lo sono per niente. È venuto qui con me, si chiama Alex. È un ragazzo bello come il sole, dolce e mi tratta benissimo. A volte credo di non meritarmelo. L'ho fatto soffrire molto, ma nonostante tutto il male che gli ho procurato, lui continua ad amarmi sempre di più. Mi sta vicino nei momenti difficili, mi supporta in tutto e mi spinge ad essere più forte. Ne ho passati di momenti bui, lui è stata la mia luce. La mia salvezza. Fosse stato bello se anche voi foste qui adesso e io ve l'avrei fatto conoscere di presenza. Sarebbe stato capace di stregarmi anche voi come è riuscito con me>> sorrido al pensiero di Alex, mi asciugo le lacrime e metto il bouquet di rose che ho comprato nel vaso. <<mi mancate tantissimo..>> sento una mano appoggiarmi sulla spalla, mi giro di scatto << oh santo cielo.. Fabio! Non si fa così però! Mi hai messo paura!>> dico con il cuore a mille per lo spavento. Lui ride. Ma cosa ci trova di così divertente? <<Scusami, non volevo spaventarti.. sono venuto per portare dei fiori ai tuoi genitori.. sapevo che oggi era il loro anniversario. Così ho pensato di venire, non credevo di trovarti qui a quest'ora del mattino.>> dice Fabio. A quest'ora del mattino? Ma se sono le 10:30 passate. Ma cosa dice? Vabbè, lasciamo perdere dai! Sorrido a Fabio, mi scanso e lui mette i suoi fiori nel vaso. Ho le lacrime agli occhi <<grazie per averli pensati Fabio>> dico abbracciandolo <<grazie a te per essere venuta al funerale di mia nonna>> sussurra Fabio tra i miei capelli. Mi stacco da lui leggermente e alzo la testa per guardarlo << lo so che sei venuta.. anche se te ne stavi in disparte, ti ho notato lo stesso. Perché sei andata via dopo?>> chiede Fabio. << ti ho visto così.. così.. >> dico, non riesco a trovare le parole adatte per descrivere il dolore dentro. <<così come?>> dice Fabio, mi stacco completamente dall'abbraccio. <<vedevo il dolore nei tuoi occhi, lo stesso dolore che ho io da due anni. Guardavo te e vedevo me due anni fa. Ho rivissuto il giorno del funerale dei miei.. non c'è l'ho fatta più, era troppo difficile da sopportare, così sono andata via>> dico con le lacrime che mi rigato il viso. Mi volto in direzione dei miei genitori. Li guardo per qualche istante, poi mi abbasso e poso un bacio sulle loro foto. << a presto amori miei. Mi mancate tanto.>> alzo gli occhi verso Fabio. Prendo la mia borsa e vado via. Continuo a piangere a dirotto. Trovarmi di fronte ai miei genitori. Rivedere di nuovo i loro volti in quelle foto. Incontrare Fabio proprio lì, quando a posto suo dovrebbe esserci Alex, per me è stato come un pugno allo stomaco. Mi sento in colpa per non aver portato Alex con me. Ma non me la sentivo di portarlo qui, in questo posto maledetto. Prendo l'autobus, la linea di ritorno verso casa è stata puntuale. Questa volta ho aspettato solo cinque minuti per fortuna. Scendo dal bus e guardo il mio cellulare. Ci sono due chiamate di Alex. Sono le 11:15, non mi avrà vista sta mattina e si sarà preoccupato. Entro in casa e di Alex nessuna traccia. Nemmeno Jess e Luca sono qui. Chissà dove sono andati. Forse al mare? Anche se siamo alla fine di settembre, qui in Sicilia fa molto caldo e la gente può andare al mare ancora. Beati loro. Si stanno godendo a pieno questi giorni. E Luca che non voleva nemmeno metterci piede nella nostra terra. Sorrido a questo pensiero. Mi dirigo in cucina. Mentre aspetto che rientrino tutti, penso che inizierò a cucinare il piatto preferito dei miei genitori. Li preparerò proprio come cucinava mio padre. Comincio a prendere gli ingredienti e li dispongo sul piano di lavoro della cucina. Ho preparato un bel primo piatto, sono già rientrati tutti e sono rimasti nel salone. Prendo la scodella con la pasta e la posiziono al centro del tavolo.. <<mmmhh.. era da tanto che non sentivo questo profumino>> dice Jess avvicinandosi alla tavola per venire a pranzare. << Cosa hai preparato?>> chiede Luca sedendosi vicino a Jess. Alex è seduto di fianco a me, mi guarda.. è taciturno. Chissà perché.?! <<tortellini con panna e funghi freschi>> rispondo sorridendo. << ti ricordi quando tuo padre li preparò proprio per me? Io odiavo i funghi, lui fu l'unico che riuscì a farmeli mangiare con gusto.>> dice Jess e sorridiamo a quel ricordo. << era un ottimo cuoco..>> dico mentre metto in bocca un tortellino. Alex continua a fissarmi silenziosamente. Mi inquieta un po questo suo silenzio. <<Cosa c'è?>> chiedo ad Alex <<nulla, poi parliamo>> dice e distoglie finalmente lo sguardo su di me.
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Colpa del destino
عاطفيةLei è Carlotta, una ragazza siciliana. Semplice , la tipica ragazza acqua e sapone con il fascino mediterraneo. Ha lasciato la sua terra per studiare letteratura a Milano, insieme alla sua migliore amica Jessica. Ma quando tutto sembra aver trovato...