Autumn

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Dove ho messo il telefono?
Mi sta suonando la sveglia e non so dove ho lasciato il telefono. Maledizione. Ieri sera ero così stanca che neanche sono riuscita a mettermi il pigiama. Non ero veramente stanca, ero più che altro fra le nuvole. Non potevo smettere di pensare a quello che ho provato quando le nostre mani si sono unite. Non lo paragonerei alla prima volta che mi ha toccata. Mi aveva preso la mano e mi aveva portata al "covo". Non lo conoscevo, non provavo tutto quello che provo ora per lui.
Aspetta. Lo conosco ora? So chi è? No. So solo il suo nome, il nome del suo migliore amico. Non so cos'ha dentro che lo sta piano piano distruggendo. Non so cosa si è lasciato alle spalle per trasferirsi qui. Non so nulla di Calum.
Vorrei conoscerlo. In realtà vorrei entrare a far parte della sua vita, come lui ha già fatto con me.
Devo alzarmi a spegnere quella stramaledettissima sveglia. Ha un rumore insopportabile. Lunedì.
Un'altro lunedì.
Scendo di sotto per cercare il telefono e lo trovo sul tavolino vicino all'ingresso. Appoggiato sopra ad un foglietto
'L'ho ritrovato nella doccia.
Avevo l'aereo presto stamattina. Ci sentiamo piccola.
Tiana'
Tiana. Mi ero dimenticata di lei. Ieri sera si è proprio annoiata. Mi ero scordata del suo rapporto con Ashton. Si sono sempre odiati, da quando lei mi ha fatto conoscere Zac alla partita degli "amici" suoi.
Ha sempre creduto che Tiana fosse una ragazza su cui non potevo fidarmi e che prima o poi mi avrebbe ferita. Si, anche lei mi ha ferita qualche volta. Ma si è fatta sempre perdonare.

"Signorina Alis, vorrebbe cortesemente condividere con noi la sua felicità?"
Quanto non sopporto sta qua.
'Beh si il mio principe azzurro mi ha scritto e mi ha dato il buongiorno alle 11:35 e che si scusa per essere stato silenzioso la sera prima'
"Ha intenzione di rispondere oppure ha qualche segreto? O qualcosa segreto? Come il cellulare forse? Tiri fuori il telefono da sotto il banco e vada subito in presidenza."
Maledizione a Calum e alla mia fottuta fissazione per i suoi messaggi durante la lezione.
"Mi scusi professoressa. Giuro che la prossima volta ascolterò"
"Sono felice che lo farai. Ora però in presidenza."
Ma che palle.
Esco dall'aula e con calma attraverso il corridoio, ora vuoto. L'uffico del preside è all'ultimo piano. Mentre faccio le scale non posso smettere di pensare a come lui potesse tranquillamente scrivermi durante le lezioni senza farsi scoprire.
Mi soffermo su una finestra nel corridoio del 3 piano. Fuori le nuvole ricoprono il cielo e gli autobus che passano. Una signora con le buste della spesa e una coppia che passeggia.
Ho sempre amato Londra d'autunno. Ma a Sydney è come se fosse tutto amplificato.
Arrivo davanti alla porta del grande ufficio e mi siedo su una delle 5 sedie fuori dalla stanza. In una c'è una ragazza in lacrime, chissà che è successo. E in un altra un ragazzo vestito nero con una felpa a scacchi che sta staccando la suola delle vans, a scacchi anche quelle.
Le altre sedie sono vuote. Ne occupo una che sembra migliore per poter guardare fuori. Dentro l'ufficio intravedo due ragazzi che si disperano di fronte al grande omone dietro la scrivania.
Incrocio le gambe sulla sedia e appoggio la testa al muro. Ci vorrà moolto tempo.
Vedo arrivare dal corridoio opposto al mio Calum. Calum? Che ci fa qui? No aspetta Alis. E se il professore avesse scoperto anche a lui? Sarebbe il colmo.
"Alis, piccola, che ci fai qui? Non ti ho mai vista da queste parti." Deve essere ormai un abitudine per lui essere mandato dal preside.
"Vediamo, vediamo, vediamo, che avrà mai fatto di male Alis per essere mandata dal preside?"
"Ho risposto al messaggio di un idiota"
Dico alzando gli occhi al cielo.
Fa una smorfia e poi scoppia a ridere per il mio tentato sforzo di rimanere seria.
"E tu che hai fatto? Ti sei comportato da bad boy anche oggi?"
"No, ho insultato Ashton perchè voleva leggere i messaggi tra me e una ragazza."
Una ragazza? Una ragazza? L'immagine di una ragazza bellissima, alta con un fisico perfetto, la carnagione chiara, gli occhi azzurri, i capelli perfettamente lisci mi otturò la mente.
"Una ragazza eh? Bravo bravo."
Spero solo che la mia affermazione riesca a nascondere la gelosia.
"Sei gelosa piccola?" Troppe volte mi ha chiamata piccola oggi. Ma mi piace dopotutto.
Sembra diverso. Più spensierato, meno ansioso. Più felice.
"Mitch e Hood."
Ci alziamo guardandoci sempre negli occhi. Ormai mi ha catturata. Non posso smettere di guardarlo. Mi sono persa.

Aria. Finalmente all'aria. Dopo aver passato quasi venti minuti chiusa nell'ufficio del preside a parlare del fatto che nonostante ci amassimo molto avremmo dovuto sopportare 5 ore ogni giorno e non parlarci.
Avevamo sostenuto il giochetto quando ci aveva scambiato per due fidanzatini. Beh, ricordandomi per fatto che ci vollero 5 minuti solo per distogliere lo sguardo da lui.
Anche oggi ho pranzato da sola. Demi e Demon ormai sembrano marito e moglie. Hanno una vita tutta loro. Ashton sta cominciando a conoscere il coinquilino e a cercare di instaurare un rapporto con lui e io e Calum invece rimanevamo sempre soli. Non che mi dispiaccia. Dalla festa non ho neanche più notizie su Michael Clifford. Il tinto.

L'autobus oggi puzza di aglio. Puzzava sempre, ma oggi particolarmente. Appena arrivo a casa mi lavo le mani. Odio quell'odore.
Prendo i soldi, la borsa e esco a piedi per andare a comprarmi qualcosa per sopravvivere almeno altri 4 giorni. Senza contare le volte in cui ordino pizza o cinese.
L'aria condizionata del minimarket è troppo bassa. Nonostante ciò le commesse sono a maniche corte. Secondo me le addestrano queste per lavorare con queste temperature.
Compro frutta, insalata, nutella, biscotti, pane e le lamette per il rasoio.
Ho sempre odiato fare la ceretta.
Mi avvicino alla cassa con meno persone e aspetto il mio turno.
La cassiera sembra stesse per addormentarsi. Chissà da che ora stava strusciando oggetti e pronunciando numeri.
Pago con i contanti perchè ho dimenticato la carta a casa ed esco di fretta prima di congelarmi.

Chiamata in corso.
"Tesoro"
"Dimmi" ha una voce preoccupata, ma non so immaginarmi cos'è successo.
"Non ne posso più di studiare! Passi da me e stiamo un po' insieme?"
Mah, non ho preso niente di congelato e poi abita qui vicino.
"Sto arrivando." Dico e interrompo la chiamata.
Non siamo mai stati tanto tempo al telefono io e Ashton. È successo solo una volta. Abbiamo parlato per 3 ore. Di notte. Di solito messaggiavamo la notte. Nessuno dei due in quel periodo riusciva a dormire chi per gli incubi chi per paura.
Quella notte abbiamo parlato a lungo. Ci siamo detti tutto. Ormai lui viveva in Australia da qualche anno e Tania e io avevamo appena litigato per Zac.

Arrivo sotto il palazzo e suono al citofono. Mi apre senza chiedere chi fosse e salgo 2 piani a piedi. L'ascensore rotto.
Maledizione. Ho sempre odiato le scale.
La porta d'ingresso è aperta e sono giusto in tempo per assistere al coinquilino che inciampa sul tappeto appena mi vede. Corro a vedere se va tutto bene. È caduto di faccia sul pavimento. Ho davvero questo effetto sulle persone? Comunque..
"Tutto apposto? Hai fatto un bel volo amico."
Dico al ragazzo che onestamente non ho mai visto. Mi giro e vedo Ashton appoggiato al tavolo per reggersi, sta ridendo come un matto. Ha una risata troppo divertente e coinvolgente. Rido anche io nel vederlo aggrapparsi al tavolo per non cadere anche lui.
Nel frattempo il moro si è alzato e si è presentato dicendo di chiamarsi Louis.
Dev'essere molto imbarazzato. Ha la faccia tutta rossa. I nostri occhi si incontrano per un momento. Azzurri. Di un azzurro profondo. Non avevo mai conosciuto nessuno con gli occhi così belli.
"Io devo andare in palestra, torno tardi, ciao bro."
Ashton lo saluta.
"Ciao Alis"
Saluta anche me e esce di casa senza aspettarsi una risposta.
"Tesoro, mi fai i toast che sai fare te stasera? Ti prego, l'altro giorno ci ho provato. Si sono bruciati."
Mi dice Ashton provando a fare il labbruccio ma cambiando subito la faccia perchè sa di non farmi nessun effetto.
Mi affretto e vado a cucinare i toast che Ashton ama tanto.

"Grazie sono buonissimi." Mi bacia sulla guancia dopo aver finito il suo terzo toast al formaggio.
"Rimani qui stanotte?" Mi chiede. È evidente che ha davvero voglia di stare con me.
Il mio primo pensiero è la spesa e la scuola. No, non posso saltare un altro giorno di scuola.
Però voglio dormire anche io da lui.
"Okay, dai facciamo un altro giorno, non ti preoccupare tesoro."
Menomale, mi salva sempre quando capisce quello che voglio senza che sprechi parole.
Riprendo tutta la mia roba e lo saluto. Mi costringe ad essere accompagnata da lui in macchina.

Le coperte fredde, il pigiama lungo, le cuffiette alle orecchie e la finestra con le goccioline che scivolano sul vetro. L'autunno. Amo questa stagione.

I'm fine |C.H.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora