Il cartone della pizza e del cibo cinese sono nella spazzatura e stiamo sdraiati sul divano a vedere la replica di "Hotel da incubo" su RealTime. la TV che ho trovato in questo appartamento che ho affittato non prende quasi nessun canale. Mi accoccolo sul petto di Calum che continua a fare facciate per ogni cosa che succede nel programma. é adorabilmente innocente. Ho le gambe stese lungo il divano e la testa nell'incavo del suo collo. "Dobbiamo andarci più spesso al mare" Esce con questa frase proprio quando la pubblicità inizia. "Okay, magari potremmo portare gli asciugamani." Sono morta di freddo nel viaggio di ritorno in macchina. "Forse". Mi giro e gli lascio un bacio sulla mascella. Riesco a sentire la barba che sta crescendo sul suo viso. Lo fa sembrare più vecchio. Passo le dita su tutto le guance per testare la sensazione di pungente. "Ma questa barbetta?" "Sembro più intelligente, vero?" Le sue mani mi circondano la vita e massaggiano i miei fianchi. "Vecchio vorresti dire. E no, non mi piace, mi pizzica." Una risatina gli scappa e subitogli sorrido per far pesare di meno le mie parole. "lo farò." Gli bacio dolcemente il collo, comincio a succhiare e a leccare. So che ne uscirà un segno, è proprio quello a cui voglio arrivare. Mi stacco dalla sua pelle dopo aver concluso il mio lavoro e, beh sono stata brava. Mi scappa un piccolo sbadiglio e mentre il programma inizia mi sistemo meglio tra le sue braccia. "Mi accompagni a letto? Poi puoi tornare a vedere il tuo amico Gordon" Mi sorride e prende il telecomando dal tavolino davanti a noi. Preme il pulsante rosso e la TV si spegne. "Andiamo." Tiene una mano sulla mia schiena e l'altro braccio lo sposta sotto le mie gambe, mi tira su senza sforzo e camminiamo verso la camera da letto. Aggancio le mie braccia al suo collo per tenermi meglio. Profuma di menta. Mi stende delicatamente sul letto e mi copre con le lenzuola bianche. "Scherzavo, ti prego rimani, mi addormento prima." Senza rispondermi si spoglia e appoggia tutto sulla sedia della mia scrivania. Appena in boxer si sdraia accanto a me. Ha un corpo perfetto, per non parlare dei tatuaggi che gli ricoprono il corpo. Quella piuma sulla clavicola e la data sull'altra. Perfetto. Mi avvicino al suo corpo e faccio in modo che le nostre gambe siano incrociate. Praticamente salgo sopra di lui e appoggio l'orecchio sul suo petto. Posso sentire il suo respiro irregolare. passa ancora qualche minuto dove io faccio finta di dormire e lui mi osserva. é davvero bellissimo sentirsi osservare da lui. "Sei ancora sveglia piccola?" Mi sposta i capelli dal viso così che posso guardarlo meglio. annuisco e mi sposto dal suo corpo e mi metto leggermente più distante così da poterlo davvero guardare negli occhi. "Continuiamo il gioco di questo pomeriggio?" Mi fa piacere sapere che gli piace, appena sentirò mia sorella le dirò che non solo a noi piace il nostro gioco. "Certo. Tocca a me." Mi sorride come per ringraziarmi. "Numero uno: sono nata il 19 settembre a Londra. Numero due: amo i gatti. Numero tre: il mio colore preferito è il nero e il mio gusto preferito di pizza è quella margherita." "Troppo normale" quasi sussurra, ma subito si zittisce perchè quasi lo fulmino. Non mi deve disturbare, soprattutto per dirmi questo. "Cinque: odio i giochi da tavola perchè perdo sempre. Numero sei: quando avevo sedici anni ho cacciato di casa mio padre perchè non si meritava mia madre."Non mi brucia più pronunciando queste parole. Il fatto forse che dovrei essere fiera di quello che ho fatto me lo fa pesare di meno. Calum passa la sua mano sulle mie guance per asciugare le presunte lacrime che ormai neanche mi ricordo più di versare. Una sensazione così normale per me che neanche avverto. Voglio continuare a parlare perchè devo anche solo sembrare un quarto di quanto vorrei essere forte. Forte come lui. Credo che è arrivato il momento di dire un'altra cosa che ha segnato il percorso della mia crescita. "Numero sette: quando mio padre se n'è andato ha portato via anche Bianca. La mia gemella." Ora le sento le lacrime. Lo sento il nodo in gola, le guance bagnate e la tristezza dentro. Il forte braccio di Cal mi prende i fianchi e mi avvicina. I nostri ventri di toccano. Non serve dirmi niente. Basta un suo abbraccio. Continuo a piangere in silenzio, la faccia schiacciata sul suo petto muscoloso. Mi sento protetta tra le sue braccia. "Come stai?" La voce roca. Il casio suona. Mezzanotte. La risposta alla sua domanda? Non la so. "Non lo so, ma ti prego ora che sai che sono molto più incasinata di quanto lo sembrerei ti prego non andartene." Mi bacia più volte i capelli e mi continua a tenere stretta tra le sue braccia. Ho davvero bisogno di lui. Questo lo so. "Non me ne andrò." Ora sto bene. Non sono più sola. "Buonanotte." dico piano per non rovinare l'atmosfera. "Buonanotte Mia." Mia. Sono sua.
Sono tutta indolenzita. Praticamente Calum mi sta sopra e non riesco a muovermi. Ho troppa fame, devo assolutamente alzarmi. Provo ad alzare leggermente il corpo del moro. Riesco a sgattaiolare e scendo dal letto. Doveva essere davvero stanco ieri sera. Magari gli preparo qualcosa di buono. Vado in cucina silenziosamente. Mi accordo di essere ancora solo in maglietta e boxer quando aprendo il frigo ho freddo. Torno in camera mia, prendo i pantacollant che ho usato ieri ad educazione fisica e la felpa di Calum che ormai si è asciugata. Torno dall'altra parte. Osservandolo un'ultima volta dormire mi viene in mente cosa preparare per colazione. Cucino l'impasto che ho preparato grazie alla piastra che mia mamma mi aveva comprato a Natale l'anno scorzo. Apparecchio tavola con le delizie che ho appena cucinato per la prima volta nella mia vita e metto a tavola anche i cappuccini che ho preparato. Torno in camera, mi sdraio accanto al suo corpo ormai scoperto. Comincio ad accarezzargli i capelli sparsi sulla fronte.
Apre gli occhi e sono molto più scuri del solito. Tolgo le dita dal suo viso e lui mi riprende il polso cominciando a baciarmil dorso della mano. È romantico e ancora estremamente addormentato. "C'è una sorpresa per colazione" Mi alzo definitivamente ed esco dalla camera. Mi siedo sul tavolo della cucina cominciando a sorseggiare il mio cappuccino per vedere se è ancora caldo. Scotta. I passi veloci e i capelli disordinati. Come fa ad essere così bello anche di prima mattina? Si siede sulla sedia di fronte alla mia e dopo avermi sorriso per la prima volta oggi osserva il tavolo. "Mi hai preparato gli Waffle?" "Sì, spero ti piacciano. Cioè, non li ho mai fatti. Se non ti piacciono lasciali. Posso andarli a comprare qua sotto se non vanno bene. Li riscaldo se sono freddi." Alis cosa stai facendo? Credo di aver detto tutte queste cose in dieci secondi. Una risata esce dalla perfetta bocca di Calum. Oh maledizione. Ho rovinato tutto. "Calmati piccola, ora li assaggio, ma sembrano squisiti." Mi sorride e infilza la forchetta in un Waffle. La cioccolata fa contrasto con il colore giallognolo dell'impasto. Da un morso e quasi lo finisce. Continua a morderlo senza distrarsi. Sembra gradire. "Mhh, sono strabuoni." Brava Alis!! Sono fiera di me e delle mie doti da cuoca. E grazie mamma per avermi comprato quel aggeggio."Sei pronta?" Mi urla dall'ingresso.
"Non riesco ad allacciare questi fottuti tacchi" Gli rispondo.
Riesco a sentirlo ridere da qua giuro.
Finalmente infilo il laccietto e mi alzo per osservarmi un'ultima volta allo specchio della mia camera. Top accollato nero senza maniche, panalone largo a vita alta bianco con la fantasia nera e i tacchi neri con il laccietto che mi tiene ferma la caviglia. Quelli che vendono questi tacchi sanno il mio livello di capacità di camminarci dentro. Ho leggermente arricciato le punte dei capelli e ho messo il rossetto scuro. Sinceramente non so perchè sono vestita così.. Elegante? Dopotutto è solo il giorno dove devo presentare il progetto di intelcurutra della nostra scuola al sindaco di Sydney. Calum si è vestito come al solito tutto di nero. Aveva la scusa di non essersi portato nessun vestito elegante per mettersi i suoi skynny strappati e le converse bucate. Arrivo nel salone e lo trovo appoggiato alla porta d'ingresso con gli occhi quasi chiusi. Ma che si addormenta? "Sono pronta, possiamo andare." Apre gli occhi e dopo aver sorriso maliziosamente apre la porta e scende le scale con passo veloce. Io però voglio prendere l'ascensore, queste scarpe sono assolutamente inadatte a tre piani di scale.Finalmente dopo aver passato quasi un quarto d'ora in mezzo al traffico arriviamo davanti a scuola. È piena di persone in giacca e cravatta. Ragazzi di altre scuole e macchine nere. Nessuna ragazza in minigonna e ragazzi con le canottiere in giro. Strano. Quasi mi vergono vedendo Calum vestito in questo modo, ma lui no. Questo mi piace di lui. La nonchalance. Appena arriviamo alla porta principale della scuola prendo istintivamente la mano di Cal. Credo che sarà una lunga giornata e ho bisogno di lui più di ogni altro momento.
[autrice]
Sono tornata con il ventinovesimo capitolo!
Scusate per il ritorno e per la lunghezza. Sono davvero troppo piena di pensieri e cose da fare. Scusate per gli errori vari.
Buona lettura
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I'm fine |C.H.|
Фанфик'Le persone silenziose sono quelle che hanno tanto da dire.' Lui ha molto da dire e lei lo sa. 'È molta la voglia di urlare quello che sento, ma anche la paura di non essere capita.' Lei vuole liberarsi di qualcosa e lui lo sa.