Non mi ricordo neanche bene come mai sono voluta venire a fare il college qua. Decidere di studiare letteratura inglese a Sydney invece di farlo, tanto comodamente, a Londra. Dove ho mia mamma, Zac, i miei amici. Avevo. Il fatto di poter vedere Ashton tutti i giorni mi elettrizzava molto, quindi per questo mi sono lasciata coinvolgere dal mio migliore amico. Con cui fino ad una settimana fa ci sentivamo solo su facetime e whatsapp.
E ora sono qui. Nel corridoio della USYD. L'unica università di cui Ashton mi parlava da anni. Mi diceva che avremmo frequentato insieme le lezioni. Io di letteratura inglese e lui di storia dell'arte, proprio come desideravamo da bambini.
Quando potevamo uscire insieme al parco davanti casa mia, fare i compiti insieme e giocare a fare le spie mentre le nostre mamme facevano la spesa.
Il brontolio del mio stomaco mi sveglia dai pensieri e mi ricorda che ho raggiunto la mensa e mi sono seduta in un tavolino da sola. Tutto questo mentre pensavo al perchè.
Mi alzo e cammino verso la fila, che sembra infinita, di ragazzi affamati con i vassoi vuoti che aspettano di arrivare davanti a Carmela, la signora che ti serve il pranzo.
Finalmente arrivo davanti al bancone. "Buongiorno signorina? Pasta al pesto oggi."
Dice mentre con un mestolo pieno del mio pranzo mi riempie il piatto di plastica bianco.
Prendo la mia solita mela rossa che ormai è d'abitudine mangiare a mensa e mi risiedo al tavolo che avevo occupato appoggiando lo zaino. Odio quando mi guardano mangiare, ma so che per come sono fatti qui in Australia qualche curioso di sicuro mi starà osservando. Tengo la testa china verso il basso. Potrei urlare contro a chiunque sia l'individuo che, involontariamente, mi sta guardando mangiare la pasta scotta della mensa. Finisco il mio unico pasto che, da quando sono arrivata qui, riesco a fare com calma ed esco dalla mensa per dirigermi in aula di spagnolo. Spagnolo è l'unica lezione che frequentiamo io ed Ashton insieme. Non c'entra molto con i mostri indirizzi, ma siamo sempre stati innamorato della Spagna e, in qualche modo sogniamo ancora di andare a vivere lì un giorno. Manca ancora mezz'ora quindi mi siedo sotto un grande albero del giardino difronte al campus dove alloggiano le ragazze. Osservo come il grande edificio antico potesse aver visto e vissuto, per una certa parte, tutte le storie sentimentali delle ragazze che hanno alloggiato, e che lo fatto tuttora la dentro.
Metto le cuffiette nel frattempo, imposto la sveglia per le 3:00, giusti dieci minuti prima dell'inizio della lezione, e chiudo gli occhi per riposarmi qualche minuto. Il professore di letteratura aveva una voce un po' troppo stridula per essere un uomo e ti faceva venire sempre un fortissimo mal di testa. Mi lascio cullare dalle note delle mie canzoni preferite e mi addormento. Appena sento il telefono che tengo tra le mani vibrare mi sveglio immediatamente. Non mi è mai importato nulla se qualcuno mi avesse visto dormire sotto un albero al college mentre aspetti di rientrare in classe. Ci metto qualche secondo per realizzare dove sono e per capire che Calum sta dormendo sotto questo albero, proprio vicino a me. Le nostre braccia so stavano toccando e lui dev'essere stato davvero assonnato, visto che ha la bocca leggermente aperta.
Lo sveglio? Sembra un bambino che si addormenta in macchina quando rientra da una luunga cena con i genitori. Mi sentirei in colpa a svegliarlo, ma voglio sapere come mai era venuto a dormire proprio qui sotto ilio stesso albero. È pieno di alberi qui!
"Calum.. Calum svegliati, è probabile che tu abbia una lezione che inizia tra 10 minuti." Cerco di smuoverlo dalle spalle, sempre con gentilezza. Si lamenta e si appoggia meglio al albero socchiudendo la bocca ormai quasi spalancata. "Luke non rompere le palle, oggi non ci vengo in discoteca, lasciami dormire." Farfuglia il moro proprio quando mi appoggio con la mano sull'erbetta per rialzarmi. Luke? Stava sognando il suo amico? Dev'essere un bel sogno. Una scusa in più per non svegliarlo.
Riprendo lo zaino da terra e arrotolo su due dita le cuffiette. Appena mi giro per andarmene una volta per tutte lo sento dire "Alis, non te ne andare." Così mi rigiro per vedere se sta ancora sognando. No, si è svegliato e ora mi sta guardando dal basso verso l'alto. Controllo un ultima volta l'orario sul cellulare e mi risiedo accanto a Calum.
"Una domanda e poi puoi andare a lezione, tanto io devo andare a fare la spesa." L'idea di Calum che va a fare la spesa mi diverte. Non ho molto tempo, ma amo il rapporto di amicizia che si è creato tra di noi. "Solo una, fai veloce però" non ho la più pallida idea di cosa volesse dirmi. Adesso siamo uno di fronte all'altra, lui ancora appoggiato all'albero e io seduta con le gambe incrociate proprio davanti al moro.
"Come hai conosciuto Olivia?" Non mi sarei mai aspettata una domanda del genere, mi ero già dimenticata della festa e di tutto quello che era successo. Ieri sera più o meno mi sono rivenute in mente alcune scene che a causa dell'alcol avevo eliminato.
"L'ho conosciuta al centro commerciale, sembra una ragazza per bene." Mi metto dalla sua parte, qualsiasi cosa stesse per dirmi Calum.
"Okay, quindi non sai molto su di lei."
"No, presumo di no." Tre minuti e devo entrare, se deve dirmi qualcosa deve farlo velocemente.
"Era la ex di Luke, lui è stato il suo primo, e ultimo credo, ragazzo vero. Non si è mai interessata ad avere una relazione seria. Un po' come tutti i ragazzi qui a Sydney, compreso me. Invece Luke amava il fatto di avere una ragazza." Ora capisco tutto meglio. La scenata di Ashton. Gli strani comportamenti di tutti a quella stramaledettissima festa e ora.
"Oh, okay. È ora di entrare. Ci sentiamo dopo Cal. Buona spesa!" Gli dico mentre metto lo zaino in spalla per proseguire con la mia giornata scolastica. Com'è strano, l'autunno sta per arrivare, ma sembra che nessuno se ne renda conto, magliette a maniche corte, shorts e vestitini.***
Amo mangiare la mia insalata in pigiama su divano mentre mi avvantaggio i compiti per il resto della settimana. Accanto alla tv ho una finestra che non chiudo mai. D'inverno amo guardare le goccioline che fanno a gara sul vetro trasparente. Invece in queste sere adoro stare solamente a guardare fuori, a guardare il panorama di sempre. Le finestre delle altre case che si accendono e spengono. Amo guardare le altre persone, anche di sfuggita, che passano sulla strada umida. Immaginare le vite dei passanti.
In poco tempo mi ritrovo nel mio familiare letto caldo a leggere i tweet recenti sotto la luce fioca del lampadario ormai vecchio che non ho voluto cambiare.
È ormai mezzanotte e mezza quando appoggio il telefono sul comodino, spengo la luce e mi giro dall'altro lato per addormentarmi. Appena chiudo gli occhi il suono di un messaggio mi fa sobbalzare. Non ho abbastanza forze per riprendere il telefono dal comodino. Aspetterò domani per leggerlo.Armadietto
Ecco un altro capitoloo, chi le avrà mandato il messaggio? Avrebbe dovuto leggerlo subito? Ehhh lo scopriremo.
XX
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I'm fine |C.H.|
Fanfiction'Le persone silenziose sono quelle che hanno tanto da dire.' Lui ha molto da dire e lei lo sa. 'È molta la voglia di urlare quello che sento, ma anche la paura di non essere capita.' Lei vuole liberarsi di qualcosa e lui lo sa.