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"Buongiorno, ragazze!" esclamò John scendendo lungo le scale e raggiungendo Hayley ed Allison al tavolo nel grande atrio. L'aria era fresca, ma piacevole.

Quando Allison gli aveva proposto di rimanere per qualche giorno e aspettare Chas lì, senza prendere un autobus che ci avrebbe messo almeno dodici ore a riportarlo ad Atlanta, lui non era sembrato molto convinto. Ma, doveva ammetterlo, in quei giorni era finalmente riuscito a chiudere occhio per più di due misere ore notte; forse perchè sapeva di non doversi guardare le spalle in quella casa piena di prede ma anche predatori, forse perchè era certo che Chas e Zed fossero al sicuro... quasi come se, per la prima volta nella sua vita, non avesse davvero nulla di cui preoccuparsi, almeno per un po'.

"Qualcuno sembra essersi alzato per il verso giusto questa mattina," gli disse Allison facendogli segno di sedersi a fianco a lei mentre Hayley abbozzava un sorriso portandosi una tazza di caffè alla bocca. "Hai dormito bene?"

"Come non mi capitava da tempo. Infatti stavo pensando di rimanere qualche altro giorno, per recuperare un po' del sonno che generalmente perdo di notte."

"Se vuoi rimanere in città trovati un albergo, questa casa è già sufficientemente piena di folli."

Hayley soffocò una risata continuando a bere dalla sua tazza e poi la poggiò sul tavolo e prese in mano la lattiera porgendola ad Allison. "Vuoi un po' di latte?"

Allison aggrottò la fronte ma le porse la tazza per farsene versare un po'.

"Dello zucchero?" chiese ancora la ragazza porgendole una zolletta.

"Okay" Allison abbozzò un sorriso mettendosi dritta. "Cosa ti serve?"

"Cosa... volevo solo cercare di essere gentile" Hayley scattò sulla difensiva scuotendo il capo incredula. "Non so nemmeno perchè ci ho provato."

"Volevi essere gentile?" chiese Allison piegando poco il capo. "Così tutto d'un tratto, dopo aver praticamente fatto capire a tutti che mi detesti dal profondo del tuo cuore? È alquanto sospetto."

"Sì, lo è, visto che sei una paranoica."

"Perdonala," John si intromise nella conversazione addentando una brioche mentre fissava lo sguardo su Hayley. "Ma non è abituata alla gentilezza senza secondi fini. Succede quando vivi una vita triste all'insegna della solitudine e della mancanza di amore."

"John, sta' zitto!" esclamò Allison.

"Beh, mi dispiace" Hayley continuò, "se solitamente nessuno è gentile con te senza volere qualcosa in cambio e so che abbiamo avuto le nostre divergenze, ma..." si fermò come se fosse alla ricerca delle parole giuste. "Recentemente ho avuto modo di osservarti, e il tuo amico Castiel mi ha raccontato un po' di te e forse siamo partite col piede sbagliato. Abbiamo in comune più cose di quanto credevo."

Allison sospirò. Apprezzava il tentativo e anche le parole, ma non era del tutto sicura che non avesse nessun secondo fine. Non perché si trattasse di Hayley che non aveva fatto mistero di non sopportarla, ma perché, John aveva ragione, la gentilezza senza secondi fini non aveva mai fatto parte della sua vita.

"In questo caso," disse allungando la tazza verso di lei "vorrei due zollette di zucchero."

L'altra sorrise appena versandogliele nel latte caldo mentre John afferrava un'altra brioche.

"Ah che meraviglia..." mormorò l'uomo prima di voltarsi verso Allison. "Tesoro, sto per farti un complimento e giusto per essere chiari, ho decisamente un secondo fine in questo caso."

"Scordatelo, Constantine," Allison agguantò una fetta di pane tostato. "Non ti darò uno dei miei pugnali angelici."

Lui sospirò e fece segno a Chas scorgendolo, mentre si guardava confuso in giro, all'entrata. "Amico, ben arrivato. Avvicinati, ho bisogno che tu convinca Allison a darmi qualcosa che non vuole darmi."

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