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Quando Castiel arrivò all'indirizzo che Allison gli aveva dettato al telefono, all'entrata della grande casa incontrò due tizi che sembravano fare da guardia. L'ex angelo fece qualche passo all'interno dell'abitazione, attirando l'attenzione di una ragazza seduta a un tavolo con in mano una tazza di caffè.

"Posso aiutarla?" chiese lei. E Castiel mise le mani nelle tasche del suo impermeabile, dando una rapida occhiata ai tizi all'entrata.

"Sono Castiel" si presentò. "Allison mi ha detto di raggiungerla qui, ma non sono sicuro di trovarmi nel posto giusto."

Hayley sorrise cordiale. "Io sono Hayley. Allison è di sopra" indicò con una mano la grande scala. "Aspetta qui, vado a dirle che sei arrivato."

Castiel annuì facendo qualche altro passo all'interno di quel posto. Pensò che le cose erano decisamente cambiate. Ricordò quasi con nostalgia le volte in cui si era trovato in piedi in piccole stanze di squallidi motel; non erano quei posti a mancargli, era quella sensazione che, nonostante le loro vite facessero schifo, le cose fossero comunque più semplici.

Demoni, fantasmi, vampiri... salvare la vita degli innocenti. Schifoso ma tutto sommato semplice. Quello che era successo negli ultimi anni, invece, era ben al di sopra di semplici missioni, ben al di sopra di quello che i Winchester definivano, con un pizzico di orgoglio e un pizzico di rassegnazione, gli affari di famiglia.

"Tu devi essere l'amico di Allison."

Castiel si voltò e scrutò con attenzione il viso che si trovò davanti. Non ricordava di averlo mai visto prima, ma riusciva a percepire qualcosa di profondo, qualcosa di forte. Se quel qualcosa fosse un bene o un male, era troppo presto per dirlo.

"Sono Castiel" ripeté come aveva fatto prima con la ragazza.

L'altro si incamminò verso il piano di sopra invitandolo a seguirlo. "Io sono Klaus. Benvenuto nella mia umile dimora."

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"Te lo chiedo per l'ultima volta, dopodiché metterò fine alla tua inutile vita, prenderò un altro demone dell'incrocio e farò a lui il doppio di quello che ho fatto a te." Allison ripulì la lama con un grande panno bianco. Fece un lieve sorriso a Cass che era appena entrato nella stanza e si voltò nuovamente verso il demone legato alla sedia. "E se l'altro demone non mi dirà nulla, lo ucciderò e ne prenderò un altro e poi un altro ancora e poi un altro fin quando non avrò avuto tutte le informazioni che mi servono oppure fin quando non avrò decimato la tua stirpe, o famiglia, o qualunque altro sia il termine che usate per definirvi."

Il demone rise alzando la testa per guardarla dritto negli occhi. "Credi che me ne importi qualcosa? Credi che minacciando di uccidere i miei simili farai leva su un qualche sentimento nascosto? Risparmia il fiato, cacciatrice."

"Le due ore sono passate," Allison guardò il suo orologio ignorando le parole del prigioniero e puntò gli occhi su Castiel. "Il tempo di Crowley è scaduto. Portiamolo qui alla vecchia maniera."

Castiel annuì guardandola tirare fuori dal suo borsone una piccola ciotola e un sacchetto di terra sepolcrale. "Vuoi che lo faccia io? Sembri stanca, Allison."

"I demoni dell'incrocio stanno stringendo patti con dei ragazzini," Allison scosse il capo inginocchiandosi sul pavimento. "È una cosa spregevole. Crowley è un mostro, ma questo mi sembra troppo persino per lui. Qualcosa ci sfugge, Castiel e io devo capire cosa. E devo farlo prima che la cosa degeneri."

L'ex angelo sospirò. "Cosa vuoi che faccia?"

"Al momento vorrei soltanto che provassi a far parlare quel dannato demone, mentre io mi occupo di Crowley."

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