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"Un'altra firma qui e..." l'uomo attese che Allison finisse di firmare, poi sorrise compiaciuto rimettendo la cartelletta nella borsa da lavoro grigia e consumata. "Congratulazioni, signora Morgan, è proprietaria di un bellissimo ristorante."

Allison sorrise stringendo in mano quelle che erano le sue copie e sospirò salutando con un cenno del capo l'uomo mentre usciva lasciandola sola, seduta al bancone di quello che era, ufficialmente, il suo ristorante: il Rousseau's.

Solo che, a parte lei e lui, che era stato incaricato di venderglielo e riscuotere il cospicuo assegno, erano le uniche due persone a saperlo.

Camille uscì in quel momento dalla cucina e le riservò un sorriso cordiale approcciandola al bancone. "Allison, non sapevo che fossi in città."

"Vado e vengo" rispose la cacciatrice mettendo giù i documenti. "Sono tornata da due settimane circa, ma non vivo più dai Mikaelson."

La bionda piegò poco il capo recuperando un bicchiere bagnato che asciugò senza staccare gli occhi da lei. "Cos'è successo?"

"Niente in particolare" Allison sospirò. "Avevo bisogno della mia indipendenza e così ho comprato una piccola villetta poco fuori città."

"Quindi non c'entra niente il dramma amoroso fatto di triangoli tra te ed Elijah?"

"No, anche se ad alcuni sembra così" la cacciatrice si passò la lingua sulle labbra, poi si mordicchiò l'interno della guancia e infine parlò. "Camille, devo dirti una cosa."

"Dimmi pure," le disse l'altra. "Vuoi qualcosa da bere?"

"Una soda sarebbe perfetta, grazie" la donna fece un grosso respiro, e si prese un attimo per trovare le parole giuste. "Cami, ho appena comprato questo ristorante."

La mano della barista si fermò a mezz'aria, prima ancora che iniziasse a riempire il bicchiere. I suoi occhi chiari si spalancarono stupiti e aprì la bocca diverse volte prima di emettere un suono. "Perché?" chiese semplicemente alla fine.

La sua interlocutrice si strinse nelle spalle. "Perché mi piace e perché se non lo avessi comprato io l'avrebbe fatto un tizio del Minnesota che voleva trasformarlo in una sala scommesse."

"Che vuol dire?"

"Da quando le legittime proprietarie sono morte questo posto non appartiene a nessuno. Ci sei tu a gestirlo, ma risultava essere di proprietà della città e quindi chiunque poteva acquistarlo. Questo ristorante è un punto di riferimento per i turisti e anche per gli abitanti di New Orleans e non volevo che lo abbattessero per farne una bettola di scommettitori. So che tu non hai i soldi necessari a comprarlo, quindi l'ho fatto io" spiegò.

"E tu avevi i soldi necessari? Quanto diavolo è costato?"

"Mezzo milione di dollari," dichiarò Allison sorridendo appena. "Sì, li avevo."

"Come?"

"Sono un'orfana, i miei genitori erano benestanti, per così dire... e visto che mio fratello è, tecnicamente morto, anche quello che spettava a lui è andato a me."

"È terribile..."

"Sì, lo è, ma è andata così." Allison le prese di mano la soda e bevve un lungo sorso direttamente dalla bottiglia. "Ad ogni modo," continuò cambiando discorso "ovviamente puoi restare. Io lavorerò fianco a fianco con te di tanto in tanto, ma sarai comunque tu a gestire tutto. Volevo solo che sapessi la novità da me prima che ti arrivi una comunicazione scritta da parte delle competenti autorità."

Camille sorrise. "Grazie per la premura, e anche per il ristorante. Voglio che tu sappia che ti consulterò prima di prendere qualunque decisione importante."

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