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"Allison, non potresti prendertela comoda almeno per un paio di ore? Ti sei svegliata due giorni fa dopo parecchie settimane di coma. Non credi..."

"Non era un coma, Sam. Era una dannata dimensione alternativa. Mio fratello ha pensato bene di spedirmici tramite un colpo in testa così, mentre io ero impegnata a capire come uscirne, lui poteva fare tutto... tutto questo." Allison interruppe Sam e allargò le braccia indicando il caos che regnava dentro casa di Victor.

Matt non aveva toccato l'esterno, fissato com'era con il mantenere le apparenze. La facciata era perfetta, esattamente com'era prima che lui arrivasse all'interno e distruggesse tutto sul suo cammino.

Mentre Allison si crogiolava su un prato mosso dal vento nella sua stessa testa, sorridendo a Mason Lockwood, parlando con Bobby, abbracciando suo nonno e minacciando Crowley, il suo dannato – nel vero senso del termine – fratello faceva a pezzi la vita dell'uomo che l'aveva cresciuta come una figlia, che l'aveva amata come tale. E amarla gli era costato la sua vera figlia e la donna che amava.

Allison non era ancora certa di come suo fratello fosse tornato, ma era certa che fosse opera di Finn Mikaelson, ragion per cui lui era sulla sua personale lista di vendette, dritto in cima, quasi in parità con Matt.

Prima, però, aveva cose più importanti di cui occuparsi, come tirare fuori dal baratro Victor, sperando di tirarlo fuori prima che la bottiglia di whisky che si portava sempre dietro da oramai ventiquattro ore lo portasse ancora più a fondo in quel buco nero di dolore che sembrava averlo inghiottito. E doveva preparare il funerale di Lily.

Non c'era nulla che potesse fare per riportare lei o la bambina indietro... il minimo che poteva fare era pagare per tutte le spese del funerale e per tutto quello di cui la sua famiglia avrebbe avuto bisogno nei giorni a venire.

I soldi non avrebbero sistemato le cose, lo sapeva, ma era tutto quello che poteva fare, almeno fin quando non avrebbe trovato Matt.

Poi lo avrebbe ucciso.

La sua morte non avrebbe cambiato quello che era successo, ma sarebbe stata fatta giustizia.

"Non provarci" le disse Sam tirandola fuori dai suoi pensieri. "Non provare a darti la colpa per quello che è successo. Non è stata colpa tua."

"Sì, lo è stata. Anni fa avevo la possibilità di farla finita sul serio ma non l'ho fatto. Non ho bruciato il suo corpo ed era logico che uno dei miei tanti nemici avrebbe trovato il modo di usare la cosa a mio totale svantaggio."

"Allison, non potevi sapere che sarebbe successa una cosa del genere. Anche se avessi bruciato il corpo, magari sarebbe successo lo stesso. Avrebbero trovato un altro corpo pronto ad ospitarlo e sarebbe comunque tornato."

"Probabile," rispose Allison cercando di mettere un po' di ordine in quel posto, pensando che magari sarebbe stato meglio comprare un tappeto per nascondere quegli aloni di sangue che proprio non ne avevano voluto sapere di andare via, nonostante avesse strofinato con tutte le sue forze per ore. "Ma un altro corpo non gli avrebbe dato i vantaggi che il suo offre, Sam. Apprezzo che tu voglia provare a farmi sentire meglio, ma non devi addolcirmi la pillola, non a me. Sai che non funziona."

Sam annuì aiutandola a spostare delle cose. "E come posso aiutarti allora?"

Allison abbozzò un sorriso amaro. "Hai una macchina del tempo, per caso?"

"Temo di no."

"Lo immaginavo," la donna si passò una mano sul viso. "Allora, per ora puoi aiutarmi a mettere in ordine e poi magari ad organizzare il funerale."

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