16.

629 28 0
                                    

16.

"Nonno?" Allison indietreggiò di qualche passo. La figura davanti a sé la fissava con un'aria perplessa, e lei credeva di avere la stessa espressione.

"Allison?" chiese l'uomo guardandosi intorno. "Che sta succedendo? Che posto è questo?"

"È... è la mia testa."

"La tua cosa?"

"La mia testa," Allison si avvicinò di qualche passo all'uomo e sorrise. Gli occhi le pizzicavano di lacrime mentre suo nonno la osservava per poi spostare lo sguardo sullo spazio intorno.

"Sei morta?" le chiese.

Lei scosse il capo abbracciandolo. Un abbraccio forte, dolce che sapeva di mancanza. Non aveva idea del perché, chiunque avesse scelto, aveva scelto suo nonno. Lui era morto moltissimi anni prima, quando lei non era neppure maggiorenne ancora, quando ancora i suoi genitori erano vivi, la sua vita era tranquilla e Matt era solo il suo fratellone.

Ricordava il giorno del suo funerale; la grande foto di lui col camice da medico campeggiava sull'altare accanto ad una bara semplicissima che era il segno visibile di quanto umile quell'uomo fosse stato. Un grande medico, un grande padre, un grande nonno. Non c'era da sorprendersi, se con una figura di quel calibro, il padre di Allison fosse venuto su così bene.

"Oh, nonno, sono così felice di vederti" lei si accorse che stava piangendo, mentre le braccia del suo nonno la tenevano stretta. Una mano sulla schiena, l'altra paterna tra i capelli. Un abbraccio che le ricordava tantissimo quello di suo padre.

"Bambina, sono felice anche io" l'uomo sciolse l'abbraccio, ma la tenne vicina, a portata di braccia. "Sono confuso, ma sono felice."

"Lo so," rispose lei. "So che sei confuso, ma ti spiegherò tutto. Voglio solo abbracciarti stretto ancora un po' prima."

Il vecchio Morgan sorrise, poi la strinse forte.

****

Elijah afferrò il dottore per il collo e lo sollevò sbattendolo contro il muro.

"Dimmi la verità" intimò. "Sapete cosa fare per aiutarla o no?"

L'uomo lo fissò spaventato, il suo istinto gli suggeriva di dire una cosa, ma la sua bocca si spalancò per dire tutt'altro, per dire la verità.

"Non abbiamo idea di cosa abbia," confessò. "Fisicamente sembra star bene, dovrebbe essere già sveglia a quest'ora, ma è ancora in coma e noi non sappiamo cosa fare."

Il vampiro Originale percepì di non essere più solo nella stanza, così lasciò il medico e lo salutò con una pacca sulla spalla dopo averlo soggiogato affinché dimenticasse quello che era appena successo. Poi si voltò e puntò gli occhi dentro quelli di Dean Winchester.

Il cacciatore fissava Allison, stringendosi il braccio con forza la osservava silenzioso, con lo sguardo vuoto, perso sul viso bello e pallido della donna. Elijah si chiese cosa stesse pensando in quel momento, si chiese se il marchio sul suo braccio, quel dannato segno che sembrava così importante, gli facesse percepire le sue emozioni amplificate, come succedeva a lui e a tutti i vampiri.

Non lo sapeva e non sapeva quale fosse la storia tra lui ed Allison, ma aveva l'impressione che Dean fosse disperato quanto lui, forse di più.

"Mi sento inutile," disse Dean mettendosi a sedere. Con la mano raggiunse quella di Allison e la strinse piano. "Lei è sempre pronta ad aiutarmi, ad aiutare tutti noi. Trova una soluzione anche quando tutto sembra perduto e adesso che lei ha bisogno di noi c'è una sala d'attesa piena di umani e creature di qualunque genere che non sanno assolutamente cosa fare per aiutarla. È uno schifo."

The Family BusinessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora