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"Allora..." Alaric sospirò afferrando la sua birra. Il più antico libro sull'occulto che possedeva aperto davanti ai suoi occhi, lo sguardo di Allison fermo sui test che si era offerta di correggere al suo posto purché nulla lo distraesse dalla ricerca.

L'uomo aveva pensato che non era molto etico e professionale da parte sua lasciare che fosse lei a giudicare i suoi studenti, ma poi si era reso conto che nessuno meglio di Allison Morgan avrebbe potuto farlo.

"Allora cosa?" chiese lei guardandolo per un attimo portandosi la forchetta alla bocca. "Vuoi sapere cosa ne penso dei test dei tuoi studenti?"

"Certo," rispose Alaric cercando di prendere tempo. "Sono pronto per il tuo giudizio."

"Ho due opzioni: o tu sei il peggior professore dell'intero pianeta, o semplicemente quello più sfortunato a cui sono capitati dei totali imbecilli come studenti. Un certo Brad ha scritto, e quoto, la leggenda di Bloody Mary nasce dalla morte di una giovane di nome Mary che ha bevuto così tanto fino ad uccidersi. Ecco perché il cocktail prende il suo nome."

Alaric corrugò la fronte tirandole via di mano il foglio che stava leggendo e chiuse gli occhi per un attimo prima di poggiarlo sul tavolo.

"Preferisco la seconda opzione..." le disse.

"Ne ero sicura." Allison abbozzò un sorriso tornando a concentrarsi sulla lettura e si chiese quanto ancora ci avrebbe messo il suo amico a sputare il rospo.

La risposta arrivò dopo cinque minuti, quando Alaric fece un grosso respiro e si schiarì la voce guardandola attentamente.

"Allison" le disse. "Odio doverlo fare, ma sono in debito con lui e se non lo faccio continuerà ad infastidirmi."

La donna scosse il capo poggiando la forchetta sul piatto ed incrociò le braccia sul tavolo.

"Cosa, esattamente, Damon ti ha chiesto di dirmi?"

"Vuole solo l'occasione di parlare con te, crede che io possa essere in grado di convincerti."

Allison annuì. "La risposta è no, ma hai fatto ciò che dovevi. Buon per te, ora torniamo a concentrarci sulle cose serie."

Alaric la osservò per un lungo minuto, pensando a cosa dirle per convincerla a cambiare idea. Poi decise di lasciar perdere, almeno per il momento.

"Posso farti una domanda?" le chiese mentre tornava a concentrarsi sul libro di fronte a sé. "Mi è parso di capire che praticamente vivi a New Orleans con Klaus e la sua famiglia adesso, com'è la vita a casa Mikaelson?"

"Primo" Allison bevve un sorso della sua birra prima di continuare, "non vivo con loro in pianta stabile. Klaus mi ha chiesto aiuto per risolvere alcuni affari di famiglia e visto che la cosa sta andando un po' più per le lunghe di quanto credevo, ho deciso che era meglio farmi ospitare per un po'. Mi piace New Orleans e che tu ci creda o no tengo molto a Klaus. E, incredibile ma vero, credo che la cosa sia reciproca."

"Ah..." mormorò Alaric. "Klaus Mikaelson capace di provare dei sentimenti sinceri per qualcuno. Non lo avrei mai creduto possibile."

"Beh le cose cambiano, Ric. Guarda te per esempio: prima cacciatore alla ricerca della moglie perduta, poi tutore di due ragazzi, poi vampiro Originale, fantasma ed infine umano di nuovo. Direi che con la vita che facciamo quasi nulla è impossibile."

Alaric alzò la sua birra in segno di brindisi, abbozzò un sorriso e mangiò una patatina. "Secondo?" le chiese.

Allison sorrise. "Secondo, anche se volessi andarmene, non credo che ci riuscirei. Anche se odio ammetterlo, inizio a credere che chi abbia inventato il detto al cuore non si comanda avesse delle basi dannatamente solide per affermarlo."

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