Capitolo 1

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Ciao ragazzi.

Sono nuova del giro di wattpad e spero che questa mia storia possa appassionarvi ed emozionare.

Accetto critiche e riscontri positivi.

Grazie mille!



Finalmente le tanto aspettate vacanze estive arrivarono e, come ogni anno, le trascorrevo al lago di Como dove i miei genitori ereditarono la villa da parte del mio nonno paterno.

L'ultimo giorno di scuola, salutai i miei compagni di classe con l'augurio di ritrovarli all'anno successivo, ovvero l'ultimo anno delle superiori.

«Selene, allora non partecipi alla pizzata che sto organizzando?» mi domandò Giulio, il nostro rappresentante di classe.

«Mi dispiace! Parto domani mattina e quindi penso proprio di no» gli risposi con un sorriso.

«Andiamo, Giulio, non fare quella faccia!» esclamò Simona, la mia migliore amica. «Sappiamo tutti che hai una cotta per Selene!».

«Non è vero!» si difese Giulio da quell'affermazione.

Io e Simona scoppiammo a ridere e ci abbracciammo.

«Mi raccomando, fatti ancora più bella sotto il sole così a settembre lascerai una scia di ragazzi dietro di te con la lingua di fuori!» scherzò Simona.

«Non mancherò di certo» le risposi facendole l'occhiolino.

«Ma non ne sceglierai nemmeno uno fra quelli» osservò aspro Mirko.

«Perché?» domandò Giulio.

«Semplicemente perché lei è una ragazza dai gusti difficili» gli rispose.

«Tu sai come sono fatta, no?» dissi.

Mirko mi sorrise con dolcezza come era solito fare dopo che ci punzecchiavamo affettuosamente e mi abbracciò teneramente.

«Anche se non stiamo più insieme, sai bene che ti voglio tanto bene» mi confessò nell'orecchio.

Solo l'anno prima Mirko mi dichiarò i suoi sentimenti ma dopo qualche mese che ci frequentavamo, notai che non provavo amore nei suoi confronti, ma solo una profonda amicizia. Certo lui mi piaceva ma non rappresentava il ragazzo dei miei sogni. Quando gli confessai i miei pensieri, lui ci rimase molto male ma apprezzò il mio gesto e rimanemmo amici.

Fin da piccola sognavo che il mio principe azzurro fosse, oltre che ad essere bello, capace di rendermi felice anche stando in silenzio o riuscire a donarmi serenità nell'anima, facendomi dimenticare ogni cosa come faceva mia nonna quando si metteva a suonare qualcosa per me al pianoforte.

Simona mi disse che un ragazzo del genere non poteva esistere quando le spiegai del perché mi fossi lasciata con Mirko. Non riusciva a credere alle mie parole, facendomi notare che formavo una bella coppia con Mirko e che era raro che in una coppia ci fosse tanta intesa e continuò ad insistere che io avessi sbagliato nel lasciarlo ma non diedi peso alle sue parole.

Dopo le dieci del mattino, iniziò la festa di fine anno tra concerti rock organizzati da varie classi e sfide a pallavolo e a calcio, accompagnata da vari snack che si potevano trovare al bar della scuola.

Quando tornai a casa, erano le sette di sera passate. Dopo la scuola, tutti i miei compagni di classe decisero di trascorrere il resto del pomeriggio in giro per il centro di Milano.

«Ciao tesoro, com'è andata la festa?» mi domandò mio padre, quando raggiunsi il divano.

«Molto bene, ci siamo divertiti come matti» gli risposi con un sorriso.

«Spero non ti dia fastidio se ho invitato quest'anno la famiglia di un nostro amico a trascorrere le vacanze assieme a noi» mi ricordò mio padre.

«Tranquillo papà! Non c'è problema. La villa è grande per soli tre persone, no?» gli feci notare.

«Sono contenta che tu non sia contraria riguardo a ciò» disse mia madre.

Sorrisi, avvisandoli poi che sarei andata a preparare la valigia.

La settimana prima, quando mio padre mi diede la notizia di aver invitato la famiglia di un loro caro amico a trascorre le vacanze estive assieme a noi, mi aveva letteralmente lasciato con la bocca asciutta. Mio padre mi raccontò che tutti e quattro erano stati vecchi amici del liceo e che i loro rapporti si erano congelati quando io avevo circa quattro anni perché si erano trasferiti a Roma per motivi di lavoro ma poi solo da qualche mese, erano ritornati a stare definitivamente a Milano. Avevano un figlio della mia stessa età, ovvero diciassette anni, e una figlia più piccola di otto anni. Mi ricordarono anche che da piccola giocavo spesso assieme a Mattia, il loro primogenito.

L'idea di trascorrere tre mesi assieme a delle persone che non ricordavo, di certo non mi allettava ma alla fine, accettai il pensiero dicendomi che era anche giusto approfondire l'amicizia con la famiglia degli amici dei miei genitori.

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