Capitolo 13

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Divincolai la mano da quella di Mattia e raggiunsi i ragazzi senza dire niente.
Appena la signora Teresa mi vide, corse ad abbracciarmi.
«Oh piccola Selene... come stai cara?» chiese Teresa.
«Sto bene, e te?» le domandai.
«Io bene...» rispose, continuando a fissarmi dalla testa ai piedi. «Come sei cresciuta e ti sei fatta anche bella... sei tutta tua madre» osservò e le feci un sorriso.
«E io? Non sono bello, Teresa? Non mi sposeresti?» domandò scherzosamente Franco.
Teresa scoppiò a ridere e gli rispose «Se avessi trenta anni in meno, sicuramente».
«Ma io non te l'avrei permesso perché è solo mio questo burlone» si intromise Luisa, cingendo la vita di Franco e si scambiarono un tenero bacio fra le risate.
«Accomodatevi pure che vi servo la colazione» concluse Teresa.
Ci sedemmo a tavola e Mattia si sedette accanto a me, rimanendo in silenzio.
Una volta che Teresa ci servì la colazione, chiese «Non mi avete presentato il vostro nuovo amico».
«Ha ragione, io mi chiamo Mattia e sono ospite a casa di Selene. Piacere di conoscerla signora Teresa» si presentò con disinvoltura. Emanava un certo fascino intellettuale quando sapeva gestire simili situazioni. Si trasformava.
«Il piacere è mio Mattia, ma non darmi del lei. Io sono come una tata per tutti loro» fece notare Teresa e Franco confermò le sue parole.
«Lui è anche il mio ragazzo» le confessai a Teresa che rimase meravigliata dalla notizia.
«E perché non me l'hai detto subito?» mi domandò.
«Beh, mi sono dichiarato solo ieri, quindi la notizia è fresca» rispose Mattia fissandomi con un sorriso. «Ma è come se stessimo insieme da sempre» concluse.
Ci scambiammo uno sguardo e Teresa si commosse.
«Fate una bellissima coppia. Siete ben assortiti» sentenziò alla fine Teresa.
Finita la colazione, ci accomodammo nella sala al primo piano.
Luisa si accomodò sulla poltrona mentre Franco iniziò a cercare qualche dvd da guardare nell'attesa che Luigi ci raggiungesse assieme a Mattia.
Osservai la libreria piena di libri. C'erano ancora i libri che gli avevo regalato qualche anno fa. I suoi libri preferiti e ad ogni libro gli avevo scritto una dedica.
Li sfiorai con una mano, perdendomi nei ricordi.
Il suono di una campanella insistente mi distolse dai miei pensieri e guardai Luisa.
«Credo che Teresa sia in giardino» ipotizzò Luisa.
«Probabilmente si» dissi «Vado io» conclusi.
Scesi le scale e andai all'ingresso principale.
Quando aprii la porta, trovai Flavia che mi guardò all'inizio con aria sorpresa che lasciò posto al sospetto. Le sorrisi, abbracciandola.
«Flavia, che bello rivederti!» esclamai, intuendo ciò che le stava passando per la testa.
«Ci siamo preoccupati stamattina visto che Luigi ci aveva detto che sarebbe passato a prenderti per poi venire da me e così, Franco e Luisa hanno proposto di venire qui» le spiegai velocemente.
«Ci sono anche gli altri?» domandò con sollievo e mi strinse a se.
«Certamente, cosa credi? Ci siamo preoccupati» la rassicurai.
«Come stai Selene? Ti trovo in splendida forma» osservò mentre attraversavamo il salotto principale.
«Sì, decisamente bene. Finalmente le tanto aspettate vacanze estive sono arrivate. Non ne potevo più della scuola e delle verifiche» le risposi.
Flavia scoppiò a ridere e disse «Vero ma sfortunatamente avremo la maturità il prossimo anno scolastico».
«Perché me l'hai fatto ricordare?» sospirai con un sorriso.
Una volta saliti e raggiunti gli altri ragazzi, Flavia cercò subito Luigi.
«Era andato a farsi una doccia, credo che abbia finito» le fece notare Luisa, guardando l'orologio. «È passato più di venti minuti».
«Va bene, io allora vado un attimo da lui» disse Flavia con un sorriso stampato sul volto e si diresse verso le scale che portavano al secondo piano, dove erano situate le camere da letto.
«Sbaglio o ha il volto teso?» domandò pensieroso Mattia e mi guardò.
«No, non mi pare» risposi «Insomma abbiamo parlato come se niente fosse».
Luisa sospirò e mi fece segno di accomodare accanto a se.
«Sappiamo tutti di quanto a lei dia fastidio la tua presenza quando c'è anche Luigi. È così gelosa nonostante sia tua amica» disse Luisa.
«Lo so e non sai quanto mi dispiace questo suo atteggiamento» le risposi.
I ragazzi scelsero un film dell'orrore da vedere nel frattempo che ascoltavano i nostri discorsi.
«Noto anche come tu ti sforzi nel rivolgerle la parola, senza farle capire che intuisci i suoi sospetti» continuò a dire Luisa.
Mattia mi prese la mano e mi fece sedere accanto a se e mi tenne fra le sue braccia, leggendo il mio sguardo triste.
Il film iniziò ma era come se guardavo uno schermo animato senza capirne i dialoghi.
La presenza di Mattia mi dava conforto. Lo strinsi a me, mordendomi il labbro inferiore. Mi sentivo nervosa e allo stesso tempo sentivo un brutto presentimento che non tardò a manifestarsi.
Dopo neanche dieci minuti, sentimmo Luigi dire a voce alta «Basta, non urlare, non voglio che dai spettacolo come al solito!».

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