Capitolo 31

105 14 3
                                    

Una volta rientrati nel bungalow, Ilenia si addormentò in mezzo al letto matrimoniale. Era stanchissima. Mi feci una doccia nel frattempo che Mattia fosse in sala con Luigi e Mirko.


Una volta uscita dal bagno, ero ancora in accappatoio. Mi fissai allo specchio, asciugandomi i capelli con l'asciugamano senza dover usare l'asciugacapelli con la paura di svegliare Ilenia.


Mattia comparve dietro le mie spalle e mi bacio il collo, cingendomi la vita.


«Hai un profumo molto invitante» mi sussurrò all'orecchio tra un bacio e l'altro. Sorrisi, chiudendo gli occhi. Mi strinse a sé e mi mordicchiò l'orecchio.


Mi voltai, gettandogli le braccia sul collo e lo guardai profondamente.


«Non aspettavo altro per tutto il giorno» disse, appoggiando la sua fronte alla mia.


Iniziò a baciarmi la fronte, gli occhi, il naso, le guancia e infine, con estrema dolcezza, posò le sue labbra sulle mie. Un sapore dolce e salato allo stesso tempo si confuse tra le nostre labbra. Era un bacio dolce, lento. Mi voleva assaporare con calma. Sentivo la sua mano tra i miei capelli mentre l'altra dietro la mia schiena. Lo abbracciai, sospirando.


«Forse è meglio se ci calmiamo entrambi» gli feci notare e lui mi sorrise, capendo il mio pensiero. Guardò Ilenia dormire profondamente poi mi diede un bacio sul naso e andò dentro la doccia.


Mi strinsi dentro l'accappatoio, cercando di riprendermi.


Non mi era mai capitato di convivere, anche se momentaneamente, con un ragazzo che amo e provare a vivere tutti questi momenti intimi.


Mi cambiai velocemente e indossai il pigiama. Andai in sala, cercando di prendere una tisana, prima di andare a dormire. Ero agitatissima. Per fortuna non c'era Mirko ma solo Luigi.


«Hai bisogno?» mi domandò con sorriso.


«Nulla, volevo solo prendere una tisana» gli risposi, mettendo su l'acqua nel bollitore elettronico.


Luigi spostò due o tre cose a lato del divano, poi lo aprì. Un divano letto matrimoniale.


Lasciai in infusione la tisana e aiutai Luigi a fare il letto con delle lenzuola che profumavano di primavera. Sprimacciai i cuscini, dopo aver messo su la federa.


Luigi si buttò sul letto e si rilassò. Presi la mia tisana accanto a me e mi sdraiai di lato, appoggiando la testa sopra la pancia di Luigi. Immancabilmente prese a giocare la ciocca dei miei capelli.


«Come ti senti?» gli domandai, riferendomi a Flavia.


«Come mi sento? Beh... finalmente libero e senza pensieri. Ogni cosa che dovevo fare, ci dovevo pensare non una ma mille volte prima di farla, con la paura che lei si incazzasse con me o che screditasse te» mi rispose.


«Non ti manca?» gli chiesi dopo qualche secondo di silenzio.


«Sono sincero... non tanto alla fine. Sai... sono stato proprio stupido a non essermi accorto di quanto lei fosse cambiata in questi tre anni. È stata la mia prima ragazza ma... di certo non sarebbe stata manco l'ultima. La vita è cosi... si incontrano altre persone, ci si innamora, si tradisce per passione, si è gelosi fino all'esaurimento... insomma... lei rientra nell'ultima categoria» osservò Luigi.


«Beh... a me dispiace tanto» sussurrai.


«Per cosa, scusa?».


«In qualche modo mi sento responsabile. Se non fossi ritornata al lago, forse non vi sareste lasciati, stareste ancora assieme, passereste le vacanze insieme a Luisa e Franco» gli feci notare.


Mi passò una mano sulla fronte, come si fanno ai bambini per farli addormentare velocemente.


«Sele... sul serio... non ci pensare. Io credo che sarebbe successo lo stesso, visto che lei stessa ha più o meno ammesso che non è poi tanto innamorata di me. Cercava un pretesto per farsi lasciare da me. Ha colto l'occasione per provocare il tutto».


«Io penso che lei provi ancora qualcosa nei tuoi confronti».


«Sì... un amore morboso e malato!» disse ad un tratto Mattia, comparendo in sala e si sedette accanto a me.


Rimanemmo tutti in silenzio. Presi la mano di Mattia e gliela strinsi.


«Sapete... non mi sarei mai immaginata di stare con voi due qui assieme a me» dissi poi.


«Che intendi dire?» mi chiese Mattia.


«Insomma, siete entrambi importanti per me e trovarmi con voi due assieme in questo momento, senza scenate di gelosia da parte tua, Tia. È semplicemente fantastico e mi sento tranquilla» gli spiegai con un sorriso.


«Beh... perché sarà che io e Tia abbiamo affrontato un discorso da veri uomini prima» disse Luigi ed entrambi si scambiarono un'occhiata d'intesa.


«E io ne sono ignara di tutto?» domandai, divertita.


«Ehm... sì!» esclamarono entrambi e scoppiammo a ridere.


«Tesoro, so quanto Luigi abbia fatto per te quando sono partito. Lo ringrazio di essersi preso cura della tua felicità. È stato veramente gentile da parte sua ma so anche che entrambi ci tenete l'uno all'altro come se foste fratello e sorella. E poi, voglio fidarmi di te amore mio» disse Mattia, baciandomi la mano.


Mirko fece il suo ingresso in quel momento e rimase sulla soglia della porta ad osservarci.


«Che bel triangolo» disse, andando poi verso il bagno.


Scoppiammo a ridere. Effettivamente, per chi non ci conosceva, poteva fraintendere la situazione.


«Vi immaginate se Flavia entrasse adesso e ci vedesse così?» domandò, divertito, Luigi.


«Sicuro terza guerra mondiale tra queste quattro mura!» esclamò Franco, facendo la sua entrata assieme a Luisa.


«Ehi, piccioncini! Ma dove eravate finiti?» chiesi io, alzandomi dal letto.


Luisa arrossì, sorridendo e Franco la strinse a se. Mi mostrò la sua mano. Al dito indossava un anello con un brillante in mezzo.


«Wow! Ma fate sul serio, allora?!» esclamai, gettandomi su Luisa e l'abbracciai. «Congratulazioni, ragazzi!».


Luigi e Mattia andarono da Franco a spintonarlo e facendogli gli auguri.


«Da quanto tempo che state assieme?» domandò poi Mattia, una volta che eravamo tutti seduti sul divano letto mentre Mirko fissava fuori dalla finestra.


«Circa tre anni ormai» disse Franco, guardando Luisa negli occhi ed entrambi si scambiarono un sorriso complice. Formavano una bella coppia ed ero felice per loro.


«Oh mamma, Luisa... ti devono fare santa per sopportare un ragazzo come lui» disse poi Mattia e Franco iniziò a massacrarlo di sberle e pacche sulla spalla. Scoppiarono a ridere mentre li guardavamo divertiti.


L'amore attraverso la musicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora