Capitolo 5

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Il dolce suono del pianoforte inondò la mia mente con il notturno di Chopin. Aprii la finestra in modo che il profumo estivo entrasse nella stanza e mi risedetti accanto a Ilenia che iniziò a sentire le palpebre degli occhi farsi pesanti.


Feci segno a Laika di spostarsi in modo che Ilenia si sdraiasse sul divano.


«Posso appoggiarmi sulle tue gambe?» mi domandò Ilenia piena di sonno. Le sorrisi e le feci segno di avvicinarsi, mettendo prima un cuscino sopra le mie gambe.


Si sdraiò e ben presto si addormentò fra le note del pianoforte. Osservai per un po' il volto serio, concentrato di Mattia. I suoi lineamenti iniziavano ad essermi familiari.


Chiusi gli occhi, sospirando e mi persi anch'io nel sonno.


Non seppi quanto tempo trascorse da quel momento ma quando percepii qualcuno scostarmi la frangetta con delicatezza, aprii gli occhi e mi ritrovai davanti a me il volto di Mattia.


«Scusami, non volevo svegliarti» disse, scostandosi da me.


«N-no... figurati. Scusami, mi sono addormentata mentre suonavi» ribadii.


«Non ti scusare. Non sai quanto tempo ho aspettato questo momento» continuò Mattia e lo guardai confusa.


«Vederti dormire con un sorriso mentre ti suono qualcosa» mi suggerì poi e gli sorrisi, chiudendo per un attimo gli occhi.


«Porto Ilenia in camera sua, così puoi alzarti» mi fece notare Mattia.


«No, non spostarla. Mi piace Ilenia, sai? È così tenera che mi vien voglia di coccolarla. Ho sempre desiderato avere una sorellina» gli risposi, guardando la piccola bambina dormire tranquillamente sulle mie gambe.


Dopo cena, Ilenia ritornò a dormire, presa dalla stanchezza del viaggio e delle emozioni che aveva vissuto nell'avvicinarsi a Laika e, sia io sia Mattia, seguimmo il suo esempio e andammo a dormire presto.


Il giorno dopo mia madre propose a noi ragazzi di visitare l'intera villa esterna così uscimmo dalla porta della cucina dove era situato un piccolo laghetto con una piccola cascata, tutto in miniatura. Attorno c'erano delle foglie a cinque punte che riversavano verso l'acqua e una statua di una donna che teneva in mano un vasetto pieno d'acqua che colava direttamente sul laghetto.


«Quelle scale dove portano?» mi chiese Ilenia, indicandole.


All'entrata della scala di pietra, vi erano poste due teste di cavallo. Un po' a lato della scala c'era il garage per le macchine.


«Vedi, tesoro, quella scala porta all'orto che coltiviamo, al giardino per il rinfresco, al campo da golf, e più avanti c'è una distesa di vari alberi tipo l'albero di mele, albicocche, ciliegie, cachi, fichi e ulive poi ci sono i pini e querce» spiegai.


«Forte» disse Mattia, guardando la scala. «Andiamo?» mi chiese con un sorriso.


«Certo» gli risposi, ricambiando il sorriso.


Iniziammo a salire la scala e a metà salita le scale si dividevano in due parti. Uno continuava a salire mentre l'altra portava verso una parte un po' nascosta.


«E queste?» mi chiese Mattia «Dove scendono?».


«Non ricordi? Qui c'è una casa per ospiti, per le coppie che vogliono stare da soli» gli risposi «Vuoi entrare?!» e tutte e due annuirono.


«Bene» risposi.


Scendemmo i quattro scalini e aprii la porta con le chiavi che avevo preso, fortunatamente, per aprire tutti i cancelli, le porte della villa e dintorni.


La casa degli ospiti era nascosta un po' dalle foglie degli alberi che c'erano accanto. La casa non aveva i muri ma vetri, il che la rendeva ancora più accogliente e instaurava una buona atmosfera quando pioveva. Vedere tutte quelle gocce d'acqua scendere come cascate, era semplicemente meraviglioso da guardare. Certo questo avveniva quando pioveva molto forte.


Aprii la porta della casa e quando entrammo, sentii fermarsi il respiro di Mattia e di Ilenia. Era tutta arredata con poltrone e divano color bianco, come lo erano le piastrelle del pavimento e il camino.


«Molto luminoso e romantico» osservò Mattia, riprendendo a respirare pian piano.


Girarono l'interno della casa, due camere da letto, una cucina e un bagno.


«C'è del cibo in scatola, ho notato» disse Mattia.


«Non si sa mai, se insorgessero degli imprevisti» gli risposi «Nell'armadio ci sono anche alcuni indumenti e l'intimo sia per uomo sia per donna e degli asciugami».


«Pronta per ogni evenienza, eh?» disse poi Mattia e gli rivolsi un sorriso.


Una volta usciti dalla casa, ricominciammo a salire le scale. In cima c'erano due vie. Una che portava al balcone esterno che era collegato al secondo piano della villa e l'altra via portava a un cancello tutto colorato di verde.


«A saperlo, avremmo risparmiato di fare tutte queste scale» notò scherzosamente Mattia, alludendosi al balcone.


«Sì certo fratellino ma non avremmo scoperto quella piccola casettina» osservò Ilenia e le diedi ragione.


Sentii Laika avvicinarsi in modo lento, pensando che fossi un intruso, così la chiamai in modo da farle capire che ero io. Laika si avvicinò di corsa, scodinzolando allegramente la coda che la sbatacchiava qua e la sulla mia gamba. La accarezzai e proseguimmo.


Passammo prima dall'orto. C'erano pomodori, peperoncini verdi piccanti, melanzane, zucchine, barbabietole, cipolle e una bella zucca che doveva ancora maturare. In fondo all'orto c'erano le rose rosse, bianche, gialle, rosa e un bell'albero alto, con foglie enormi, di banana. Erano mature, così ne colsi tre e ne diedi una a Ilenia e una a Mattia.


Più avanti si trovava una distesa di campo verde e poi vari alberi di frutta. Mattia prese una mela mentre io e Ilenia preferimmo mangiare qualche ciliegia e ne diedi una manciata anche a Laika.


Ritornammo di nuovo indietro e, percorrendo lungo la strada opposta all'orto si andava al campo da golf. C'era odore di erba fresca, il che mi piacque subito sia a me che a Mattia mentre Ilenia storceva leggermente il naso e lo faceva in un modo buffo e carino allo stesso tempo.


Dal campo da golf, scendendo due o tre scalini si poteva trovare un immenso giardino per il rinfresco con su montato un ombrellone tutto bianco e in mezzo un bel tavolino con quattro sedie che si affacciavano alla bella vista del lago e delle montagne che la circondavano.


«È strafico questo posto!» esclamò Mattia.


«Sì» gli risposi «È bellissimo».


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