Capitolo 19

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Pov. Emily

"Stai scherzando!?"

"No, sono il tuo capo ed avrai il privilegio di occuparti di una sola stanza e di un solo cliente."

"Che saresti tu."

"Esattamente."

"Quindi cosa dovrei fare oltre ad occuparmi della tua stanza?"

"Dovrai occuparti di me. Portarmi la colazione, il pranzo, la cena, assecondare i miei capricci e le mie voglie. Sarai la mia cameriera "privata"."

"Tutto questo perché...?"

"Fai sempre tantissime domande!" -Sbuffò- "Tutto questo perché qui è pericoloso, almeno in questo modo non ti farai notare ed io potrò tenerti d'occhio."

"Non sono un'esperta delle pulizie, sono una studentessa, non una cameriera."

"Ti abituerai anche perché io sono allergico alla polvere e sulla costante pulizia non transigo, sii attenta."

'TI STA PRENDENDO IN GIRO' ripetevo nella mia testa.

"Un vampiro allergico alla polvere, ma veramente?! I tuoi prossimi esperimenti si concentreranno sulla disintegrazione degli acari?"

"In realtà esperimenti del genere li avevo già fatti in collaborazione con una mia collega" -Ghignò- "Ho ottenuto grande successo."

"Con chi? Gli acari o la collega?"

Era divertente questa leggerezza, in situazioni del genere sembrava l'amico di una vita o il vicino della porta accanto. Era bello parlare con lui in questo modo...

"In realtà con entrambe." -Rispose ammiccando- "Solo che poi...ho perso le mie creazioni."

"Come mai?"

"La mia "Collega" ha deciso di vendicarsi per averla lasciata subito dopo aver passato la notte insieme."

"Che schifo!"

Esclamai alzando gli occhi al cielo, iniziando a spostare le coperte, con riluttanza, per scendere dal letto ed andare verso il bagno per prepararmi alla mia prima giornata di "lavoro".

"Era solo interessata ad i miei soldi, stava accanto a me per l'aspetto economico ed anche fisico, non gli interessavo io, così come a me non interessava lei ma il suo corpo." Urlò mentre mi dirigevo verso l'unica porta presente all'interno della stanza, pensando che fosse il bagno.

"Bleha." Esclamai d'istinto, avendo realizzato solo dopo di essere stata ancora una volta troppo infantile.

"Hey ma dove vai? Quella è.."

Sentii prima di aprire la porta del "presunto bagno" per poi trovare quello che effettivamente non era un bagno ma una biblioteca. Entrai in una piccola stanza, le pareti erano dipinte di un marrone neutro che, coordinato agli scaffali in legno pieni di libri ordinati per colore, creava un'atmosfera di quiete, come se chi entrasse diventasse neutro (come quel colore) nei confronti del mondo, come se una volta entrati in quella stanza ci fosse un pianeta tutto nostro ed allo stesso tempo un piccolo spazio per noi nel quale perdersi nei propri pensieri e nelle proprie fantasie o conoscenze, era veramente bellissimo.

"Bhe, questa è la mia biblioteca, lei mi ha reso quello che sono oggi. Chi ha detto "Siamo ciò che mangiamo" diceva cretinate, noi siamo ciò che leggiamo, in realtà!" Disse sorridendo ed alludendo alla sua cultura.

"Pensavo che fosse il bagno, lo stavo cercando per prepararmi..."

Esclamai prima di fissare il mio riflesso nello specchio che si trovava, all'interno della camera, davanti a me.

Pivar995 -PredatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora