Capitolo 22

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Premessa: NON SCRIVERO' MAI PIU' UN CAPITOLO COSì SDOLCINATO MA PER QUESTA VOLTA PERDONATEMI.

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Pov. Emily

"Emily, tutto bene?" Urlò Jhonatan fuori dalla porta del bagno.

Mi ripetevo: 'Ti prego Emily, sforzati di rispondere'

"S-s..."-Al diavolo, troppo complicato- "Mh mh." Mugugnai appoggiando la testa sul bordo del water.

Sentii un rumore improvviso ma decisi di non sforzarmi per girare la testa.

"Ti avevo detto mezz'ora fa che sarei entrato, in un modo o nell'altro. Forse dovrei togliere dal tuo stipendio i soldi che ho speso per comprare la porta ." Esclamò scherzando.

Sorrisi, anche se in realtà il mio non era un vero e proprio sorriso, stavo cercando soltanto di spingere le labbra verso un'unica direzione, lo definirei un sorriso indiretto (?)

"Da quante ore stai così?"

"Così come?" Esclamai con voce bassa e graffiata, a causa dei miei sforzi continui la mia gola era quasi del tutto andata.

"Così." Mi indicò.

"Io sto beniss..."

'Io sto benissimo' stavo per dire prima di riprendere a vomitare. Già, stavo male ed anche molto, continuavo a sperare in un'influenza ma da quelle si guarisce prima o poi, no? Io invece continuavo solo a peggiorare.

Jhon si inginocchiò ai piedi del Water per aiutarmi, con una mano mi cinse il busto per evitare che io entrassi del tutto nel gabinetto, con l'altra invece mi tenne i capelli in una morsa bella stretta, forse un ulteriore modo per tenermi 'Dritta' anche se sembrava un parolone nella mia mente.

"E tu staresti benissimo?" Mi lanciò un'occhiataccia.

"Jhonatan non è uno spettacolo piacevole da vedere."

"Ne sono più che consapevole."

"Allora va via..."

E rieccoci. Odiavo vomitare, in meno di mezz'ora mi era capitato così tante volte che quasi mi sentivo sul punto di svenire.

"Dovrei andare via, eh?"

"Non sei la mia mammina." Dissi.

"Sono molto consapevole anche di questo, credimi."

"Non sei mio fratello, mio cugino e nemmeno il mio fidanzato...non sei tenuto a restare qui, davvero."

"Già, non sono né tuo fratello né tuo cugino. Non sono tua madre, non sono neanche tuo padre ma ci sono io qui, al momento non c'è nessuno di loro con te, ci sono solo io."

Si alzò tenendomi per mano cercando di tirare su anche me, io gli caddi addosso, gli afferrai il collo circondandolo con le mie braccia per non cadere. Ero pallida, sudata, le mie gambe erano diventate simili a della gelatina, così come le mie braccia e tutto il mio corpo.

"Ti senti peggio delle altre volte, vero?" Chiese portandomi verso il suo letto.

"Forse un po'." Sorrisi una volta distesa.

"Prendi questo, è una sorta di bevanda energetica. L'ho preparata io stesso, riuscirebbe a risvegliare un morto."

"Quindi anche te?" Scherzai.

"Sei così..." Disse sedendosi sul bordo del letto.

"Irritante?"

"Anche.." Sorrise.

Pivar995 -PredatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora