POV. Emily
Mancava solo un'ora alla fine della lezione, poi sarei tornata a casa.
Strano, è strano come a volte una delle cose che odiamo di più possa diventare una certezza, un luogo in cui sentirsi al sicuro, come nel caso di questo edificio, la scuola.
La professoressa Constance stava ancora parlando della teoria della mela di Platone, due anime divise che si cercano oltre i confini del possibile per ritrovarsi e riunirsi. E chi ci crede nell'amore, io sì ma non penso sia possibile trovarlo alla mia età, sono ancora giovane e parlando di me io non...non sono un granché e poi i ragazzi d'oggi non pensano alle storielle data la situazione, se si creano delle coppiette si seguono delle semplici norme: i vampiri stanno con i vampiri, i cacciatori con i cacciatori e gli umani con gli umani.
Anche i cacciatori sono umani ma si distinguono da noi per il fatto che combattono, cacciano i vampiri a differenza nostra, noi umani ci limitiamo semplicemente a sopravvivere fingendo di voler vivere quello che resta della normalità ma io...io sono solo scappata, io come tutti loro.
Il tempo stava passando ed oggi sembrava tutto molto tranquillo, ecco perché a non essere tranquilla ero io, io non riesco semplicemente a vedere ciò che mi ritrovo davanti, io devo andare oltre, questo vuol dire che questa "quiete" nascondeva qualcosa.
L'ora stava per finire ed io mi sentii quasi sollevata per il fatto che il mio "Istinto capta segnali sinistri" si fosse sbagliato.
Un secondo prima che suonasse la campanella il rumore di un vetro rotto seguito da un paio di urla provenienti dal piano di sotto confermarono il fatto che nulla può essere mai tranquillo veramente dato che eravamo vittime di un assalto, il secondo nell'arco di tre mesi, nell'attacco precedente quasi metà della mia classe venne trasformata mentre un altro gruppo, spaventato dall'accaduto, decise di entrare a studiare in accademia, spesso ho immaginato come debba essere per loro tutto questo, amici che si ritrovano a combattere insieme stando dalla stessa parte o gli uni contro gli altri.
Non avevamo uscite di sicurezza efficaci e nemmeno un piano di contro-attacco, avevamo piccole armi (nulla più di fucili o coltelli da cucina) che ci portavamo dietro in caso di situazioni simili, l'unica era usarle come meglio potevamo se necessario.
Mi precipitai sulla porta tentando di salire con la mia classe al piano superiore in cui per puro caso trovammo la volta precedente un'antica biblioteca chiusa per delle ristrutturazioni che non vennero mai effettuate; il corridoio era pieno di ragazzi feriti, inseguitori e persone inseguite, vampiri che saltavano da un piano all'altro e le scale, la nostra fonte di salvezza, erano piene di vampiri che ci circondavano e così fummo costretti a dividerci.
Dopo pochi istanti sentì un colpo di pistola dietro di me, era stata Amanda a sparare, lo capii quando la vidi per terra assalita da 2 vampiri, un ragazzo ed una ragazza, e pensare che potevano essere una coppietta che faceva lo spuntino delle 12:00; cercando di non pensare troppo alla fine di Amanda avvenuta davanti i miei occhi avanzai verso le scale evitando coloro che mi andavano incontro, senza potere fare a meno di notare che alcuni dei "nemici" erano facce conosciute, vecchi compagni di classe o semplicemente ragazzi della scuola che avevo riconosciuto.
In qualche modo arrivai all'ultimo piano, era deserto, forse nessuno oltre me era riuscito a superare le scale e questo per un breve attimo mi fece sentire orgogliosa fino a quando non sentii dei passi dietro di me, anzi, credevo venissero da dietro, poi di fronte a me, a destra, di nuovo dietro, tutto questo nell'arco di un secondo.
Quando finalmente i passi sembrarono rallentare andai dalla parte opposta rispetto a quelli ma non ebbi il tempo di percorrere un metro che mi ritrovai un vampiro davanti...e non uno qualsiasi, avevo davanti a me Matt, un mio ex compagno di classe, non fummo mai amici, avvicinarsi a lui era quasi impossibile dato che non gli interessava avere persone come me vicino, era interessato alle classiche Barbie, ragazze perfette ma vuote dentro...quelle più "umane", in carne, semplicemente imperfette come me non venivano considerate, eppure per un periodo mi era piaciuto, da quel che le lezioni avevano svelato di lui mi sembrava un ragazzo intelligente e molto carino, mi era piaciuto un tizio che nonostante sentisse l'appello tutti i giorni non conosceva il mio nome o forse sì ma alla fine proprio quel ragazzo si era avvicinato a me, ironico il fatto che la situazione si fosse ribaltata in questo modo, per non parlare del fatto che io potrei essere il suo pranzo.
Il suo nome uscì in un sospiro automaticamente dalle mie labbra: 'Matt..'
STAI LEGGENDO
Pivar995 -Predatori
VampirCosa faresti se ti trovassi a sbattere contro l'oscurità durante una corsa? Torneresti indietro oppure avanzeresti entrando nel buio? Emily non ebbe la possibilità di prendere una scelta dal momento in cui l'oscurità stessa decise di andare verso di...