Attacchi e chiarimenti

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 Harry si ritrovò senza fiato a bocconi sul tappeto ricamato mentre lo sguardo vacuo si fissava sulle lingue di fuoco che sembravano richiamare la sua anima direttamente dall'inferno. Il pensiero di pochi istanti prima non era il suo....non aveva ragione di essere il suo....ma allo stesso tempo sapeva di averlo pronunciato lui e che riguardava la sua vita.

Sì, ma in quale epoca?

Non si curò della gente che era accorsa a sostenerlo e a chiedergli cosa fosse successo, Draco lo sentiva di fianco a lui che lo stringeva per le spalle cercando di capire cosa avesse mentre la sua ansia giungeva a lui a ondate mischiandosi alla sua indolenza. Harry non stava male, non nel significato stretto del termine, però soffriva di un male antico e la sua anima sembrava urlargli di smetterla, mischiando quelle grida al sapore amaro delle lacrime. Le fiamme erano la cosa più bella che avesse mai visto e in quel momento erano un ottimo modo per non perdersi, un filo sottile che lo costringeva a stare dov'era, con Draco. Eppure non c'era niente in quel fuoco che non conoscesse, ma allo stesso tempo sentiva di non potervisi staccare ancora, non prima di aver visto un'ultima immagine che quella pira voleva mostragli.

C'era una stanza molto grande e buia, illuminata appena da qualche fiaccola appesa sui muri di pietra che gettavano lunghe ombre con le loro fiamme verdi e tremolanti. Sembrava un posto freddo e inospitale e non poteva pensare a quelle anime rinchiuse secoli lì dentro, in quel posto così inospitale. Il pavimento sembrava ricoperto di un soffice tappeto morbido, incredibilmente intatto nonostante gli anni, dalla parte opposta alla sua si apriva un arco e un caldo chiarore che si intravedeva su una porticina chiusa. Quattro colonne lisce di marmo si ergevano fiere dal pavimento fino al soffitto, quasi dovessero reggere il peso dell'intero edificio sulle spalle. Lungo i lati riportavano i disegni di vari animali: contro marmo azzurro come il cielo era perfettamente intagliato un gabbiano che sembrava volare libero e senza preoccupazione a protezione della scuola, con gli occhi formati da due perle nere. In un'altra colonna di marmo, bianco come il latte, era raffigurato una piccola lontra di fiume, sinuosa e sottile sembrava piena di vita e allegria, unica fonte di gioia nei momenti tristi, lo sguardo formato da un paio di lapislazzuli; Ma solo le ultime due creature intagliate erano perfette e gli davano un senso di casa che nessuna sembrava infondergli. Nella prima colonna di marmo rosso vi era intagliato un grifone, fiero e grande con le penne che sembravano vere, le ali aperte e fiere mostravano la sua apertura maestosa srotolandosi lungo il perimetro della colonna mentre il becco ricurvo era minaccioso e negl'occhi splendeva un lampo rosso che davano i due rubini gemelli. La colonna alla sua sinistra, verde come un prato fresco, riportava l'immagine impeccabile di un serpente enorme, lungo e affusolato dalle spire che si arrotolavano per tutta la lunghezza della colonna. Le fauci erano aperte e mostravano minacciose i denti aguzzi con la lingua biforcuta che spuntava tra loro, gli occhi erano formati da due lapislazzuli enormi e luccicanti di intelligenza, ma nonostante la posa rampane delle due figure, non gli davano un senso di paura o terrore, ma solo di quieto avviso. Al centro della stanza invece risiedeva una bacheca di vetro finissimo con quattro delicati piedini di oro battuto, così sottili che davano l'idea di doversi rompere da un momento all'altro. Un soffice cuscino di velluto rosso ospitava un anello che Harry non aveva mai visto prima, ma che gli serva tremendamente famigliare. L'anello aveva una montatura di oro giallo perfetto e luminoso come il primo giorno in cui fu forgiato, la pietra al centro era intagliata nella forma di una goccia grande e immensa in un rubino carico come il sangue ed emetteva un debole chiarore, un richiamo per lui, perché venisse a reclamarlo dopo tanti secoli fermo ad attendere la sua venuta. Nella camera aleggiava sempre quella forma di spirito magico, quell'alone di magia antica che lui conosceva, solo che lì diveniva più intensa e quasi tangibile, ma lui non aveva nessuna voglia di vederla, non ancora.

"Harry dannazione!" esclamò Draco scrollando il compagno per le spalle e mollandogli un deciso schiaffo sulla guancia come non mai, ma quel brusco trattamento risvegliò il moretto che con un brivido rifocalizzò l'immagine del fuoco, il suo calore e la presenza rassicurante del suo compagno accanto. Il biondo Lupogrigio respirava con affanno, quasi avesse preso parte ad un'immersione senza bombole, e stringeva con ansia le braccia intorno al corpo del demone, cercando di calmare i brividi che gli serpeggiavano lungo la schiena. Quando aveva visto Harry cadere dal divano non aveva realizzato subito cosa stava avvenendo, solo un secondo dopo una scarica di paura, tensione e rabbia gli si era abbattuta contro destabilizzandolo. Due secondi dopo stava abbracciando Harry nel disperato tentativo di riportarlo da lui. Sembrava perso di nuovo in uno dei suoi voli di precognizione, come se stesse sentendo delle voci che esistevano solo per lui; era già successo dopo la loro prima unione e in quel frangente si era preoccupato non poco, ma le presenze antiche non gli avevano fatto male, non nel significato stretto del termine. Aveva percepito poco di quell'incontro, non se ne spiegava il motivo, solo qualche onda magica diversa dal solito, antica e potente che interagiva col suo demone. Lo aveva sentito quasi vibrare nel rifiutare quel contatto invisibile, aveva capito che si stavano scambiando qualche genere d'informazione.....aveva udito solo un'ultima frase detta da una voce maschile, forte e ridondante.

Harry Potter e il mistero di Godric-Drarry <3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora