E vissero tutti felici e contenti

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Godric Grifondoro si alzò in piedi stiracchiando nell'aria le lunghe braccia fasciate da una camicia bianca, sciogliendo allo stesso tempo tutti i muscoli intorpiditi per la troppa immobilità, poi si risedette composto sulla poltrona verde che occupava in precedenza, riprendendo in mano il tomo voluminoso che stava leggeva. La stanza era semplice, per così dire. Una tinta pastello alle pareti con una greca di grifoni rossi e cobra bianchi che circondava l'ambiente disseminato di quadri di paesaggi, un grande letto a baldacchino al centro, un camino di marmo nero dal lato opposto alla porta con davanti un basso tavolino in cristallo, un divano a due posti e due poltrone. Una scrivania era posto sullo stesso muro dell'entrata con affianco un armadio a muro e una porta che conduceva ad un piccolo bagno. Nel complesso però aveva un qualcosa che sapeva di calore, di affetto e famiglia e Godric l'ammirò tutta, da cima a fondo, riempiendosi la vista con piccoli e dolci ricordi. Quella era la stanza che avevano costruito lui e suo marito alla nascita di Harry, ai quei tempi c'era ancora un lettino da bimbi al posto del letto matrimoniale ora presente, al posto della scrivania c'era la riproduzione perfetta di un fortino provvisto di indiani e cavalieri, Harry ci passava ore a giocarci immaginandosi mille storie. Il baule ai piedi del lettone non conteneva più i giocattoli o i peluche del figlio, ma era provvisto di altri ricordi, milioni di altri e lui era felice che il suo ragazzo avesse sempre qualcosa o qualcuno da ricordare.

"Tutto bene?" il tono preoccupato e dolce del suo compagno lo colse un minuto impreparato e, voltando lo sguardo, lo vide seduto elegante sul divano mentre si gustava una tazza di thè caldo e lo fissava attento. Di sicuro Salazar non si era perso un passo o uno sguardo che avesse fatto, si mostrava tanto algido e perfetto ma in realtà era attento e scrupoloso nei riguardi degli altri e soprattutto della sua famiglia.

"Perso nei ricordi" gli disse sorridendo grato delle sue cure mentre questi annuiva nel momento in cui capì cosa stava ricordando il suo compagno. Anche a lui faceva un certo effetto essere di nuovo lì in un momento del genere. L'ultima volta che era entrato in quella stanza era stato di sera, mentre portava a letto Harry come ogni volta e gli rimboccava le coperte baciandolo in fronte. Ricordava ancora chiaramente il colore blu del suo pigiamino che aveva indosso quella sera, la sensazione di pelle morbida sotto le sue labbra e gli occhi grandi, verdi e preoccupati che lo fissavano intimandogli, pregandolo, di non lasciarlo. Suo figlio era stato sempre un bimbo molto sveglio per la sua età e non aveva dubbi che in quel periodo doveva aver capito in parte cosa succedeva, cosa avevano deciso loro due. Lui lo aveva coperto bene come sempre sedendogli poi affianco e prendendo a leggergli una fiaba eroica come piacevano a lui, piena di cavalieri dall'armatura sgargiante, esseri misteriosi e magia. Lo aveva guardato addormentarsi e lo aveva vegliato per tutta la notte prima di andare a dire addio anche a Godric. Riguardando ora quei momenti non sapeva cosa aveva fatto per meritarsi di essere lì, di avere una seconda possibilità, la possibilità di gustarsi la sua famiglia, di vederla crescere, di poter invecchiare e morire al fianco del suo demone, non si era mai sentito più felice di quel momento.

Posò la tazzina sul suo piattino per poi alzarsi e raggiungere il letto dove prese posto sul bordo non smettendo di fissare la figura immobile che occupava il talamo da oramai cinque giorni.

Harry non si era mai mosso, le sue ferite erano state tutte guarite e solo alcune avevano lasciato piccole e pallide cicatrici che segnavano la sua pelle scura. Salazar sospirò deluso dall'immobilità del figlio mentre il suo anello mandava bagliori verdi sui muri della stanza. Appena morto Voldemort e salvato Harry, Godric aveva recuperato per lui il suo anello mentre lui si era occupato di trasportare il loro bambino nella sua stanza per curarlo. I lavori di restauro di Hogwarts erano stati frenetici e tutti si erano rimboccati le maniche per fare qualcosa, le vittime avevano bisogno di un funerale dignitoso, i sopravvissuti dovevano essere curati, i prigionieri portati al ministero e imprigionati e Voldemort sepolto. Loro due, invece, si erano limitati a prendere in custodia il figlio e Draco e a chiudere il mondo fuori. Malfoy era in stato di shock dopo la battaglia, completamente sfasato rispetto alla realtà, troppi i traumi vissuti in una volta sola, appena lavato e curato si era disteso accanto ad Harry abbracciandolo, sprofondando nel sonno. Aveva dormito per due giorni, 48 ore, mentre loro si premuravano di assisterli e ordinare di lasciar stare il corpo di Lucius fino a che il figlio non fosse stato in grado di decidere.

Harry Potter e il mistero di Godric-Drarry <3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora