Tenere duro

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Il cuore di Draco stava correndo insieme a lui che non riusciva a fermarsi, non c'era scalino o pavimento o fantasma che riusciva a bloccargli la via per l'ufficio di Silente. Da quando aveva concluso la lettura della lettera sapeva solo che doveva portarla anche agl'altri e che dovevano essere riuniti tutti nell'ufficio del preside. Le parole che Harry gli aveva scritto gli suonavano ancora nella testa insieme alle note di quella canzone così triste e dolce. Per tutto quel tempo, per mesi, il suo demone aveva sofferto nel languore di un legame che si stava spezzando, nella consapevolezza di cosa lo aspettava e nella morsa stretta delle sue insicurezze e delle colpe che credeva di portare ancora adesso. Credeva di esserci riuscito, credeva che il moretto avesse capito che le morti della sua vita non erano colpa sua, credeva che ritrovare i suoi genitori scomparsi lo avrebbe aiutato a sentirsi meglio e guadare tutto da un'altra prospettiva, invece si era clamorosamente sbagliato ed Harry ne aveva patito le conseguenze. Quindi l'unica cosa che poteva fare ora era avvertire tutti e mettersi sotto per correre ai ripari. Era sicuro che Voldmeort non avrebbe ucciso Harry, dopotutto quel mago era un pazzo sadico che si divertiva a far soffrire le sue vittime e questo avrebbe significato un nuovo carico di dolore sulle spalle del suo ragazzo perché il giovane non si sarebbe piegato tanto facilmente. Draco non aveva idea di cosa gli avrebbero fatto, ma non sarebbe stato piacevole e, anche se fossero riusciti a riportarlo da loro, non sapeva quanto poteva rimanere sconvolto l'animo di Harry e rovinata la sua mente, aveva l'unica rassicurazione di sapere che questa volta gli sarebbe stato veramente vicino. Con questo pensiero spalancò la porta che dava sull'ufficio gettando uno sguardo ai presenti, come immaginava erano tutti riuniti ancora.

Remus, Petunia, Narcissa e Artur erano seduti davanti alla scrivania, i suoi amici su poltrone evocate, Catrins e Marcus appoggiati su un mobile affianco alla finestra, Minerva e Domenic su due sedie vicino al camino e Salazar e Godric erano accomodati sul divano, pallidi e rigidi che si tenevano per mano. Appena videro Draco sorrisero in modo triste e malinconico constatando che i suoi occhi cerchiati e la postura rigida tradivano tutto il dolore che stava provando, ma d'altra parte loro sapevano di non essere conciati meglio. Malfoy prima di tutto azionò il suonatore facendolo levitare in aria e catturando così l'attenzione di tutti, e in quell'attimo di stasi spezzata solo dal respiro cominciarono a librarsi le prime dolci note della canzone e in quell'attimo Draco parlò.

"Harry...Mi...Mi ha lasciato una lettera e.....vuole che ve la legga" disse con enorme difficoltà perché le parole stentavano a venire ora che prendeva coscienza di cosa stava per fare. Nei pochi, brevi secondo in cui aveva sentito la canzone e letto la lettera si era illuso, da vero egoista com'era, che quella fosse una cosa solo per lui, che non dovevano sapere gli altri, un altro modo per tenerlo unito al moretto, poi quei sogni si erano infranti ed ora stava per mettere al corrente tutti i presenti di quel piccolo pezzetto di anima, ma dopotutto era un desiderio di Harry "Caro Draco...." e cominciò tenendo lo sguardo ben piantato sui fogli perché non ce l'avrebbe mai fatta a leggerla guardando i suoi ascoltatori che lo seguivano con interesse, non ce l'avrebbe fatta a vedere nei loro occhi la stessa espressione che baluginava nei suoi, non avrebbe mai potuto reggere anche a questo. Furono in ogni caso i minuti più orribili della sua vita, perché rileggere quelle parole a voce alta e impegnato solo sulle frasi, gli dava modo di capire e sentire meglio il significato. E fu una cosa orribile perché in ogni parole, in ogni virgola o verbo c'era intrisa un goccia di lacrime, una piccola macchiolina che non aveva notato prima e la stessa carta sprigionava un rassicurante calore, come se Harry fosse dietro di lui e la reggesse con lui, e solo quello bastava a farlo crollare, ma non poteva, non adesso. Ora era di scena e la rappresentazione sembrò durare più del dovuto ma alla fine era giunto in fondo, o almeno al pezzo che poteva essere di tutti, il resto spettava solo a 3 persone. Alzò lo sguardo e lo fissò sui suoceri che avevano uno sguardo devastato, uccisi dalle parole del loro stesso figlio.

Harry Potter e il mistero di Godric-Drarry <3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora