VITA
Osservo mia figlia di nove anni imbrattarsi il viso coi miei trucchi, sparsi sul tavolo della cucina. Ha due cerchi sugli zigomi di un pesca acceso, sembra Heidi... o meglio Clara! Odio con tutta me stessa quella sedia a rotelle, un dolore che strazia il mio cuore ogni qualvolta i miei occhi si posano su di lei. Ogni qualvolta i miei ricordi ritornano a quell'incidente mi si accappona la pelle, tutto per un pirata della strada, bastardo! Cerco di ricacciare indietro le lacrime e vado in suo soccorso, prima che prenda le somiglianze di un pagliaccio.
«Isabella, posso truccarti io?» le chiedo avvicinandomi. Lei acconsente con un grande sorriso, porgendomi il mascara e il rossetto. Mi inchino davanti a lei e inizio a svitare il tubo del mascara.
«Mamma mamma, mi metti seduta sul tavolo? Così mi sento più alta e posso anche guardarti!» la sua voce è così allegra e piena di semplicità d'animo. La prendo con cautela e la sollevo con poco sforzo. È così leggera!
«Ecco fatto piccola mia!»
«Mamma, truccami come te!»
«Okay!» inizio ad armeggiare coi trucchi sul suo volto magro e delicato.
«Mamma, visto che manca poco al santo Natale, mi aiuti a scrivere la letterina?» chiede con un sorriso.
«Certo! Cosa vuoi da babbo Natale? Un giocattolo?»
«Vorreiii... delle gambe nuove per giocare e vederti sorridere come facevi prima!» parla tutto d'un fiato.
Il mio cuore sussulta. Poso i trucchi sul tavolo e la stringo forte sul mio petto, in corrispondenza del mio cuore straziato.
«Io sono felice mamma, anche se non corro più! Ci sei tu!»
«Ti amo piccola mia!»
«Anch'io mamma!»
«Sorrideremo insieme, giocheremo insieme e correremo insieme sul sentiero della vita Isabella! Ed io sorriderò nella tua felicità, restando al tuo fianco senza mai vacillare!»
«Questo è un regalo mamma!»
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Concorso!
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