Pezzo di AngelicaLadisa

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Se io fossi stato meno stupido, non sarei sul punto di morire dissanguato su una croce, a testa in giù! Ne parlavano in paese, parlavano di bambini posseduti, ma non ho creduto a nessuno! La curiosità mi ha portato ad entrare in questa chiesa. Li vedo passare, camminano scalzi e sono sporchi. Delle volte si mettono davanti a me è sussurrano parole incomprensibili. Ho paura, paura di morire! Tra tanti c'è solo una bambina che non temo... non ho paura di lei. Ha uno sguardo dolce, innocente. È diversa dagli altri, lei mi fissa da lontano è piange, piange come me. C'è solo una differenza, le mie lacrime non hanno un colore mentre le sue... sono rosse! Versa sangue dagli occhi, come se sentisse il dolore che provo, è raccapricciante. Ho gli occhi pesanti, stanchi. Sento il mio cuore debole e ad ogni battito, il tempo che trascorro in questa posizione perde di importanza! Morirò ne sono certo, ma quella bambina farà qualcosa, lo so, mi aiuterà! Chiudo gli occhi ed è solo buio! Non so quanto tempo resto incosciente, ho gettato la spugna. Cerco di riaprire gli occhi, ma una mano fredda preme sulle mie pupille.«Non sprecare le tue ultime forze!» «Chi sei? Cosa volete da me?» la mia voce è un sussurro.«Devi essere sacrificato! Devi morire per darci la libertà! Non temere, sarà una morte veloce!»«Perché io? Chi sei?»«Mi conosci, tu guardi sempre me!» è lei, la bambina!«Aiutami!» supplico.«Non posso! Sei il prescelto!»Sento i suoi passi, si allontana da me lentamente. Apro gli occhi. Questa è la mia fine. Sono tutti schierati a guardarmi, tutti tranne lei!«Morirai per noi! Morirai per darci la vita!» dicono all'unisono. «Morirai è rinascerai per indicarci la strada, sarai la nostra guida! Tutti penderanno dalle tue labbra, tu sei il prescelto, TU!»«NO!» urlo.Vedo la bambina avvicinarsi con un coltello, la prendono in braccio, posizionandola in direzione del mio cuore. Altri bambini parlano in silenzio, come se recitassero qualcosa.Accade tutto così velocemente... il coltello nel mio nel cuore! Un solo urlo:«I-il vostro c-capo... i-io... io non lo sarò mai!»

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