Mi sveglio.
Mi sveglio non a causa della sveglia, ma perchè qualcuno suona il campanello insistentemente. Guardo l'ora: le 6 e 36 minuti. Vorrei girarmi dall'altra parte e continuare a dormire fino a quando suona la svglia; ma mio malgrado mi alzo. Sposto il braccio di Nate dal mio fianco e mi alzo. Stò per uscire dalla stanza, ma mi ricordo che sono nuda, prendo la maglia di Nate da terra e mi infilo delle mutande pulite. Vado in ingresso e sbircio dallo spioncino chi è che suona. Mi stupisco di vedere Avan. Apro la porta.
Ari: Hey Avan.
Ava: Elizabeth è sparita.
Ari: Sparita? Come sarebbe a dire?
Ava: Vuol dire che sta mattina non era nel letto, non è in casa sua e non risponde ai messaggi. Ho paura che le sia successo qualcosa di terribile.
Ari: Magari è solo uscita.
Ava: No perchè non ha lasciato biglietti o altro. No so che fare...
Ari: Va bene. Dammi un paio di minuti e arrivo. Tranquillo. La troveremo.
Avan entra in casa mia, io corro in camera e mi cambio in velocità: maglia rosa, jeans, convers viola e un giubotto azzurrino. Prendo la cartella, in qual caso dovessi andare diretta a scuola. Scrivo un bigliettino per Nate: "Devo fare una cosa, porta i piccoli all'asilo. Ci vediamo a pranzo :)". Lo lascio sul comodino e torno in entrara.
Ari: Bene.
Ava: Iniziamo dall'appartamento?
Ari: D'accordo.
Esco di casa e insieme saliamo le scale fino ai quinto piano. Avan si ferma davanti ad una porta con un cartello: Keep out. Il moro fruga nelle tasce ed estrae le chiavi. Fa un giro e la porta si apre. La casa di Elizabeth è un po' tetra: l' ingresso ha le parteti viola scuro ed è illuminato fa una lampada fioca attaccata al muro. Avan mi fa segno di seguirlo e mi porta in camera da letto. Accende la luce e mi fa entrare fermandosi sulla porta. È strano, essendo sopra il mio appartamento la camera di Elizabeth è uguale alla mia solo che la sua è tutta dipinta di nero con delle scritte bianche e rosse sul muro.
Ava: Vedi? Uh? Nulla di nulla. Non un biglietto, non un indizio. Nulla!
Avan continua a passarsi le mani tra i capelli frustrato. Io continuo ad osservarmi intorno, guardo il muro e le sue scritte; ma una attira la mia attenzione. Mentre le altre sembra che si illumino nella penombra tetra quella sembra normale. Mi avvicino e ci passo sopra l'indice. Resta sporco di polvere bianca: è gesso. Leggo la scritta: daD ym hcraes m'I abairA. A primo impatto sembra una cozzaglia di lettere messe a caso, ma so che non è così. Vediamo... lei dice che siamo così uguali anche se siamo diverse. Quindi dovrei pensare come Elizabeth che ha gusti totalmente contrari ai miei... pensa. Dopo quasi dieci minuti in cui ragiono sotto lo sguardo incuriosito di Avan mi viene l'illuminazione.
Ari: Ma certo!!!
Scorro con il dito le lettere e le leggo al contrario, ossia da desta a sinistra.
Ari: Ariana I'm search my Dad.
È andata a cercare suo padre.
A questo punto Avan mi si avvicina.
Ava: Ari, ma che cazzo stai dicendo?
Ari: Ho capito perchè se ne è andata.
Lui mi guarda come per dire: Allora vuoi dirmelo, si o no? Ma non so se dovrei. Infondo Elizabeth lo ha raccontato solo a me... è il nostro segreto.
Ava: Mi dici?
Ari: Io non so se dovrei...
Mi prende le spalle e mi guarda dritta negli occhi. È davvero preoccupato.
Ava: Dimmelo.
Sospiro.
Ari: Okay ma è meglio sederci.
Lui annuisce e ci sediamo sul letto matrimoniale al centro della stanza.
Ari: Ecco vedi...
Gli racconto tutto, dell'inanzia di Elizabeth, del desiderio di vendicarsi sul padre, del fatto che pensava fosse in Canada... insomma gli racconto tutto. Lui mi ascolta alzando gli occhi sul muro dove c'è la scritta di tanto in tanto.
Quando ho finito il mio racconto è passata una mezzora buona ed Avan sembra più tranquillo. Alzo lo sguardo sulla sveglia sul comodino: Cazzo! Sono le 7,40.
Ari: Cazzo! L'autobus!
Ava: Che?
Ari: C'avevo l'autobus alle 7,30!
Ava: E dov'è il problema? Ti porto a scuola io in moto. Tanto devo andarci anch'io.
Ci alziamo dal letto e andiamo in entrata. Lui prende il suo zaino e le chiavi della moto, poi usciamo di casa e lui chiude la porta con due giri di chiave.
Scendiamo le scale e raggiungiamo l'entrata. Appena fuori il portone del condominio una foata di vento gelido mi ghiaccia. Avan procede a passo svelto verso una moto da corsa parcheggiata poco distante dal palazzo. Io lo sguo mentre cerco l'auto di Nate. Non c'è. Il che vuol dire che sta portando a scuola i bambini. Il moro si ferma davanti alla moto e alza la sella. Estrae due caschi e me ne passa uno. Lo indosso. Poi lui sale a cavalcioni sulla sella e mette in moto. Aspetta che io finisca di mettermi il casco e che salga dietro. Poi parte.
Arriviamo a scuola appena prima che suoni l'ultima campana. Avan ferma la moto e spegne il motore. Scendo e scende. Mi tolgo il casco e glielo passo. Poi mi pettino i capelli con le dita mentre velocemente cammino verso l'aula. I corridoi sono vuoti e le porte di tutte le classi sono chiuse. Cazzo, sono ancora in ritardo. Arrivo davanti alla mia aula e trovo la porta chiusa. Sospiro e mi preparo a ricevere le sgridate da parte del prof. Poi entro.
Eric: Buon giorno sigorina Grande.
Ari: Buon giorno.
Eric: Le sembra l'orario di entrare in classe?
Ari: No, mi scusi. Non farò più ritardo.
Eric: Si certo. Si sieda se non vuole essere interrogata all'istante.
Obbedisco e vado a sedermi in un banco in fondo alla classe, vicino ad uno vuoto. Poggio la cartella e mentre tolgo la giacca cerco Matt. Sta seduto vicino alla finestra con Leon. Con le labbra mima uno "scusa" penso riferito al fatto che non mi ha tenuto il posto. Alzo le spalle e inizio a tirare fuori dallo zaino il quaderno e il libro di scienze.
Il bidello bussa alla porta della clesse.
Eric: Avanti.
X: Emh, prof. Lange; puo uscire un attimo?
Il prof si toglie gli occhiali e poggia il tablet sulla cattedra poi esce. Ovviamente tutta la classe inizia a parlare e si alza dal proprio posto. Anch'io mi alzo e vado verso Matt. Come mi avvicino lui mi prende per i fianchi e mi fa sedere sulle sue gambe. Ci scambiamo un bacio veloce, Leon e Victoria iniziano a dire frasi come:
Vic: Che dolciosi!
Oppure
Leo: Davvero, Ari, ora mi spieghi come puoi metterti con lui e non con me?!?
Io rido alla sua battuta mente Matt lo guarda malissimo.
Mat: Come stai?
Ari: Bene.
Mat: I polsi?
Abbasso lo sguardo e tiro i polsini per coprire le restanti cicatrici. Nate non se ne è neanche accorto.
Ari: Bene.
Vic: Allora che avete fatto ieri?
Leo: Sono andato da mia nonna e ho composto una nuova canzone.
Vic: Me la fai sentire dopo?
Leo: Si, ve la faccio sentire a ricreazione.
Vic: Bomba. Matt che hai fatto?
Mat: Be sono andato in Messico con mio padre per non so cosa. Fatto stà che sono stato al mare.
Leo: Figo, no?
Mat: Un cazzo. Mi sono annoiato a morte. Infatti sabato e domenica ci torniamo ma mio padre ha detto che venite anche voi.
Leo: Ciuè dopo domani?
Mat: Esattamente. Viky, tu che hai fatto?
Vic: Ho pulito casa dalla festa di Halloween. E poi sono andata al cinema. Tu, Ariana, che hai fatto?
Sto pensando a cosa dire... non mi sembra bello dire: "sono andata al mare con il mio ex". Si crea un breve silenzio, ma per fortina il prof rientra in classe richiamando la nostra attenzione.
Eric: Ragazzi, vi presento il vostro nuovo compagno di classe. Vieni pure.
Il ragazzo biondo dagli occhi azzurri varca la soglia della porta e fissa subito il suo sguardo su di me.
Cazzo.
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My new life (Ariana Grande)
FanfictionÈ arrivata l'ora di partire per la nuova città; e si sa: nuova città vuol dire nuova scuola, nuovi amici... in poche parole si volta pagina. Ed è questo che sta succedendo ad Ariana: è costretta a cambiar vita.