Capitolo 12

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Ho ucciso Nate... ho ucciso Nate... ho ucciso Nate... non riesco a smettere di ripeterlo nella mia mente pronunciando di tanto in tanto qualche sibilo. Continuo a dondolare avanti e indietro nell'angusto spazio dell'armadio farmaceutico. Le mie mani tremano stringendo la lameta. Ieri sera, dopo essermi ricordata di quello che avevo fatto la sera prima, ero andata nel mio letto ma mi sentivo troppo male. Quindi mi sono alzata e sono andata in bagno. Guardandomi nello specchio ho notato la felpa di Nate che portavo addosso. Questo mi ha fatta impazzire dal dolore.
E quindi eccomi qui: in armadio angusto dimenticato da tutti, con una lametta tra le mani sporca del sangue dei polsi che ho già tagliato.
Ora capisco le azioni della mia compagna di stanza, i suoi comportamenti... ora io stò come lei. La porta dello stanzino che sbatte mi fa emergere dai miei pensieri. Mi stringo al fondo per non farmi notare. Ma i passi si fermano proprio davanti alle porte del mio armadio. Abbasso i polsini della felpa e nascondo la lametta in un angolo sotto qualche sciroppo. Appena in tempo perchè le antine si aprono. Qualcuno si piega sulle ginocchia.
Mi sollevo parzialmente quando scorpro essere Matt. Siende sulle ginocchia vicino a me. Sullo zigomo ha una botta rossastra e il labbro parzialmente rotto.
Mat: Ecco dov'eri finita: è tutto il giorno che ti cerchiamo!
Ari: Perchè che ora è?
Abbassa lo sguardo sull'orologio.
Mat: Le sei e venti.
Ho davvero passato un giorno intero in un armadio a pensare a Nate?
Mat: Chiamo gli altri.
Ari: No, aspetta per favore. Non voglio che ci trovino qui. Aspetta ancora qualche minuto.
Mat: Va bene.
Si siede sul pavimento vicino a me poggiando la testa sulla mia spalla.
Ari: È tanto che non parliamo io e te.
Mat: Qualche giorno.
Ari: Si, ma sono successe molte cose.
Mat: Per esempio?
Mi mordicchio il labbro inferiore, voglio davvero dire che Nate è morto? Rifletto ancora qualche istante. Poi alzo lo sguardo su di lui. I suoi occhi brillano sotto la luce fioca della lampadina. Ci guardiamo in silenzio. È come se i suoi occhi fossero calamite. Poi la mia mano come per impulso cerca la sua e intreccia le dita. La manica sale leggermente e scopre un piccolo taglio. Matt abbassa lo sguardo sul polso.
Mat: Che ti sei fatta?
Tolgo velocemente la mano dalla sua, abbasso nuovamente la manica. Lui squote la testa e prende la mia mano alzando il polsino della felpa scoprendo i tagli. Alza lo sguardo in stato di allarme.
Mat: E questi che sono?!? Ti sei bevuta il cervello?!? Che cazz...
Inizio a singhiozzare. È qualcosa che non riesco davvero a controllare. Lui fa un sospiro.
Ari: Non dirlo a nessuno...
Mat: Da quanto va avanti questa storia?
Ari: È la prima volta.
Mat: Promettimi che non lo farai mai più.
Ari: Che ti importa, di una come me? Matt, non voglio che tu ti prenda cura di me per pietà.
Mat: Ma cosa stai dicendo!!! Ariana, tu sei la persona migliore che io conosca. E poi...
Le sue guance si colorano di rosso. Abbassa lo sguardo sulle mani.
Mat: Io ti amo.
Le sue parole echeggiano nella mia testa. Davvero mi ha detto ti amo? Subito mi viene alla mente Nate, anche lui mi amava. Mi rattrittisco.
Mat: Non dici nulla? Io ti ho apena detto che ti amo e tu non dici nulla?
Ari: Non so che dire. Infondo non posso non...
Mat: Dire che ti piace ancora Nate.
Fa una smorfia triste. Non riesco a vederlo così. Con l'indice gli alzo il meno e faccio congiungere le nostre labbra in un piccolo bacio. Mi stacco leggermente. Lui sussurra sulle mie labbra.
Mat: Ti aspettavo da una vita.
Sorrido leggermente.
Poi le sue mani si posizzionano sulla mia nuca e su una guancia e poggia le sue labbra sulle mie, accompagnando i movimenti del bacio. Quando si stacca tiene la fronte appoggiata alla mia.
Mat: Questo cosa voleva dire? Che sei la mia... em ragazza?
Il mio cuore sussurra un "amo ancora Nate Wiston". Mentre la mia voce dice tutt'altro. Forse sono gli occhi di Matt che riescono a manipolare la mia mente.
Ari: Immagino di si.
Le sue labbra si stendono in un sorriso. Ci baciamo ancora e a lungo. Le mie mani afferrano i suoi ricci mentre le sue scivolano lungo la schiena fino ai miei fianchi. Inavvertitamente gli mordo il labbro inferiore e lui emette un lamento. Mi stacco per vedere che succede. Dal suo labbro esce sangue.
Ari: Che cos'è?
Mat: Sangue.
Ari: Questo lo avevo capito genio, dico come te lo sei procurato.
Alza gli occhi al cielo e sbuffa.
Mat: Non possiamo continuare a baciraci, fingendo che non sia succecco niente?
Squoto la testa e lo fisso ancora.
Mat: Questa mattina Elizabeth è venuta qui in macchina presto e quindi io ed Avan siamo arrivati a piedi dopo. Eravamo quasi arrivati quando un paio di tipi ci vengono contro e ci trascinano in un vicolo. Ci chiedevano cosa sapessimo noi sul Monton. E io davvero non so che avrei dovuto dirgli. Poi parlavano del padre di Jade, che immagino sia il padre della vera Elizabeth. Ma ne io ne Avan sapevamo niente e allora ci hanno picchiati.
Le sue parole restano in sospeso. Continuo a fissare il rivolo di sangue uscire dal labbro di Matt.
Ari: Avan dov'è?
Mat: Ti sta cercando perchè?
Ari: Andiamo, ho un brutto presentimento.
Ci alziamo ed usciamo dall'armadio. In corridoio c'è molta luce e mi bruciano gli occhi, mi lascio guidare dalla mano di Matt. Raggiungiamo l'ingresso e per fortuna li troviamo lì seduti su una sedia.
Eli: La hai trovata!
Si alza di scatto e si avvicina a me. Anche Avan si alza e mi viene vicino, ha un occhio violastro e gonfio e il naso leggermente insanguinato.
Ari: Sto bene... più o meno.
Eli: Ma che ti era successo?
Ari: Mi sentivo male.
Annuiscono.
Ava: Bene, direi che andiamo in hotel che domani dobbiamo svegliarci presto per tornare a Boston...
Ari: Io devo prendere delle cose, poi arrivo. Tranquilli voi andate, mi farà bene camminare.
La verità è che voglio parlare con Janette. Loro si scambiano uno sguardo e annuiscono. L'unico ditubante è Matt, ma con un mio sorrisetto e qualche battito di ciglia lo convinco.
Mat: D'accordo ma torna subito. Non mi piace che giri solo conbil buio dopo quello che mi è successo.
Ari: Va bene. Tranquillo.
Mi lascia un bacio sulla fronte e poi segue gli altri fuori dall'ospedale. Io velocemente salgo le scale e arrivo al secondo piano. Cerco la mia camera, la trovo ed entro; ma è vuota. Mi guardo attorno per vedere se magari ho confuso le camere, ma il celulare sul comodino è il mio. Lo prendo in mano e tristemente mi diriggo all'uscita. Quando apro la porta un vento freddo mi avvolge. Naturale dato che siamo ormai alla fine di ottobre. Alzo il capuccio e mi copro con la felpa alzandola fin sotto al naso.
Sbloccio il cellulare e vedo un paio di chemate da Matt, Elizabeth ed Avan. Ma c'è anche un messaggio di Jennifer. Schiaccio play per ascoltare il messaggio vocale.
Jen♡: Nana, devo dirti una cosa ... (singhiozza) è appena arivato Harry. Questa sera dovevamo uscire. Ma ha detto che ... non ha più senso stare assieme ... perchè io e te non siamo più amiche ... con questa stronzata di Nate ho persoble cose più ... importanti. Ti prego perdonami...
Alla fine del messaggio scoppia a piangere. Guardo la data e l'ora del messaggio. Oggi alle 12,34. Inizio a mordicchiarmi il labbro inferiore cercando le parole più giuste da dire ora. Non mi viene nulla.
Boss: Hey!!! Ciao. Io sono Ron. Siccome sono buono ti dò l'opportunità di procreare figli belli e perfetti come il sottoscritto. Ti interessa?
Oddio, è lo stesso coglione della prima volta e con lui ci sono un paio dei suoi amichetti. Squoto la testa e accellero la camminata. Lui mi segue e mi prende un polso. Tiene stretta la presa. Merda.

My new life (Ariana Grande)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora