La macchina si ferma davanti al portone del mio palazzo. Apro la portiera e scendo seguita dopo poco da Matt. Camminiamo lentamente assaporando gli ultimi minuti di questa serata magnifica.
Ari: È stato magnifico oggi.
Mat: Si, davvero un primo appuntamento stupendo.
Restiamo in silenzio, un po' incerti su quello che dovrebbe succedere dopo. Mi fermo davanti al portone poggiando una mano sulla maniglia.
In un certo senso so che spera che io gli chieda di salire, glielo si legge dagli occhi, ma non mi sembra il caso dato che c'è Nate e c'è mia madre.
Ari: Be, grazie della bella serata.
Mat: Grazie a te.
Ari: Ci vediamo domani a scuola...
Mat: A domani.
Si china leggermente per far congiungere le nostre labbra in un bacio composto. Poi ci abbracciamo e infine mi bacia la fronte prima di andarsene un po' rattristito. Sale sulla macchina, lo saluto con la mano mentre se ne va.
Cerco le chiavi di casa nella borsa e apro il portone. Salgo le scale, entro in casa mia e mi trovo Nate seduto sul divano che mi aspetta, o almeno credo.
Ari: Sei uno stronzo. Perchè hai invitato Victoria se non ti sei presentato all'appuntamento?
Mi avvicino minacciosa. Lui si limita a spegnere la Tv, si alza dal divano e mi raggiunge.
Na: Ho deciso di tornare a casa.
Resto sorpresa.
Ari: Che vuol dire?
Na: Lascio Boston.
Sento la porta sbattere e mia madre compare dopo poco seguita da Neve, la cagnolina.
Ma: Oh, che bello. Sei tronata giusto in tempo. Porti fuori il cane?
Il suo tono non ammette repliche, infatti mi passa il guinzaglio senza ottenere una vera risposta. Nate mi guarda un po' indeciso se venire con me o aspettarmi a casa.
Ma: Vai subito, prima che questa bestiacca pisci sul tapeto.
Annuisco leggermente mentre faccio segno a Nate di venire con me. Il biondo si infila le sarpe e prende il giubotto.
Ma: Andate entrambi?
Ari: Si, problemi?
Ma: Non parlarmi in questo modo signorina.
Alzo le spalle ed apro la porta; Neve subito esce fuori scodinzolando. Nate, al solito, mette le mani in tasca e scendiamo le scale. Iniziamo a passeggiare per le vie di Boston mentre Neve zampetta scodinzolando ed abbaiando di rado.
Ari: Allora, perchè te ne vai?
Interrompo quel silenzio odioso ed imbarazzante.
Na: Perchè ho capito che con te non ho possibilità; tu e Matt siete innamorati. Non capisco perchè ho dovuto vedervi per averne conferma.
Ari: E quindi torni al paesino...
Na: Sicuramente stò meglio lì. Almeno lontano da te posso provare a dimenticarti.
Annuisco, infondo il suo ragionamento non fa una piega. Solo che mi mancherà,ecco tutto.
Ari: E per la scuola? Chiedi un altro trasferimento?
Na: In realtà non sono mai stato iscritto alla scuola di qui. Era un falso quello che ho presentato al prof oggi; Harry mi aveva fatto un certificato falso.
Camminiamo ancora un poco in sielnzio. Arriviamo ad un piccolo parchetto con delle panchine, ci sediamo su una di queste e sgancio il guinzaglio a Neve che inizia a correre qua e la. Io mi siedo a gambe incrociate verso di lui. Nate prende dalla tasca del giubotto il pacco di sigarette, ne estrae una e rimette il pacchetto in tasca. Fruga nei jeans per cercare l'accendino che trova dopo poco e da fuoco al tabacco.
Aspira profondamente e poi butta fuorì il fumo bianco e denso.
Na: Vuoi fare un tiro?
Io distolgo per un attimo lo sguardo dalla sua mano e guardo in terra.
Ari: Non so se mi convenga dopo quella volta...
Sento che soffoca una risata al ricordo di me che tossisco e divento viola per aver aspirato male il fumo.
Na: Si, forse hai ragione.
Sorrido anch'io a quel ricodo. Infondo è stato quasi tre anni fa, quando ne avevo quattordici.
Na: Ecco cosa mi mancherà di più: il tuo sorriso.
Lo guardo negli occhi per capire se è serio: non è da lui essere troppo dolce. Ma i suoi occhi sono sinceri.
Ari: Guarda che non stai per andare in guerra. Ci terremo in contatto: esiste Skype, i messaggi, le chiamate, Telegram...
Aspira ancora un po' di fumo e poi lo lascia uscire lentamente dalla bocca. Poi i suoi occhi si illuminano. Si volta verso di me.
Na: So che ti sembrerà una cosa idiota, ma dobbiamo farla prima che io me ne vada.
Inarco le sopracciglia, di che cosa stà parlando?
Ari: Cosa?
Na: Rinnoviamo il giuramento.
Ari: Il giuramento di sangue della terza elementare?
Lui annuisce, fruga nelle tasche per cercare qualcosa di tagliente per segnare un solco sul palmo della mano. Squote la testa.
Guardo nella mia borsa se c'è qualcosa, trovo una conghiglia di quando eravamo andati al mare, una parte è rotta e tagliente. La tiro fuori e la passo a Nate che la guarda un poco prima di tracciare un taglio sul palmo della sua mano destra. Mentre il sangue inizia ad sgorgaren ed tingere la sua mano di rosso mi passa la conchiglia e mi taglio anch'io la destra.
Na: Sempre amici, qualsiasi cosa accada.
Ari: Sempre.
Ci stringiamo le mani e aspettiamo qualche minuto che il sangue si mescoli e che le ferite si coabulino. Poi ci abbracciamo, lui mi fa sedere sulle sue ginocchia e mi stringe forte al petto. Il taglio brucia un pochino, ma so che passerà. Invece non sono sicura che il vuoto nel mio cuore in questo momento passerà tanto presto. Neve si avvicina alla panchina e inizia ad abbaiare, segno che è ora di tornare a casa. Le aggancio il guinzaglio al collare e torniamo verso casa.
Na: Sai, questo momento mi ricorda di quando in seconda mendia abbiamo fatto quella festa, ed alla fine ti ho accompagnata a casa. Faceva freddo uguale e tu tremavi proprio come ora.
Ari: Ti, ti togliesti il giubotto e me lo appogiasti sulle spalle. Penso che quello sia stato il primo momento romantico tra noi due; anche se non eravamo ancora fidanzati.
Na: Non è vero, il primo momento romantico è stato quando quel bullo in quinta voleva picchiarti perchè gli avevi detto che non ti piaceva.
Ari: Ti sei beccato un pugno per colpa mia.
Na: E lo rifarei mille volte per ricevere quel bacio sulla guancia.
Sorrido al ricordo di noi due bambini uniti contro tutto e contro tutti. Dopo qualche altro istante sento Nate che mi poggia il suo giubotto sulle spalle.
Ari: Grazie.
Na: Ti voglio bene.
Annuisco. Siamo ormai arrivati sotto casa. Prendo le chiavi ed apro il portone. Faccio entrare Neve e poi io e Nate la seguiamo su per pe scale fino alla porta di casa. Faccio girare la chiave nella serratura ed entriamo. Mi accuccio e tolgo il guinzaglio di Neve che scodinzolando va in camera dei miei, dove c'è la sua cuccia.
Io e Nate andiamo in camera mia. Io mi siedo sul letto a gambe incrociate e mi massaggio i piedi che mi fanno male a causa delle decoltè troppo alte; Lui inizia a raccogliere le sue cose e le mette nel suo solito borsone.
Ari: Devo restituirti le tue cose? Tipo felpe, maglie...
Na: Io devo restituirti le tue?
Ari: Non serve...
Na: Allora tieni le mie cose e ricordati del tuo migliore amico ogni tanto.
Sospiro. Nate poggia il borsone finito sul tavolo della mia scrivania e si avvicina al letto sedendosi sopra. Restiamo ancora qualche minuto fermi a guardarci, poi mi alzo, pogio le scarpe per terra e prendo una canotta.
Ari: Vado a mettermi il pigiama.
Lui annuisce. Esco dalla stanza e vado in bagno. Chiudo a chiave la porta, poggio i vestiti puliti sulla lavatrice e mi tolgo quelli che ho addosso. Infilo la canottiera larga.
Cerco nei cassetti un po' di disinfettante e del cotone per tamponare il taglio. Lo trovo, sul ripiano più alto.
Salgo sulla lavatrice e arrivo a prenderlo. Vicino alla bottiglietta di plastica c'è anche un test di gravidanza nuovo. Decido di prenderlo; se non mi vengono neanche il mese di novembre è il caso che controlli di non essere incinta. Poggio la scatolina di cartone sulla mensolina e disinfetto il taglio. Preparo un altro perzzo di cotone per Nate e glielo porto in camera. Quando arrivo lui stà sdraiato sul letto con le lenzuola poggiate sulle gambe e il torso nudo. Cazzeggia con il mio cellulare in mano. Chiudo la porta e mi siedo sul letto accanto a lui. Alza lo sguardo e incontra il mio.
Ari: Dammi la tua mano.
Lui senza esitazione mi da la mano destra, io passo il cotone sulla ferita e lui fa qualche gemito di dolore per il bruciore del disinfettante.
Ari: Sembri un bambino piccolo, ecco. Finito, vuoi anche il lecca lecca?
Lui mi fa la linguaccia. Poggio il batuffolo sul comodino e mi sdraio sotto le coperte vicino al suo corpo caldo. Lui mi abbraccia e mi carezza i capelli mentre prendo sonno.
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My new life (Ariana Grande)
FanfictionÈ arrivata l'ora di partire per la nuova città; e si sa: nuova città vuol dire nuova scuola, nuovi amici... in poche parole si volta pagina. Ed è questo che sta succedendo ad Ariana: è costretta a cambiar vita.