Capitolo 24

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La sveglia, quanto la odio.
Potrebbe rientrare nella categoria degli oggetti di tortura. Sbuffo e allungo la mano sul comodino per spegnerla, poi mi volto dall'altra parte e tento di riaddormentarmi.
Na: Mi spieghi perchè punti la sveglia se non ti alzi mai in tempo?
Alzo lo sguardo su Nate. Non puo capire il mio disagio mattutino. Come si fa ad abbandonare il calduccio delle coperte con questo freddo?
Ari: Con calma mi sveglio.
Si alza dal letto, si avvicina alla scrivania e prende i suoi vestiti iniziando a indossarli. In poco tempo è gia vestito e io devo ancora iniziare ad alzarmi.
Na: Vado a farti il caffè?
Annuisco leggermente. Lui esce dalla stanza. Con lentezza infinita mi alzo dal letto, prendo dei jeans e una felpa e li indosso, poi mi trascino in bagno dove mi trucco come al solito: mascara e matita. Infine arrivo in cucina.
Ari: Buon giorno.
Mio padre mi fa un cenno con la testa mentre intinge il biscotto nel caffè.
Ma: Ieri è passato Matt quando tu eri fuori con Neve, mi ha detto di darti questi.
Mia madre indica il mazzo di orchidee poggiate sul piano della cucina. Sorrido leggermente, me ne ero dimenticata.
Mi avvicino al mobiletto della cucina e prendo una tazza, poi frego i biscotti a mio padre guadagnandomi una sua occhiataccia. Gli faccio la linguaccia e lui me la fa a me. Ridacchio leggermente. Amo il rapporto tra me e mio padre.
Ma: E finitela che stiamo mangiando.
Alzo gli occhi al cielo; perchè mia madre non capisce un cazzo?
Na: Il caffè.
Mi versa parte del liquido amaro contenuto nella caffettiera ed il resto se lo versa per lui. Si siede al mio fianco e mi ruba i biscotti che avevo rubato a mio padre. Lo guardo storto e lui ride.
Ma: Come i bambini piccoli.
Ari: Che palle.
Mia madre mi guarda male.
Pa: E dai ragazze, sono le sette del mattino, non iniziamo subito con questa aria tesa.
Annuisco leggermente e abbasso lo sguardo sulla tazza. Bevo velocemente. Guardo l'orologio, Victoria dovrebbe essere gia qui, perderemo il bus. Nate quasi mi avesse letto nel pensiero:
Na: Non verrà, ieri le ho detto che ti portavo io a scuola, e poi torno a casa.
Ari: An, okay.
Mi rilasso leggermente. Prendo la tazza e la poggio sul lavello, poi vado in camera per preparare lo zaino. Metto tutti i libri e sono pronta.
Mi volto verso la porta e vedo Nate che mi aspetta poggiato allo stipite.
Na: Andiamo?
Ari: Okay.
Prendo le mie solite Convers e lo seguo fino in ingresso, infilo le scarpe e la giacca e sono pronta. Usciamo di casa e ci avviamo verso la Punto di Nate.
Lui la apre e mi fa accomodare sul sedile del passeggiero davanti, salendo poi al posto del guidatore. Mette in moto e dopo qualche istante fa muovere l'auto. Accendo la radio, tanto so che a lui non infastidisce, parte un pezzo di Mika; tutti e due amiamo Mika e quindi iniziamo a cantare il pezzo.
Ari: Ce la hai We are Golden?
Na: Si, la sei se non sbaglio.
Schiaccio il pulsante CD e cerco la traccia sei.
Ari: Anche se è vecchia è la mia preferita.
Na: Lo so, lo so.
Sorrido mentre parte l'introduzione. Canticchiamo entrambi un poco. La canzone finisce ed ormai sono arrivata a scuola. Nate parcheggia vicino al cancello; non c'è nessuno: al solito sono in ritardo.
Na: Be allora... ci vediamo a natale Nana.
Ari: Ci vediamo a natale Nini.
Ci stringiamo in un abbraccio semplice mentre in sottofondo Mika canta Happy ending. Prima di sciogliere l'abbraccio mi bacia la fronte.
Na: Ti voglio bene.
Ari: Anch'io.
Apro la portiera dell'auto pronta per scendere. Lui mi stringe ancora una volta a se prima di sciogliere l'abbraccio definitivamente. Scendo dall'auto e chiudo la portiera. Lo saluto mentre mette in moto e parte salutandomi anche lui con la mano. Quando la Punto sparisce completamente dietro l'angolo varco il cancello della scuola. Spingo la porta divetro dell'atrio e non c'è nessuno. Inizio a correre verso la mia classe; la porta è chiusa: merda.
Busso ed poi apro. Ma al posto del signor Lange è seduto un supplente.
Ari: Buon giorno, scusi del ritardo.
X: Salve.
Faccio per sedermi al mio solito banco in fondo alla classe quando il prof mi richiama.
X: Aspetti. Dato che è arrivata tardi lei mi aiuterà in questa lezione.
Mi volto sconcertata. Odio la Psicologia e odio quelli che la insegnano. Tolgo la giacca, poggio lo zaino e mi avvicino alla cattedra.
X: Prendi un gessetto e scrivi: vita.
Obbedisco e scrivo in bella calligrafia "vita". Mi volto verso il professore. E ora che devo fare?
X: Certamente la parola vita ti ha fatto pensare a qualcosa. Cosa?
Ari: Emh... amore?
X: D'accordo. Scrivi.
Scrivo "amore" sotto alla parola vita.
X: Tu in primo banco, cosa hai pensato quando ha detto amore?
Billy ci ragiona un poco.
Bil: Una rosa.
X: Scrivi.
Scrivo la parola rosa sotto ad Amore. Il prof chiede a quello dietro e va avanti fino a chiedere a tutta la classe. Quando ho scritto l'ultima parola si alza dalla cattedra e si avvicina a me.
X: Bene, posso dirvi che con questi collegamenti ho capito ogni uno di voi.
Ci guardiamo tutti stupiti. Che cosa vuol dire?
X: Allora, come voi saprete Freud studiò nel 1900 dei metodi per riuscire a varcare la soglia del conscio raggiungendo l'inconscio, che è la parte oscura di noi. Uno di questi metodi erano appunto le libere associazioni che consistevano in catene di parole che permettevano di penetrare al consio.
Si avvicina a me e mi mette una mano sulla spalla.
X: Spesso queste libere associazioni vengono utilizzate per compiere scelte in materie quotidiane. Come compito per casa vi dico di fare una libera associazione di dieci livelli dalla parola "scuola". Puoi andare cara.
Io torno al mio posto ed annoto sul diario i compiti. Solitamente odio la psicologia e la trovo inutile, però proverò seriamente a fare questo compito. Infondo non mi costa gran che.

My new life (Ariana Grande)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora