Capitolo 9

440 29 1
                                    

Un dolce gemito mi sveglia dal mio sogno. Ancora una volta il corpo di Nate anima i miei sogni, devo smettere di pensare a lui... anche se mi piace ancora troppo. Ad ogni modo apro lentamente gli occhi. Trovo il bambino sulla mia parte del letto con gli occhi spalancati e la lingua tra i denti. Ha una manina poggiata ad uno dei miei seni.
Allungo la mano e gli carezzo la testolina. Emette un gridolino e gattona verso l'altra parte. Alzo lo sguardo verso Avan addormentato... hey ma perchè non c'è Eliabeth ma c'è Avan nel letto? Mi giro verso il comodino e trovo un biglietto: Raggiungeteci all'ospeale per le tre, Eli. Ciò mi rilassa almeno in parte.
Mi stiracchio ed mi alzo a sedere sul letto. Ora il bambino sta giocando con il ciondolo che Avan porta al collo. Lo osservo meglio: è una piccola foglia d'acero di quelle che si aprono e che dentro hanno una foto. Il piccolo giocandoci la apre e al suo interno noto la foto di una bambina, avrà forse una decina di mesi. Cerco di guardarla meglio. Il bambino serrandola si pizzica le dita e inizia a piangere. Mi piego in avanti per prenderlo in braccio consolandolo. Per fortuna Avan non si sveglia. Il mio stomaco brontola per la fame... che ora è?
Cerco con lo sguardo un orologio nella stanza, la sveglia sul comò segna mezzogiorno e mezzo. Lentamente sposto le lenzuola di lato per poi alzarmi in piedi. Cerco di poggiare il bimbo sul letto, ma scoppia a piangere, per non svegliare Avan prendo il cellulare e sena smettere di cullare il piccolo ssco dalla stanza. Vicino alla porta nel corridoio c'è un divanetto, mi siedo, poggio il bimbo sulle gambe e mentre lui gioca con i ciondoli del mio bracciale decido di guardare un po' di messaggi. Prendo il cellulare e accendendolo mi accorgo che è da ieri mattina che non rispondo a chiamate e messaggi. Subito compare il contatto di Nate. Oltre a un miliardo di chiamate c'è anche un messaggio, un unico messaggio.
Amore: "Hey cuore, non preoccuparti. Sono sempre qui pronto a proteggerti da qualunque minaccia. Mi maca il cavallo bianco e l'armatura lucente, ma voglio essere il tuo principe azzurro.
Ecco, questo è stato il primo messaggio di quando stavamo assieme. Ricordi? Tu avevi appena detto ai tuoi di noi e loro volevano cacciarti.
Ho deciso di rimandartelo per ricordarti che qualunque cosa sia successa io ti amo ancora e a distanza di tre anni è lo stesso amore che mi attira a te.
So che ci vorrà del tempo ma ti prego, non odiarmi per sempre."
Alzo lo sguardo dal cellulare con le lacrime agli occhi. Le mie mani tremano. Vorrei scrivergli che lo amo ancora e che tutto passerà e torneremo assieme. Ma nulla sarà come prima.
Il cellulare vibra nella mia mano. Abbasso lo sguardo e sulla ciat con Nate compare un nuovo messaggio.
Amore: "Sai, ho appena fatto un incubo: mandavo a puttane i nostri 3 anni assieme per colpa di Jen... ti prego dimmi che non è vero... :'("
"Per favore non scrivermi che stò cercando di dimenticarmi di te."
Amore: "Ti prego non puoi fare così... io ti amo."
"Mi sembra tu mi abbia mostrato il contrario."
Amore: "Ma io ti AMO. Sei la mia vita. La mia stella polare, senza di te io sono perduto."
"DIMOSTRAMELO".
Aspetto qualche minuto e non ottengo risposta. Esco dalla ciat e sposto il dito sul cestino.
"Eliminare ciat con Amore?"
"Ok."
Scompare tutto. Butto all'indietro la testa mentre le lacrime scendono lungo le mie guance.
Addio Nate Wiston.

Pri: Cat Valetine.
Il primario di psichiatria chiama il mio falso nome. Io, avendo ricevuto specifiche raccomandazioni di non parlare, mi faccio spingere da Avan davanti al primario che sfoglia una cartellina in cerca dello specializando e dello psichiatra a cui affidarmi.
In realtà Elizabeth ha truccato la cartella e dovrei capitare con lei e Matt così avrà il tempo di cercare indizi su suo padre.
Finalmente il dito grassoccio del tipo si ferma su una riga.
Pri: Lei è stata affidata a Jade West ed... Frenk Grande.
Che ci fa mio padre qui?!? Mi volto verso Avan con sguardo terrorizzato: ora che facciamo?
Lui non perde la calma e si avvicina ad Elizabeth e Matt che stanno discutendo.
Eli: Farò in modo di collaborare per trovarci. Per ora è meglio raggiungere il signor Grande.
Tutti annuiscono tranne me.
Ari: È mio padre.
Avan ed Matt sgranano gli occhi.
Eli: E va be... vieni qui.
Si inginocchia davanti a me e mi scompiglia i capelli mettendone buona parte davanti alla faccia. Poi prende la felpa di Avan e me la fa indossare tirando su il capuccio.
Eli: Fatto. And...
Viene interrotta da una voce fin troppo famigliare.
Pa: Salve, io sono il dottor Grande e vi seguirò in questi tre giorni cercando di curare la sindrome della depresione post-parto.
Ava: Grazie dottore. Piacere Beck Oliver e lei è la madre di Jack, si chiama Cat Valentine.
Mio padre si china in avanti per scostare i capelli dalla mia faccia. Per fortuna poco prima che le sue dita scostino i miei capelli il primario ci invita a formare un cerchio per conoscerci. Per fortuna che Matt si era nascosto dietro una colonna quando mio padre era arrivato ed ora è sparito con Elizabeth.
Ad ogni modo Avan spinge la seggiola a rotelle sistemandola tra le altre i cerchio. Mio padre si sistema dietro con Avan.
Il primario fa spiegare ad ogni mamma la propria vita e il parto.
Tutte le voci mi arrivano ovattate perchè la mia attenzione la ha catturato una ragazza, avrà circa la mia età... forse qualche anno in più. Osservo il modo tremante di tenere le mani assieme, l'espressione del suo volto, i polsi fasciati logorati da troppi tagli e il suo sguardo perso. Arriva il suo turno di parlare. Ha una voce bassa, quasi sussurrata, tant è che il primario deve ripetere le parole che dice ad alta voce.
Rag: Il mio nome è Janette. Ho 19 anni e due anni fa ho dato alla luce Justin. Due mesi dopo il concepimento ho scoperto che il padre, il ragazzo che amavo ed amo ancora, mi tradiva. Appena lo ho scoperto ho deciso di mollarlo, non ostante le preghiere e le sue scuse. Dopo un paio di suoi messaggi gli ho detto di dimenticarsi di me. Per tutti i nove mesi della gravidanza non lo ho sentito più. Un paio di mesi dopo il parto ho deciso di far conoscere a Justin suo padre. Ma... quando sono andata a casa sua i ... i suoi genitori mi hanno detto che Natan non c'era più, era morto suicida. Tutti i messaggi in cui diceva di voler morire, tutte le chiamate a cui no rispondevo erano una spinta verso ...
La ragazza smette di parlare come se non potesse spingersi oltre. Inizia a piangere. Sussurra il nome Natan.
In un secondo mi viene in mente Nate. La mia storia è molto simile. Prendo il cellulare e vedo un messaggio suo.
Amore: "Voglio farla finita."
Guardo la data d'accesso ed è Online. Gli scrivo un messaggio.
"NON FARE STRONZATE."
Visualizza subito ma non rispondere e questo mi fa agitare. Compongo il suo numero e dopo diversi tentativi no risponde. Vado nella ciat con la mia EX migliore amica. Anche lei mi ha scritto messaggi che non avevo letto.
"Come stà Nate? È a casa?"
Risponde subito.
Jen♡: "Che bello sentirti!!! ♡"
"RISPONDI: Nate è a casa?"
Jen♡: "No, sono a casa sua che lo sto aspettando da un oretta. La madre mi ha detto che è uscito questa mattina verso le 12,40... perchè?"
"Aveva qualcosa con se... una corda o qualcosa del genere?"
Jen♡: "La chiatarra ed una valigetta nera di pelle. Mi stai spaventando con tutte queste domande."
"Che ha detto prima di uscire?"
Jen♡: "Addio"
Il telefono mi cade dalle mani. Il mio cuore si ferma e tutto attorno a me viene a meno. Sento solo le sue ultime parole prima di uscire, addio.
La stanza attorno a me inizia a girare fino ad essere inghiottita nel bianco.
Aspettami Nate, ti sto raggiungendo tra gli angeli.

My new life (Ariana Grande)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora