Brian è a dorso nudo e sta chiudendo la porta, gli guardo le spalle, sono allenate così come i pettorali e gli addominali, deve fare palestra.
Si gira verso di me e io sposto lo sguardo imbarazzata. Lo vedo fare un mezzo sorrisetto e prendere la maglia che è appoggiata sul mobile di fianco a lui indossandola.
Mi fa cenno di seguirlo prendendo la mia borsa. Arriviamo in salotto e mi dice di sedermi sul divano, poi lui scompare in corridoio e mi inizia a salire l'ansia.
Non posso dirgli a che associazione appartengo nè perchè sono scappata, in più sono in una casa che non conosco con una persona che, seppur sembra un bravo ragazzo, non conosco. Le mie armi erano nella borsa, cazzo! Preoccupata mi tocco la pistola stordente che è ancora nella cintola dei miei pantaloni tranquillizzandomi.
Quando torna si siede di fianco a me, allunga una mano verso il mio viso e mi sfiora lo zigomo gonfio. Mi ritraggo al contatto delicato, per pochi secondi assume un'aria ferita, ma poi tutto torna come prima.
-Allora, vuoi dirmi cosa è successo?-
-Io..ehm, non posso, e ho sbagliato a venire qua, scusami- dico alzandomi e andando verso la porta, non posso metterlo in mezzo a queste cose.
-Aspetta- mi dice afferrandomi il polso -se non puoi dirmi cosa è successo non fa niente, so che di questi tempi è difficile fidarsi delle persone-
Lo guardo, sembra davvero preoccupato.
'I suoi genitori sono stati uccisi da noi sei anni fa' mi risuonano nella testa queste parole.
Per la prima volta mi accorgo di quanto in realtà Brian sembri solo.
Decido di restare e la mia è una scelta egoista.
Dopo uno po' di silenzio dico- Sto scappando da un'associazione, ti prego non chiedermi altro-
-Chi ti ha fatto quei lividi?- Chiede ignorando il mio desiderio di non subire un terzo grado.
-Un soldato appartenente a quest'associazione- dico stanca ripensando alla pazzia che ho visto negli occhi di Logan questa notte.
Deve accorgersi che c'è qualcosa che non va perchè cambia discorso e mi chiede se ho fame. Annuisco e lui camminando verso la cucina mi domanda -Ti piacciono i pancakes?-
-Si- dico con troppo entusiasmo rispetto a quello che dovrei avere, pensando alla pastella morbida e dolce.
Sono le 7.30, sto mangiando pancakes in casa di un quasi sconosciuto, in sua compagnia e con una fra le associazioni più potenti che a breve sarà alla mia ricerca.
Tuttavia in questo momento sento che niente può rovinare la spensieratezza che danza nel mio cervello.Penso che la mia vita prenda ogni pensiero come una sfida, perchè immediatamente sento i passi di Ace scendere sulle scale che danno al secondo piano e nuovamente i sensi di colpa si rifanno vivi.
-DAFNEE!!-
Mi giro verso di lui sorridendogli e giusto perchè la tristezza che provo in questo momento non basta, il bimbo mi corre in contro abbracciandomi e sbattendo la testa nel mio stomaco, nell'esatto punto dove ho ricevuto il calcio, strappandomi una smorfia di dolore.
Brian se ne accorge, infatti si alza per staccarmi Ace di dosso, gli sussurro di non preoccuparsi e accarezzo la testa del bimbo, che guardandomi il viso cambia subito espressione.
-Cos'hai fatto alla faccia?- mi chiede con la sua vocetta stridula.
-Sono caduta dalle scale- gli rispondo sperando che non si accorga del fatto che cadere dalle scale contemporaneamente su due lati del viso sia praticamente impossibile.
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solo tu scrivi il tuo destino.
ActionQuando ti accorgi che una scelta è sbagliata, ma ormai è troppo tardi, questa ha già danneggiato abbastanza le persone che ami. Può esserci una possibilità? Spetta solo a te scoprirlo e la scelta di cambiare strada o no dipende solo da te. Sei tu c...