Epilogo

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Quando mi sveglio, sono in una stanza tutta bianca.
Spalanco gli occhi e stringo il lenzuolo che mi copre.
La stanza nei sotterranei della base.

-Calmati Dafne- mi dice qualcuno.
Al mio fianco c'è Brian che mi prende la mano e riacquisto lucidità.
Sono su un lettino circondato da macchinari e fili.
-Sei in infermeria- mi informa Brian.
Mi rilasso.
-Infermeria?-
-Dopo che Logan ti ha sparata, io ho preso la pistola e ho risposto al colpo.
L'ho colpito al petto e il ragazzo che lo affiancava se lo è caricato sulle spalle e se ne sono andati.
Poi ti ho portata alla BlackHir sotto consiglio di Jonathan, qui sei stata in coma per dieci giorni e ora ti sei svegliata, finalmente.-
-Logan è morto?- Chiedo.
Brian scuote la testa.

-Come faccio a togliermi questi fili?-
-Aspetta, ora chiamo la dottoressa- mi dice uscendo dalla stanza.

Mi guardo intorno, alle pareti sono appesi piccoli quadretti che prima non avevo notato.
Guardo lo schermo che segna il battito del mio cuore fino a quando Brian non ritorna accompagnato da una donna con i capelli biondo cenere.
Mi si avvicina con un sorriso materno.
-Sono felice che tu ti sia ripresa, sai non ce la facevo più a vedere questo ragazzo passare giornate intere seduto qui dentro.- mi dice in tono affettuoso.

Scocco un'occhiata curiosa a Brian che mi guarda leggermente imbarazzato.
-Prova ad alzarti- mi dice poi la donna.

Quando lo faccio avverto una fitta di dolore al torace e strizzo gli occhi.
-Fai piano e non sforzarti-
Annuisco mentre comincia a togliermi i lavaggi ed il resto dei fili.

Una volta che ha finito mi fiondo giù dal letto e un capogiro mi costringe ad aggrapparmi a Brian.
-Potresti soffrire di vertigini in questi giorni dato il tempo passato sdraiata.- mi informa la dottoressa.
-Già, l'idea mi aveva sfiorato- dico in tono sarcastico.
-Prima di uscire dalla stanza devo fare alcuni accertamenti, quindi restate ancora qui, torno subito.-

Mi risiedo sul materasso e il dolore è tanto forte che non mi fa vedere bene.
-Ma fai un po' di attezione però- mi rimprovera Brian.
Faccio un verso non propriamente amichevole.

Quando la dottoressa ritorna, porta con sé varie cose.
Mentre si avvicina per misurare la mia pressione sanguigna, noto il cartellino che porta con il suo nome sopra. Si chiama Antonella.

Una volta che ha finito, si annota i valori in un'agendina rossa per poi passare al prelievo.
Le porgo il braccio sottile e lei infila l'ago in una vena in prossimità della piegatura del gomito.

Vedo la siringa riempirsi del liquido scuro.
Infine estrae l'ago e versa il sangue in un barattolino. Mi ritrovo a pensare che sia riduttivo chiamare questo luogo infermeria.
Poi Antonella sorridendo ci dice che possiamo andare e mi avverte che oggi dovrò andare a cambiare le fasciature.

Brian mi fa visitare un po' il quartier generale della BlackHir, ma quasi subito il dolore alla ferita diventa insopportabile e quindi mi porta nella sua stanza dicendo di doverne chiedere una per me.
La stanza ha le pareti dipinte di giallo.
Il pavimento è in legno.

Mi sdraio sulle coperte verdi del letto.
-Dove si trova Ace?- Chiedo all'improvviso.
-Gli è stata data una stanza nell'ala dove stanno i bimbi-
-Ora fate parte di quest'associazione?-
-Ci fai parte anche tu- mi risponde.
-Ma io facevo parte dell'EXWID...-
-Non si sono opposti neanche minimamente dopo aver ascoltato la tua storia e dopo aver capito la figlia di chi sei-
-Conoscevano i miei genitori?-
-Sì, e anche i miei. Mi hanno raccontato tutto- dice, poi continua -ora vado a vedere che stanza ti danno, non muoverti.-
Annuisco e lui se ne va.

Dopo circa cinque minuti sono annoiata, così facendo attenzione mi alzo dal letto ed esco nei corridoi.

Arrivo di nuovo nell'infermeria.
Vedo che la stanza affianco a quella dov'ero io è occupata.
Dal vetro che la separa dal corridoio, vedo una ragazza sdraiata su un lettino.

Ha i capelli biondo oro.
Al suo capezzale c'è un ragazzo dai capelli castani.
Quest'ultimo si gira nella mia direzione alzandosi dalla sedia.
Dopo pochi secondi apre la porta.

-Sei la ragazza nuova?- Mi chiede.
Annuisco imbarazzata, poi gli chiedo indicando la persona sul letto -La ragazza chi è?-
-Una mia amica, perché?-
Alzo le spalle.
-Ha un viso familiare- dico alla fine.
-Vuoi entrare?-
-Non voglio disturbare- dico educatamente.
-Figurati- dice liberando l'entrata.

La stanza è identica a quella in cui mi sono svegliata.
-Come si chiama?- Devo sembrare un'impertinente.
-Skylyn-
-È molto bella- dico infine.
Il ragazzo annuisce sorridendo.
Deve tenere molto a lei.

Qualcuno bussa ed entra.
-Sì Brian, è qui- dice la dottoressa riferendosi a me e mi fa segno di uscire.

-Scusa per il fastidio- dico al ragazzo.
-Non preoccuparti, puoi tornare quando vuoi-
Mentre esco per andare da Brian che mi fa una ramanzina, con la coda dell'occhio noto qualcosa sulla spalla della ragazza.
Un tatuaggio nero.
Una X.
La X dell'EXWID.

CONTINUA.

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