Capitolo 11

3.7K 187 15
                                    

Passo il resto del giorno a dormire dato che non chiudo occhio da ventiquattro ore.

Quando mi sveglio è sera, scendo al piano di sotto sperando che ci sia qualcosa da mangiare.

Per mia fortuna trovo Brian, con la faccia di uno che si è svegliato da poco, che armeggia con le pentole. Appena mi vede mi sorride.
-Che stai cucinando?- Chiedo.

-Stasera abbiamo dovuto arrangiarci con del cibo in scatola, che ho portato. Domani andremo a comprare il necessario-

Annuisco poi gli chiedo -Ace?-

-È sveglio da stamattina e cammina per la casa, ora è nella stanzetta ha detto di aver trovato i miei vecchi giochi- 

-Ti aiuto- 

-Va bene-  risponde porgendomi una di quelle scatolette, apro la linguetta e verso il contenuto nella pentola per riscaldarlo. Non sono mai stata amante di questi cibi prepreparati anche se ho dovuto abituarmi per le missioni che facevo.

-Qui abbiamo finito, perché non vai a chiamare Ace?- Mi chiede ed io annuisco.

Vado nella stanza dove ieri ha dormito. Busso e una vocetta acuta mi invita ad entrare. Apro la porta e trovo Ace seduto per terra con un dinosauro in mano e tanti altri giochi buttati per terra, gli sorrido e gli dico di venire a mangiare. 

Una volta che abbiamo finito di cenare Ace ritorna a giocare nella sua stanza ed io rimango in cucina con Brian. 

-Non finiranno mai queste cose- dice Brian con aria rassegnata.
Mi giro verso di lui e noto che sta guardando il televisore che era acceso e a cui avevo smesso di prestare attenzione già da parecchio.

Mi applico per capire meglio di cosa si sta parlando e capisco che sono le solite scorrerie delle bande di criminali in giro per la nazione. Sembra di essere ritornati ai tempi dei barbari, questi armati vanno nei paesi e rubano tutto ciò che trovano e se qualcuno osa ribellarsi viene ucciso.

-Sono piccole bande criminali, stupide fra l'altro, agiscono solo per soddisfare il loro bisogno di soldi e di cibo, dopo poco vengono presi e messi in galera non sono estremamente intelligenti- dico in modo distaccato.

Brian mi fissa assottigliando gli occhi, lo guardo interrogativa, poi lui risponde al mio sguardo dicendo -Tu davvero sei strana, hai un carattere che boh, il giorno prima sei attenta a tutto, il giorno dopo non ti interessa di niente, quello prima sembra che ogni piccola cosa possa farti venire una crisi e quello dopo niente ti colpisce minimamente- 

Sarei tentata di rispondergli male se non fosse che: punto uno ha ragione e punto due me lo ha detto con il tono neutro e senza critica di una persona che è davvero interessata a capire qualcosa.

Tuttavia non so cosa dirgli e quindi mi faccio un'alzata di spalle. Lui sbuffa infastidito.

-Non so cosa dirti- gli rispondo per accontentarlo.

-Sei così misteriosa tu, non credi che potresti dirmi da cosa stai scappando? Oppure cos'hai fatto per essere inseguita magari...-  Lo blocco non permettendogli di finire la frase -Ti ho già detto di non chiedermi niente su questo.- Rispondo, poi rendendomi conto del tono che ho usato aggiungo in tono più calmo -Scusami, lo so che hai tutto il diritto di sapere dato che mi hai aiutato molto, però chiedimi quello che vuoi ma per ora questo non posso dirtelo- 

Lo guardo negli occhi e lui allora mi chiede -Come sono morti i tuoi genitori?-

La domanda mi fa sobbalzare, ma almeno questa posso spiegargliela.
-Sono stati uccisi durante una missione, facevano parte di un'associazione-

solo tu scrivi il tuo destino.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora