Capitolo 18

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-Quindi oggi si va a casa di Sara?- Mi chiede Brian disegnando con le dita dei cerchietti sul mio braccio.
Annuisco.

Quando ci alziamo dal letto sono le 7.00 e quando usciamo da casa sono le 8.00.
Ci dirigiamo alla fermata dell'autobus siccome la casa di Sara è in un paesino vicino.

Brian raccomanda Ace di restargli attaccato.

Non abbiamo potuto lasciarlo da solo in casa, sarebbe stato pericoloso.

Il fatto di avere la responsabilità di altre vite addosso mi mette ansia, nelle missioni dell'EXWID ognuno badava a se stesso.

Dopo dieci minuti di viaggio nell'autobus sto già dormendo.
Aver passato la nottata in bianco non mi sarà d'aiuto.

Quando arriviamo è Brian a svegliarmi, anche lui non ha dormito a causa mia e adesso lo sto trascinando in un posto che potrebbe essere un potenziale pericolo, mi sento in colpa.

Sara ci guida fino alla nostra destinazione e quando stanno per entrare li fermo.
Mi appoggio due dita sugli occhi per cercare di fermare il crescente mal di testa, poi dico -La casa è senza abitanti da un po' di tempo, per quanto ne sappiamo potrebbero essere entrati ospiti indesiderati. Uno di noi deve rimanere qui con il bambino-
Dico indicando Ace.
-Marcus tu saresti il più adatto dato che io e Brian abbiamo più preparazione tecnica sul combattimento e Sara è l'unica a conoscere dove si trova ciò che cerchiamo.-
Marcus annuisce e io lo raccomando di mischiarsi alla folla e non far capire che è con noi.

Sara ci apre la porta e io e Brian entriamo puntando le armi. Una volta dato il via libera entra anche la ragazza.

Dopo un susseguirsi di stanze lei ci informa che siamo arrivati.
Sposta una libreria dove dietro si nasconde una porta grigia blindata.
Inserisce un codice e la porta si apre.

Scendiamo delle scale al buio poi arriviamo dinanzi ad un'altra porta.

Sento nuovamente bip-bip-bip, un altro codice.
Con un click la porta ci avverte di essersi aperta.

Entriamo in una stanza, subito sento il rumore di un generatore azionarsi e le luci bianche si accendono.

Le pareti e il pavimento sono blu.
Ci sono tanti scaffali grigi riempiti di scatole e fogli.

-Io rimango sulla porta a fare da guardia- dice Brian.
Sara si dirige verso il primo scaffale passando in rassegna i vari fogli.

Mi giro intorno e qualcosa cattura la mia attenzione.
EXWID.
Prendo la scatola su cui è scritto il nome dell'associazione.

La tiro fuori e la apro, al suo interno ci sono tantissime cartelle e tantissimi nomi.

Ne cerco due.

Quando trovo i documenti corrispondenti il mio cuore perde un battito.
Matthew Fire. Hilary James.
I nomi dei miei genitori.

Qualcos'altro mi salta all'occhio. Dafne Fire. C'è anche la mia di cartella.
Come fanno ad avere tutte queste informazioni?
Prendo le tre cartelle e le metto all'angolo dell'altro scaffale.
-Trovato qualcosa?- Chiede Brian.
Sia io che Sara rispondiamo di no.

Dopo circa un'ora di ricerca io trovo una cartellina nella sezione droghe.
Double Hell.
Perfetto.
-Eccola, l'ho trovata- Sara si sporge per vedere e sorride.
-Bene, ricerca finita- annuncia.
Apro il mio zaino ed infilo i documenti, compresi quelli dell'EXWID.
Chiudo tutto ed usciamo dalla stanza.

Mi sento come se fossi una ladra, ma ho bisogno di sapere.
Brian mi dà le spalle e io mi ritrovo a pensare a cosa l'associazione, di cui facevo parte poco tempo fa, gli ha fatto.

Mi sento una vile a non avergli parlato di niente. Ho così paura che lui non voglia più vedermi e ora come ora io ho bisogno di lui.
Mi sto affezionando. O meglio, mi sono già affezionata.

Quando usciamo la luce del sole mi investe facendomi socchiudere gli occhi.

Vediamo in lontananza Marcus con Ace, seduto sulle gambe, intento a mangiare un gelato nonostante siamo all'inizio di febbraio.

-Avete fatto?- Chiede Marcus.
Sara annuisce e torniamo a casa.

Mentre siamo nell'autobus Brian mi domanda se va tutto bene.
E io annuisco.
Anche se non è vero.

Quando arriviamo a casa tiro fuori il fascicolo riguardante la Double Hell.
Ci sono varie informazioni e tanti nomi.
-Non è un'associazione molto potente- dico continuando a sfogliare le pagine.

Di tanto in tanto cerchio qualcosa che potrebbe servirci.
-Niente che possa aiutarci concretamente- dico sbuffando -dovremmo raccogliere indizi sul posto o non concluderemo niente-
Chiudo il fascicolo e vedo Sara intristirsi.
-Hei, la troveremo- le dice Marcus.
-Certo che la troveremo- è Brian.
Annuisco poco convinta, sarà come cercare un ago in un pagliaio.

Una volta mangiato Ace si addormenta sul divano.
Marcus sta consolando Sara che è scoppiata in un pianto di frustrazione ed io sentendomi di troppo esco fuori.

L'EXWID non mi è venuta a cercare. Cos'è che ha in testa?
Quali sono i suoi piani?
Non trovo le risposte alle mie domande, questo mi fa arrabbiare.
Mi alzo ed inizio a prendere a pugni il muro elencando nella mia testa tutto quello che non va.

Così parto dall'EXWID che non si fa viva, continuo con l'odio che provo per Logan, con l'odio che invece provo verso me stessa per non avere il coraggio di dire la verità a Brian, per il fatto che stiamo seguendo una pista fantasma con Sara e Marcus, per l'uomo di ieri sera e per tante altre cose.

Continuo finché le nocche non mi sanguinano, finché non sento le mani di qualcuno sulle spalle.
Le mani di Brian.

Mi aspetto una ramanzina e invece mi dice semplicemente -Ti va di fare due passi?-
-Va bene-

Arriviamo in prossimità di un ruscello.
Il rumore dell'acqua che scorre mi entra nella testa rilassandomi.

Ci sediamo sotto un albero.
Le nostre spalle si sfiorano e nonostante i cappotti sento la spalla andare a fuoco.

Guardo per terra.
-La neve si è già sciolta- noto dispiaciuta.
-Da queste parti solitamente non nevica e quando succede non dura molto- mi spiega Brian.

Dopo un po' mi dice -Sei proprio bella tu, lo sai?-
Le mie guance si infuocano e mi giro a guardarlo.
-Io non sono bella, sono carina, nulla di che- rispondo.
-no, sei bella e lo sei nelle piccole cose che fai, lo sei quando hai sonno, quando sei pensierosa o quando sei arrabbiata. Sei bella dopo un allenamento e durante, eri bella anche mentre giocavi con i fili di erba secca facendo vagare la mente chissà dove. Sei bella sempre tu e non solo fuori è per questo che io... beh io mi sono arrabbiato quando ho saputo che quel Thomas ti girava intorno, non voglio che altri ti guardino come ti guardo io...-
E' un fiume di parole il suo, tutte mi rimangono incise sulla pelle e credo che non le dimenticherò mai, eppure non riesco a rispondere, non riesco a dire niente, così faccio quello che desidero fare da parecchio tempo.
Lo bacio. E Dio, se avessi saputo quanto fosse bello farlo lo avrei baciato tempo fa.

Quando ci stacchiamo mi sorride, gli sorrido anche io e il mio cuore fa una capriola prima di affondare nei sensi di colpa.

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