Capitolo 16

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Sono passate due settimane da quando io e Brian ci siamo riappacificati, solo che non è come prima.

C'è qualcosa di diverso, di strano fra tutti e due. C'è tensione e ci parliamo come se fossimo due estranei, nessun accenno a ciò di cui abbiamo discusso.

Non litighiamo, ma a questo punto avrei preferito quello, almeno sentivo qualcosa fra noi due, anche se fosse stata rabbia. Sicuramente sarebbe stato meglio di questa calma piatta e fredda.

Questi pensieri mi affollano la mente mentre sono sdraiata sul letto a guardare il soffitto bianco.
Quando poi decido di alzarmi, ho mal di testa.
Oggi dobbiamo continuare con gli allenamenti.
Scendo le scale trascinando i piedi. Arrivo in cucina e Sara mi salta al collo.
-AUGURI!!- Grida ed inizialmente non so il perché, poi ricordo.
È il giorno del mio compleanno.
Le sorrido ricambiando l'abbraccio.
Anche Marcus mi fa gli auguri.
-Così fai 16 anni?- Mi chiede ed io annuisco distratta guardandomi intorno.
-Brian?- Domando.
-È uscito ma credo che tra poco tornerà- mi informano.
-Ah, ok- dico delusa.
Qualcosa mi salta alle spalle aggrappandosi a me e per poco non mi fa cadere. È Ace.
-Dafne ti ho fatto un regalo- mi dice con tono squillante nelle orecchie.
-Davvero cosa?- Dico mostrandomi felice.
Lui in risposta mi porge un foglietto di carta su cui c'è disegnata una ragazza che immagino debba essere io e poi un bimbo che suppongo sia lui, poi sotto vi è un ''ti voglio bene'' gigante scritto con un pennarello rosso.
Sorrido e poi gli bacio la guancia.

-È bellissimo- dico.
Lui entusiasta mi abbraccia.
Poi la porta si apre interrompendo il momento, è Brian.
-Marcus ricordi cosa dovevamo fare dai vieni- dice Sara.
-Cosa dovevamo fare?-
-Idiota vieni!-
-Oh,Ace vieni anche tu- dice alla fine il ragazzo capendo.
Restiamo io e Brian da soli.
Lui si avvicina, io gli sorrido.
Mi sorride a sua volta e mi abbraccia facendomi gli auguri.
Mi bacia la guancia e mi sorprendo a pensare alle sue labbra.

-Ti ho preso una cosa- mi dice mettendosi la mano nella tasca del giubbino cercando qualcosa.
Alla fine caccia una collanina sottile di argento a cui vi è appesa una pietra blu notte. La guardo meravigliata dal bellissimo colore.
Prima che possa dire qualcosa viene dietro di me e mi sposta i capelli delicatamente provocandomi i brividi su tutta la schiena.
Mi mette la collanina.

Guardo ancora la pietra.
-È bellissima- dico alla fine.
-Sono felice che ti piaccia- mi dice sorridendo.
-Inizialmente ero indeciso poi colui che me l'ha venduta ha detto che la pietra corrispondente ai nati di febbraio è lo zaffiro, così ho preso questa- continua.

-Comunque potete scendere eh- urla rivolto agli altri.
Avrei voluto stare ancora da sola con lui, vorrei chiedergli tante cose, ma poi loro scendono e non posso più farlo.
Facciamo colazione e poi continuiamo con gli allenamenti, mangiamo a mezzogiorno e la giornata sembra procedere calma.

Il pomeriggio verso le tre Sara vuole uscire a fare una passeggiata in paese, così andiamo.
Mentre stiamo passeggiando noto le mani intrecciate di Marcus e Sara, ogni dito di una a riempire gli spazi dell'altro e viceversa.
Non mi è mai piaciuto tenere per mano così una persona.
Mentre sono assorta nei miei pensieri qualcuno mi tocca la spalla.

Mi giro e c'è Thomas. Stupita lo saluto.
-Tutto bene?- Mi chiede.
-Sì, tu hai finito di giocare a nascondino?- Rispondo.
Lui ride.
Poi saluta anche Sara che annuncia che è il mio compleanno, ovviamente.
-Davvero?- Chiede e io annuisco.
-Bhe allora auguri- mi dice sporgendosi per baciarmi la guancia.
Il contatto fisico con una persona estranea mi infastidisce.
Poi qualcuno lo spinge lontano da me.
Guardo meravigliata Ace che si frappone fra me e il nuovo arrivato.
Ha la faccia arrabbiata.
-Tu sei?- Chiede Thomas abbassandosi alla sua altezza sorridendo. Nonostante i suoi sforzi si vede che è infastidito.
-Non toccare Dafne!- Urla in risposta.
-Io le ho semplicemente fatto gli auguri- dice Thomas.
-Non puoi farglieli- dice facendo la linguaccia.
Adesso Thomas non sta sorridendo più e io prendo Ace in braccio in segno di protezione, ma anche per farlo calmare.
Con la coda dell'occhio vedo Brian guardarmi accigliato.
-Allora ci vediamo in giro- dice Thomas alla fine.
Annuisco.
Poi scompiglia la testa al bambino e va via.
-Ace perché...- Sta per chiedere Marcus, ma lui incastra la testa nell'incavo fra il mio collo e la spalla in segno di non voler parlare.

-Ace dai vieni in braccio a me- dice Brian.
-NO!-urla il bimbo stringendomi più forte.
-Non preoccuparti, ce la faccio- dico a Brian e lui annuisce.
Ace sta giocando con i miei capelli quando entriamo in un locale e ordiniamo tutti una cioccolata calda.
Ace non ne vuole sapere di scendere, così devo bere la mia bevanda stando attenta a non ustionargli la testolina.

Tra me e Brian è sceso nuovamente il nulla, non che se ne fosse andato, ma si era affievolito.

Quando dobbiamo andarcene, Ace continua a starmi avvinghiato addosso, così lo riprendo in braccio.
Fuori è ormai sera.
-C'è un bel posto dove potremmo andare- dice Marcus.
-Dove?- Chiedo sistemando Ace in una posizione più comoda.
-A dieci minuti da qui c'è un lago, è molto bello di sera.-
-Ci andavo quando ero piccolo- dice Brian sorridendo appena. Lo guardo e lui smette.
Sospiro, ho intenzione di parlargli.

Dieci minuti dopo siamo arrivati e io ho le braccia distrutte. Il lago è davvero bello, vi è una leggera nebbia sull'acqua che nasconde appena il riflesso della luna.
Sorrido, veramente un bel posto.
Ace sta dormendo. Brian prova a prenderlo e lo sveglia.
Lui inizia a piangere e dice che è arrabbiato con il fratello.

-Va bene, tutto quello che vuoi, ma ora devi scendere, e se proprio non vuoi camminare devi accontentarti di farti portare da me, Dafne è stanca.-
-Da te no!- dice ancora in lacrime.
Brian si porta le mani al viso, poi guarda Marcus e Sara.
-Campione, dai vieni con me- dice Marcus liberando le mie braccia che sento appena.

-Cosa gli hai fatto?- Domanda Sara a Brian.
-Non ne ho la più pallida idea- risponde.
Marcus alza le spalle poi fa cenno a tutti di seguirlo.
Quando Brian comincia a camminare lo prendo per un braccio.
-Posso parlarti?- gli chiedo.
Lui annuisce e poi urla rivolto agli altri -Vi raggiungiamo dopo-
-Ok- urla Sara di rimando.
Cosi iniziamo a camminare nella direzione opposta alla loro.

-Allora di cosa volevi parlarmi?- Mi chiede mettendosi le mani in tasca.
-Perché ti stai comportando così con me?-
-Non mi sto comportando in nessun modo- dice piatto.
-Come in nessun modo? Sono giorni che mi tratti con freddezza... E  potresti gentilmente guardarmi mentre parlo?-
Finalmente si gira e pianta i suoi bellissimi occhi verdi nei miei.
Non hanno nulla a che fare con il verde di quelli di Thomas.
-Sei tu che ti comporti in modo strano-
-Brian spero davvero che tu stia scherzando...- Dico infastidita.
-No-
Smetto di camminare -Ma sei impazzito? Da quando due settimane fa abbiamo parlato non ti capisco più, sei distante, fra di noi c'è freddezza-
-Non noto niente di diverso.-
-Ok Brian, va bene se non vuoi parlarmi, ma avresti potuto dirmelo prima- dico girandomi e prendendo la strada di casa.
-Non fare la stupida, non te ne puoi tornare a casa da sola.-
Continuo a camminare senza rispondergli.
Mi prende per il polso.
-Ti sto parlando-
-Anche io ti stavo parlando, ma dato che con te non si può dialogare, da oggi in poi nemmeno con me si potrà fare- e ritorno a camminare.
Mi segue  affiancondomi.
Sbuffo infastidita.

A metà strada in lontananza ci sono alcuni ragazzi.
Il mio cuore accelera pronto all'azione quando uno di questi si avvicina.
Provo stupore quando capisco che si tratta di Thomas.
-Sembra destino che dobbiamo incontrarci, eh?- Mi dice.
-Già, così sembra- rispondo.
-Prima non abbiamo avuto il tempo di presentarci, mi chiamo Thomas- dice porgendo la mano a Brian con un sorrisetto di sfida.
Brian ricambia il sorriso.
-Brian-
-Immagino tu sia un'amico di Dafne?-
-Sì- risponde Brian poi aggiunge -tu, invece, un suo conoscente?-
L'espressione sorridente di Thomas vacilla per un secondo, poi ritorna tutto normale.
-Qualcosa di più- dice guardandomi in modo malizioso.
Vorrei prenderlo a schiaffi.
-Quanto di più? Perché sai io e lei ci conosciamo molto bene- dice nuovamente Brian calcando la voce sulla parola ''molto''. Vorrei picchiare anche lui.

Per cosa hanno intenzione di farmi passare?

-Continuate con i vostri discorsi, io me ne torno a casa.- Dico infastidita.
-Ehi, guarda che è pericoloso camminare di notte da sola, ti accompagno.-
-In realtà non è sola, sta camminando con me dato che abitiamo nella stessa casa-
Thomas si ammutolisce segno che la battaglia è stata vinta da Brian, il quale è tutto soddisfatto. Io invece sono incazzata nera.

Continuo a camminare senza aspettarlo.
Quando mi raggiunge mi dice -Che c'è, ora sei offesa perché ho fatto ingelosire la tua cottarella?-
-Ma lo vedi come ti comporti di merda? Avete fatto una gara come se io fossi stata il premio soprammobile di qualcuno, ma vattene affanculo stronzo!- Continuo a camminare avanti, sento i suoi passi dietro, ma non accenna ad avvicinarci.

Quando arriviamo a casa corro in stanza e mi butto sul letto.

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