Capitolo 9

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Quando arriviamo a casa, Ace è ancora nel dormiveglia in cui è stato da quando lo abbiamo rivisto. Appena entriamo nel salotto Brian lo appoggia delicatamente sul divano.
Dopo avergli toccato la fronte mi dice che ha la febbre e mi chiede di andare a prendere una borsa di ghiaccio.

Prendo la borsa dell'acqua calda che si trova sul piano da lavoro della cucina e la riempio di cubetti freddi.

Quando torno da Brian noto che ha spogliato Ace che ora indossa solo delle mutandine blu.

Gli guardo il corpicino e noto che è tutto arrossato e che ha parecchi lividi, in particolare uno al livello dello stomaco che mi ricorda quello che Logan ha fatto a me. Mi tocco il punto esatto e ho la sensazione che sia passata una vita.

Porgo la borsa di ghiaccio a Brian che la mette sulla fronte di Ace. -Puoi reggerla così?- Mi chiede.

-Certo-

-Bene, vado a prendere qualche pomata nell'altra stanza- detto questo scompare dalla mia vista.

Accarezzo il visetto paffuto di Ace, deve avere la febbre davvero alta. Dopo poco tempo torna Brian con una pomata ed una compressina, antidolorifico suppongo.

Brian si inginocchia davanti al divano ed inizia a spalmare la crema sui lividi di Ace, la preoccupazione nei suoi occhi mi fa venire un nodo in gola e faccio fatica a deglutire.

La faccia del ragazzo che portava Ace in braccio mi torna alla memoria. -Brian...- dico sottovoce. Lui si gira verso di me e io continuo -Sta bene-.
Annuisce e in quel gesto avverto  la stanchezza di oggi piombare addosso a tutti e due.

Dopo circa dieci minuti Brian si alza e prendendo Ace in braccio dice -Vai a dormire, è tardi ed oggi è stata una giornata difficile, se hai bisogno di me, io sono nella stanza di Ace a fargli compagnia.-

-Va bene, buonanotte.-

Detto questo saliamo le scale e come pianificato, lui va nella stanza di Ace mentre io in quella che mi è stata assegnata.

Una volta chiusa la porta mi sfilo i pantaloni lasciandomi solo la maglietta che è abbastanza lunga da coprirmi e mi butto sul letto, dopo poco tempo sto già dormendo.

Sogno persone che urlano e bambini che piangono, spari di pistola e coltelli che volano.

Mi sveglio dal mio sonno agitato. Alzo il braccio per portarmi l'orologio a vista. Le 3.00, ho sempre una strana inquietudine quando mi sveglio a quest'ora.

Scendo al piano di sotto per bere un bicchiere d'acqua e il pavimento freddo al contatto con i piedi scalzi mi fa venire la pelle d'oca.

Ritorno al piano di sopra e decido di passare a vedere come stanno Ace e Brian.

Quando apro la porta Brian sobbalza, poi vedendo di chi si tratta si rilassa e fa cenno di avvicinarmi. Faccio come dice e vedo che Ace dorme.
-Vuoi che ti dia il cambio?- Sussurro. Lui scuote la testa in segno di diniego, poi inizia a fissarmi.
Imbarazzata distolgo lo sguardo e vorrei indossare più della sola maglia.

-Ti ringrazio- mi dice alla fine.
-Per cosa?- Chiedo incuriosita.
-Sei riuscita a non farci uccidere tutti, se tu non ci fossi stata probabilmente ore sarei pieno di proiettili-
-Non devi ringraziarmi Brian-  dopo un po' di silenzio mi dice -Dafne, io avevo pensato riguardo al fatto che tu cerchi una casa...-
Immediatamente mi abbasso su di lui e gli copro la bocca con la mano zittendolo, poi avvicinandomi a lui sotto voce dico -Non parlare di nulla di troppo importante, per quanto ne sappiamo potrebbero esserci microspie in questa casa.-
Mi guarda con i suoi occhi verdi come se si fosse reso conto solo ora di questa possibilità.
Poi mi abbraccia.

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