13. Il Non Morto

39 2 0
                                    

Occhi grandi e luminosi, riflettevano il suo viso, il suo corpo. Fragori lontani esplodevano in abbaglianti lampi di luce rossa. Si sentì afferrare da qualcosa di ruvido, di scuro. Squame.

L'aria lo avvolgeva togliendogli il respiro, la testa girava, tutto era confuso, compresa quella forma sinuosa che incombeva oscura su di lui.

Spalancò gli occhi, respirando affannosamente. Era buio attorno a lui, ombre scure di uno spazio ampio e chiuso. Dopo il brusco risveglio provò a fare mente locale. Si ricordò della grotta, della Viverna. Cos'era successo?

Uno schianto rimbombò da lontano. Lucien sobbalzò alla vista dell'enorme colosso meccanico. La mastodontica macchina giaceva poggiata sulle ginocchia, senza un braccio, caduto a terra a pochi metri di distanza. Il volto era sfigurato, il metallo lucente corroso dalla ruggine e, per metà, crollato a terra in mille pezzi. Il fascio di luce che lo illuminava proveniva da una porta che si era aperta alla sua destra. Era in una miniera dei Nani, una di quelle in disuso che le Bestie avevano occupato o con la forza, scacciando i vecchi inquilini, o sgattaiolando di soppiatto con il favore delle Tenebre quando ormai non ci abitava più nessuno.

Un lento brusio cominciò a espandersi in echi che arrivavano da ogni angolo. Accanto a lui c'era un pesante braciere circolare che illuminava i pochi metri quadrati di terra su cui giaceva. Si guardò attorno. Lo avevano lasciato su uno sperone di roccia che s'innalzava solitario in mezzo a una gola profonda, unito alla terra ferma da un largo passaggio sospeso sul nulla. Più in la scorse altri speroni simili. Doveva uscire di lì, prima che la Viverna o qualsiasi altra Bestia lo trovasse. L'uscita che si era aperta accanto al colosso era la sua unica possibilità, un centinaio di metri in linea d'aria.

Poteva farcela.

Gli occhi lucenti della Viverna brillarono nell'ombra, tra lui e l'uscita. Occhi feroci, che lo scrutavano con curiosità. Fece qualche passo indietro, fermandosi giusto in tempo per non cadere nel vuoto, quando vide centinaia di creature strisciare verso di lui. Avevano le forme più varie, erano ragni grossi come tori o flessuosi serpenti con zampe estraibili, Manticore e Basilischi, erano centinaia, migliaia, si camminavano e strisciavano addosso, l'una sopra l'altra, tutte puntavano lo sguardo su Lucien, in agguato, si avvicinavano, sopra di loro incombevano le scaglie opache della Viverna. Lucien sentì di nuovo il terrore stringere la morsa nella sua anima. Sperò, pregò Belenhur di essere morto o di morire prima che una di quelle creature deformi lo raggiungesse. Per un istante, guardò il baratro che aveva alle spalle, quando ormai anche la più flebile speranza di uscirne vivo stava scomparendo. La logica e l'istinto, in quel frangente, indicavano un'unica soluzione.

Prese un respiro profondo e si buttò.

Il terrore della morte era l'unico pensiero rimasto, un vuoto freddo e lacerante, niente istinto e niente logica, solo l'annientamento della sua anima e del suo corpo.

Gli artigli della Viverna si chiusero attorno al suo torace, e smise di cadere. Lo riportò in alto, facendolo roteare a diversi metri sopra lo sperone. Vide le Bestie ammassarsi attorno al colosso caduto, sopra le pareti scolpite e le colonne in frantumi di quelle che un tempo era stata una prospera dimora per esperti costruttore e inventori, e che ora giaceva morta sotto gli artigli di creature d'ombra.

Vide migliaia di occhi rossi, gialli e bianchi fissarlo, osservarlo, studiarlo. Poi la Viverna planò sulla roccia, lasciandolo cadere senza delicatezza e riportandolo al posto che gli spettava.

"Ombre" inveì Lucien ricominciando a respirare.

Le bestie erano ancora lì, sempre più vicine, ormai ai limiti del cerchio di luce attorno a lui. Un bagliore violaceo si accese in mezzo a loro, illuminando due occhi più stretti e fini. La sfera di luce venne scagliata sul braciere, e il fuoco da giallo divenne viola, rendendo l'atmosfera molto lugubre e inquietante. Col cuore che tambureggiava nel petto, vide una sagoma alta e ossuta muoversi a passo felpato verso di lui, superare il cerchio di luce senza difficoltà fin quando l'intera figura del suo corpo avvolto in un mantello nero non fu completamente visibile.

Le Cronache Delle Sei Armate - Vol.1:Sangue ConnorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora