19. Gli Aladel Maledetti

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Si risvegliò di scatto.

Sentiva la testa pesante, era tutto confuso. Di fronte a lui ardeva un fuoco dalle sfumature viola, immerso nell'ombra, non illuminava nulla. Un vago senso di nausea si mescolava al sapore ferroso del sangue rappreso. Deglutì.

"Chi sei?" sentì. I due occhi, luminosi come il sole, si accesero a un passo da lui. Lucien, senza energie nemmeno per prendere paura, non fece il minimo sussulto. Si era appena accorto di penzolare dalle braccia, legato a qualche decina di centimetri dal suolo.

"Se mi sleghi te lo dico" rispose. L'altro lo fissò in silenzio per qualche secondo.

"Cosa ti fa pensare che ti slegherò?" Pur trovandoselo a poche decine di centimetri dal viso, non riusciva a distinguere nulla della sua forma se non quegli occhi incredibilmente brillanti.

"Stai cucinando la carne delle Manticore su quel fuoco, ne sento l'odore. Se avete ucciso quei mostri uccidere me non dovrebbe essere così difficile giusto? Eppure sono ancora vivo. Quindi, per favore, slegami, e dimmi che diavolo vuoi da me" Quegli occhi terrificanti lo fissarono ancora per qualche secondo. Uno strappo secco precedette la caduta a peso morto sulla roccia sottostante.

"Me li ricordavo un po' meno arroganti gli umani" commentò un'altra voce.

"Buoni a nulla" gli fece eco qualcun altro. Solo in quel momento apparirono altre due paia di occhi luminescenti. La vista di Lucien ormai si stava adattando a quel costante crepuscolo onirico. Le sagome oscure di quella gente si mimetizzava totalmente con quell'atmosfera tetra, e solo quando ebbe recuperato un po' di lucidità cominciò a distinguere una dozzina di forme.

Un secondo strappo e Valerie cadde svenuta tra le sue braccia. Provò a rianimarla, a chiamarla, ma non successe nulla.

"Cosa le avete fatto?" ringhiò Lucien, sorprendendosi dell'incredibile violenza con cui avrebbe voluto ucciderli tutti.

"Guardatelo – sentì da lontano – Carne Viva si agita come un vero cucciolo"

"Silenzio – Tuonò quello che lo aveva slegato – L'abbiamo colpita troppo forte, è ancora svenuta – disse abbassandosi – Ora, tornando a noi, avevamo un accordo, io ti slego e tu mi dici chi sei" concluse facendogli penzolare di fronte agli occhi un coltello seghettato grande come la sua testa.

Lucien rifletté su quella situazione prima di rispondere. Li avevano catturati mentre cacciavano delle Manticore, cacciatori abili a tal punto da sapere che se stacchi un pezzo di una Bestia senza ucciderla la carne non si vaporizza. Da quel poco che aveva potuto constatare erano dei cacciatori fenomenali, degni di un qualsiasi Aladel. Non Morti, dati gli occhi luminescenti, eppure in qualche modo sentiva che non appartenevano alla stessa razza del vampiro che lo aveva rapito. Li avevano lasciati in vita, doveva scoprire perché, era l'unico modo per uscire da quella situazione. Doveva stare sul vago, dare qualche verità e per nessuna ragione al mondo svelare che erano dei Connor.

"Mi chiamo Lucien, lei è Valerie, mia sorella, siamo due Cacciatori del Clan e siamo in missione per conto dell'Incoronato. Voi chi siete?" L'altro si fermò a guardarlo. Pur vedendo solo gli occhi, Lucien percepì la sua espressione di delusione e fastidio.

"Reclutano anche Umani adesso?" il tono era così seccato e profondo che quasi provò pena per lui. Con un gesto fulmineo mosse un fendente verso Lucien. Certo di essere morto, Lucien rimase con gli occhi serrati per diversi secondi, completamente in apnea. Quando li riaprì, vide le corde delle mani e delle braccia tagliate. Appena si riprese dallo spavento, si avvicinò a Valerie.

"Valerie, Valerie rispondimi" era svenuta, ma viva, non poteva fare altro che attendere che si svegliasse, sfruttando al meglio quel tempo che gli rimaneva. Si avvicinò al fuoco viola, dove gli altri si erano riuniti. Una grossa coda di Manticora con tanto di pungiglione abbrustoliva lentamente. Alla luce del fuoco riuscì finalmente a distinguere le loro forme, e la sorpresa lo lasciò senza parole.

Le Cronache Delle Sei Armate - Vol.1:Sangue ConnorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora