14. Lei

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La tigre era sempre lì, stesa a protezione del prigioniero. Era la sua unica speranza di capire cosa gli stava succedendo. Prese l'unguento e il cibo. Dopo aver attirato la sua attenzione, gettò il fagotto nel vuoto, e la tigre si avvicinò ringhiando. Lucien potè vedere una sfumatura di rabbia nei suoi occhi, in quello sguardo sveglio e intelligente.

"So che puoi capirmi – disse Lucien – Quindi ora ascoltami. Non mangerò e non mi curerò più se non mi dici cosa sta succedendo. Mi lascerò morire e non avrete ottenuto quello che state cercando"

La tigre prese ad andare avanti e indietro, dimostrando di avere capito le sue intenzioni, indecisa sul da farsi. Poi successe. La tigre e la Viverna, all'unisono, alzarono lo sguardo al cielo, nella stessa direzione, e rimasero a fissare la volta della caverna per diversi secondi, come se percepissero un irresistibile richiamo, inudibile per qualsiasi altra razza.

Poi, la Tigre si fece avanti e si sedette sulle zampe posteriori, a testa china. La Viverna sembrava agitata, curiosa di assistere alla scena, intenta ad assicurarsi che nessun altro assistesse a quello che sarebbe successo di li a poco. Lucien, non del tutto convinto di quello che stava per fare, si avvicinò lentamente e, con estrema cautela, poggiò una mano sulla testa della tigre.

In pochi istanti, tutto scomparve, risucchiato dal buio proprio del Mondo delle Tenebre.

Attornò a lui comparve una stanza di cristallo nero, fatto di piani rotti e angoli taglienti. Al centro della sala, da un'ampia vasca dai bordi squadrati, emerse una giovane donna dal fisico minuto e armonioso, di una bellezza disarmante. Lunghi capelli nero corvino le coprivano i seni, occhi piccoli e azzurri come pepite di cielo, completamente nuda. Tutto quello che aveva attorno tremolava, era irregolare, sfumato, come un disegno abbozzato su un pezzo di pergamena. Tranne lei. La donna avanzava verso di lui, con uno sguardo magnetico e le piccole labbra carnose rosse come il sangue. Si fermò di fronte a lui.

"Non dovresti essere qui" disse la donna.

In un istante, tutto svanì e Lucien si ritrovò sulla sua roccia. La tigre maestosa lo guardò per qualche istante prima di voltarsi e tornare alla sua postazione.

Nei giorni che seguirono, Lucien non pensò ad altro che a quella donna. Non riusciva a capire perché la tigre gli aveva mostrato quel posto, qualsiasi posto fosse. Stranamente e con vergogna, si trovò anche a pensare al suo corpo, al suo seno perfetto e al desiderio di possederla che aveva provato così intensamente. Qualcosa gli si era infilato sotto pelle, un'ossessione mai provata per nessun'altra donna.

Ormai aveva perso il senso del tempo.

Stava per perdere anche la ragione, forse. Vedeva le Bestie acquattate nell'ombra, pronte ad approfittare di un suo attimo di distrazione per dilaniarlo. Quante ne poteva fermare quella tigre? Ne aveva contate migliaia quando la Viverna lo aveva recuperato dal baratro. L'enorme rettile volante, forse, non era più lì.

Poteva riparare il colosso, farlo combattere al suo fianco. Vaneggiava.

Come faceva il braciere a non spegnersi mai?

Mentre se lo chiedeva, le fiamme diedero una improvvisa vampata e divennero viola.

Il Non Morto avanzò fino a trovarsi abbastanza vicino da poterlo guardare negli occhi.

"Siamo assolutamente a un passo dallo scoprire quale mistero si cela nel tuo sangue, giovane Connor. Quando lo scopriremo, Lei ci donerà l'Onniscenza, diventeremo Dei". Lei.

Solo in quel momento si rese conto che quella creatura era dominata dalla follia. Non c'era nessun altro lì, parlava di se stesso al plurale.

"Chi è Lei?" il Non Morto lo guardò come se lo avesse insultato.

"Lei è la nostra fantasia più grande, è la nostra paura più terrificante. Lei è la luce e il buio, lei è tutto ed è il nulla"

"Portami da Lei ti prego, portami da lei e ti svelerò quale segreto è celato nel mio sangue"

"No – ruggì il mostro – Tu non sei degno di vederla, tu non potresti sopportare il suo sguardo. Noi siamo i suoi prediletti, noi conquisteremo questo Mondo di Luce e lo doneremo alla nostra Dea. Non potresti mai superare i portali e sopravvivere per sapere di cosa parlo" poi scoppiò in una risata inquietante, folle, che scosse il suo gracile corpo come avesse le convulsioni.

"Anzi, se ci vuoi provare, noi non te lo impediremo. Va', affronta l'ira degli Spiriti"

"L'ira degli Spiriti?"

"Vogliamo raccontarti una storia. Nel Mondo delle Tenebre eravamo forti, controllavamo un'intera armata di Vampiri. Il buio era il nostro dominio, e noi eravamo Re. Quegli sporchi Aladel continuavano ad attraversare, da una parte all'altra. Andavano avanti e indietro e portavano via i nostri fratelli, per studiarli. Ma lo fecero per troppo a lungo e Lei ci svelò la verità. Gli Spiriti che danno vita ai portali si sarebbero infuriati e avrebbero fatto strage in un Mondo e nell'altro. Non potevamo permetterlo. Qualcuno di noi doveva passare di qua e fargliela pagare agli Aladel. Mi offrii volontario. Gli Spiriti mi maledissero, come avevano maledetto ogni Aladel che aveva messo piede nel nostro Mondo. Nessuna creatura poteva passare da una parte all'altra. Ora sono bloccato qui, ma porterò il mio lavoro fino alla fine. Onorerò la mia promessa con Lei e distruggerò questo Mondo" vaneggiava. Lucien sentì la ragione che lentamente tornava a far funzionare la sua mente brillante. Doveva assecondarlo, per avere delle risposte.

"Devi solo indicarmi la strada e andrò da solo. Ti prego, ti scongiuro, io ho bisogno di vederla. Come fanno le Bestie a passare da questa parte senza essere maledette dagli Spiriti? Dimmi come fanno, così anch'io potrò vederLa?" Il Non Morto rise di gusto, poi, in un attimo, tornò serio, mutò completamente espressione. Ora la sua voce era profonda, cavernosa, sembrava un individuo completamente diverso.

"Credi sia impazzito? Non ti lascerò andare, ne tantomeno ti dirò come noi o queste schifose Bestie passiamo da questa parte. Tu morirai qui. Ormai sono a un passo dallo scoprire il segreto del tuo retaggio, e ora ti..." fu interrotto da una fragorosa esplosione che fece tremare tutto e lo riportò completamente alla realtà. La tigre si era destata e ringhiava ai rumori che giungevano da lontano. Il Vampiro gli lanciò un ultimo sguardo colmo di disprezzo e scomparì letteralmente in pochi istanti.

Poi seguirono solo rumori di battaglia. Qualcuno si stava aprendo la strada attraverso branchi di Bestie e, da quanto si sentiva, sembrava stesse funzionando. La Tigre, dopo aver guardato verso il cielo per l'ennesima volta, fuggì via senza pensarci. Solo in quel momento si accorse che la Viverna era lì, di fronte a lui, nascosta. Anche lei, dopo aver guardato verso l'alto per diversi secondi, volò via.

Due licantropi volarono dentro la stanza dall'esterno. Una Manticora enorme entrò fuggendo da un abbagliante fascio di luce. Una decina di Aladel fecero irruzione nell'enorme sala tirando una sfilza di frecce in ogni direzione. Ogni tiro era un centro. Sulle spalle avevano attaccato dei caleidoscopi che emanavano un'intensa luce bianca.

Lucien gli corse incontro. Avevano usato il magnesio. Abbastanza per entrare, recuperarlo e uscire prima che l'effetto svanisse.

Erasalvo.

Le Cronache Delle Sei Armate - Vol.1:Sangue ConnorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora