Capitolo 15- Life

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"Louis!" urlò Harry completamente in panico.

Quando qualche minuto prima era arrabbiato con lui e aveva pensato di odiarlo con tutte le sue forze, non si sarebbe mai aspettato di vedere una scene simile: Louis, il suo alpha, metà morto sul ciglio della strada.

In quel momento non aveva neanche la forza di urlare tutto il dolore che stava provando: era così intenso da mozzargli il respiro.

Ti prego, ti prego, svegliati!

Si guardò attorno in cerca di qualcosa o qualcuno che lo potesse aiutare, ma ormai era tardi e nessun essere vivente -umano e con un pizzico di ragione- sarebbe passato di lì.

"Louis, Louis, svegliati!" mormorò con voce roca e quasi distrutta dalle lacrime.

Non voleva piangere e anche se stava tentando di non versare neanche una lacrima, qualcuna, traditrice, aveva già rigato le sue guance, fino a cadere a terra come piccole gocce d'acqua.

"Louis, non lasciarmi da solo!" gridò, iniziando a scuoterlo dalle spalle, ma non succedeva niente. Sembrava tutto inutile.

"Io... io... io" iniziò a farfugliare, mentre si inginocchiava sulla strada e guardava il suo alpha mezzo nudo e ferito che forse aveva sprecato come un incosciente le sue ultime forze per raggiungerlo.

Stupido sourwolf...

"Louis, apri gli occhi, cazzo!" gridò, irrigidendo le nocche e chiudendo la mano in un pugno. Doveva svegliarlo, altrimenti avrebbe rischiato di perderlo sul serio e per sempre.

Si diede un attimo per guardare il volto sporco ma sempre bellissimo di Louis e poi lo colpì, ferendolo su una guancia.

Ritirò di scatto la mano, sentendo un distinto bruciore e un male terribile alle ossa: la pelle del licantropo sembrava quasi di marmo.

Boccheggiò ancora in cerca di un po' d'aria e poi, questa volta con meno sicurezza, strinse le dita pronto per sferrare un altro pugno, ma proprio a pochi centimetri dal viso di Louis, quest'ultimo aprì di scatto gli occhi e lo bloccò a mezz'aria.

"Vuoi uccidermi?" domandò a fatica.

"Lou" mormorò Harry, sentendo gli occhi riempirsi di lacrime. Ma in quel momento non gli interessava un bel niente se si mostrava debole o fragile di fronte ai suoi occhi: cazzo, aveva rischiato quasi di perderlo e per un momento aveva temuto persino il peggio, aveva bisogno di sfogarsi almeno in un modo.

"Va tutto bene" rispose l'alpha, guardandolo dritto negli occhi. "Sono qui."

"Sì, m-ma stai morendo e hai bisogno di cure" farfugliò, asciugandosi con il polso della felpa il viso bagnato. "Dimmi un posto dove posso portarti."

"Alla cripta."

"Ce la fai a salire in macchina?"

Louis gli rivolse un'occhiataccia e poi ringhiò. "Certo."

Harry lo guardò scettico e, senza aspettare qualche gesto avventato e dettato solo dall'orgoglio, afferrò dai fianchi l'alpha e lo aiutò ad alzarsi.

"Ho detto che non ne ho bisogno" esclamò Louis, infastidito e imbarazzato.

"Io invece penso proprio di sì" ribatté, ignorando le proteste a bassa voce del più grande.

Persino quando si comportava in quel modo era dannatamente carino. Era bello vederlo a disagio e per la prima volta quasi vulnerabile: in quel momento Louis era come un vaso di creta nelle sue mani.

"Vuoi sdraiarti dietro?" domandò.

"No."

"Potresti stare megl--"

Toxic Love ~ Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora