Capitolo 16- Secret

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Di solito prima di iniziare a piangere il naso si arriccia e un piccolo bruciore proprio all'altezza delle narici si diffonde in maniera tempestiva.

Poi gli occhi iniziano a diventare lucidi e a riempirsi di lacrime: gocce d'acqua salate che rigano le guance fino a cadere a terra senza rimorso.

È curioso come a volte il pianto serva a liberarsi da tutta la rabbia che si prova o dal dolore che non fa altro che lacerare il petto, fino a squarciarlo in due.

Era una sofferenza vedere il suo riflesso allo specchio: si sentiva un perdente.

Era uno stupido che per l'ennesima volta avevo creduto di poter andare oltre, di poter afferrare finalmente la mano di Louis che da qualche tempo sembrava invitarlo a seguirlo. Ma era un'illusione del suo cuore.

Ora, in quel preciso istante, desiderava così tanto strapparselo dal petto e gettarlo via, il più lontano possibile da lui e da tutto ciò che lo circondava.

In vita sua non si era mai sentito così solo come in quel momento. Aveva caldo e freddo nello stesso tempo, aveva la gola secca e arida e le guance ancora umide a causa delle lacrime che fino a quel momento aveva versato.

Nonostante si ribadisse più volte di non crollare, non ci riusciva: era troppo debole per sopportare tutto in silenzio.

C'erano persone che anche quando stavano male da morire non riuscivano a fare nulla, se ne restavano sedute ad un angolo della loro stanza con lo sguardo perso, altre invece, come lui, non la smettevano di piangere e di odiare tutto ciò che era attorno.

Era come se in quel momento la sua forza si fosse raddoppiata e la sua rabbia fosse esplosa come lava incandescente: era incontrollabile e in preda dall'ira.

Era infuriato con Louis e anche con se stesso, molto di più con se stesso: si era lasciato andare, si era scoperto e ora si era bruciato.

Era stato un cretino a credere che avrebbe avuto una possibilità. Era un illuso che per un po' di tempo aveva pensato di potercela fare, di poter essere finalmente amato e di essere felice.

Si asciugò gli occhi con le maniche della felpa e nervosamente si tirò all'indietro i capelli un po' umidi, appiccicati sulla fronte imperlata dal sudore.

Si guardò attorno, notando come la sua stanza fosse tutta sottosopra, e si accasciò sulle ginocchia, cercando di respirare e riprendere il controllo.

Se solo qualcuno fosse entrato nella sua camera avrebbe pensato che ci fosse stato un uragano o qualcosa del genere: le coperte erano buttate a terra come la sua sedia o i libri. Era tutto in disordine, come il suo cuore.

Da: Liam

A: Harry

Apri la finestra, stronzo!


Harry lesse l'ennesimo messaggio del suo migliore amico e decise di ignorarlo, proprio come aveva fatto con gli altri.

Era stato davvero furbo a chiudere la finestra con un paio di travi di legno e qualche chiodo: nessuno così lo avrebbe disturbato, niente più visite indesiderate.


Da: Liam

A: Harry

Vuoi che sfondi la porta di casa? Sai che non ci metto nulla.


Da quando in qua il suo amico iniziava a minacciare le persone?


Toxic Love ~ Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora