Capitolo 20- Remember me

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"Non potresti semplicemente parlarmi al telefono?" chiese Harry, a braccia conserte e con il broncio.

"No, è un cosa molto seria!" affermò il druido, rimproverandolo.

"Okay, okay" borbottò. "E' solo che sono un po' impegnato al momento."

"Tipo?"

"Mh..." rispose, guardandosi attorno e sperando di non essere scoperto da nessuno. "Dove ci incontriamo?" aggiunse, mentre sistemava un altro maglione nel borsone.

"Al loft di Louis?"

"Dobbiamo vederci proprio lì?" domandò, deglutendo a vuoto.

"Sì. A dopo!" affermò Ed, interrompendo la chiamata.

Harry si mordicchiò il labbro inferiore e sospirò.

Quella giornata era già iniziata con il piede storto e sembrava che niente o nessuno sarebbe stato in grado di cambiarla.

Quando quella mattina si era svegliato in un altro letto che non era il suo e con affianco Louis, un'improvvisa consapevolezza si era diffusa nel suo stomaco e una strana sensazione di smarrimento, amore, paura e speranza lo aveva affogato.

Non sapeva proprio cosa fare e, normalmente, lui era sempre il primo ad inventare piani geniali e astuti, come quando due anni prima aveva organizzato una gita di classe all'insaputa degli stessi professori, passandola liscia come l'olio. Nessuno si era accorto della loro fuga, visto che tutti, il preside compreso, pensavano che la classe fosse andata ad un torneo di scienze. File ed email, ovviamente, erano tutte false e scritte dallo stesso Harry.

E ora, in quel momento, seduto sul letto accanto ad una valigia semipiena e i vestiti sparsi un po' dappertutto, non sapeva proprio come comportarsi.

Era combattuto tra l'idea di allontanarsi da Louis e dai suoi amici, sapendo di sbagliare nei loro confronti, e quella di restare lì e vederli morire a causa sua.

Cosa posso fare?

Quasi come se qualcuno avesse ascoltato i suoi pensieri, Harry sentì il suo cellulare vibrare. Si allungò verso il comodino, sbloccò il display e trattenne il fiato.


Da: Louis

A: Harry

Ti sto venendo a prendere. Non muoverti!


Harry scattò in piedi e con le palpitazioni al cuore appallottolò i vestiti buttandoli a casaccio nell'armadio e si buttò verso il borsone che giaceva ancora aperto sul letto, chiudendolo velocemente e posandolo a terra pronto per nasconderlo. Ma i suoi piani andarono in fumo, quando avvertì la finestra aprirsi.

Si ghiacciò sul posto, si passò frettolosamente le mani fra i capelli e con un calcio infilò la valigia sotto al letto.

"Ehi" salutò colpevole quando Louis entrò nella sua camera più bello che mai.

"Stai sudando" disse l'alpha appena entrato. "E stai arrossendo."

Paradossalmente Harry avvertì le sue guance prendere ancora più colore e abbassò lo sguardo sentendosi in completo imbarazzo.

"E il tuo cuore sta battendo freneticamente" continuò Louis, fermandosi vicino alla sua scrivania e sedendosi su di essa.

"Stavo sistemando la mia stanza" mentì su due piedi, grattandosi la parte posteriore della nuca.

"Perché non mi guardi?"

Perché altrimenti mi perderei dentro di te e non posso! Devo escogitare un piano!

Toxic Love ~ Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora