STORIE

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VENTINOVESIMA STORIA-Ricordi il giorno in cui ci siamo conosciuti? Ti eri appena trasferito e non conoscevi nessuno, mi feci coraggio per venire a presentarmi, mi sei subito piaciuto, stare con te era bello, mi facevi sorridere, mi facevi star bene, eri l'amico perfetto. A scuola nessuno di noi era bravo, ma insieme abbiamo affrontato anche i momenti più difficili, e non solo a scuola, anche tra noi due, diverse volte abbiamo litigato ma sempre siamo riusciti a far pace. A te non l'ho mai detto ma ogni volta che abbiamo litigato piangevo, piangevo perché non mi scrivevi, piangevo perché avevo paura di perderti, ma abbiamo sempre trovato il modo di tornare assieme. Abbiamo sempre pensato alla nostra amicizia e a nient'altro, ma gli anni passavano, ormai eravamo alle superiori, eravamo grandi, l'adolescenza e i suoi problemi, gli amori sopratutto. Avevamo fatto un patto, nessuno se ne sarebbe andato, ma tu non solo te ne sei andato, mi hai proprio abbandonata, abbandonata per una ragazza che conosci a malapena. Ormai è passato un anno, non so che fine tu abbia fatto, mi sembra di essere tornata bambina, piango ogni giorno, mi manchi, torna...

TRENTESIMA STORIA-Sei debole, fragile, non ti piaci, il tuo peggior nemico è lo specchio. L'immagine riflessa non rappresenta te, ma l'idea di te, vuoi cambiare, vuoi diventare come le modelle sulle riviste, corpo esile, slanciato, perfetto in poche parole, perfetto, una perfezione che ti divora giorno per giorno, che ti consuma fino alle ossa facendoti diventare una sottile sagoma di ossa, vedo i contorni del tuo corpo, potrei addirittura disegnare il tuo scheletro, contare le ossa che lo compongono. Hai freddo, l'aria attraversa facilmente il tuo sottile strato di pelle. Ti guardi di nuovo allo specchio, la tua mente guarda nello specchio, i tuoi occhi sono altrove, prima ti rifiutavi di mangiare ora hai dimenticato cosa vuol dire. Mangiare crea in te sensi di colpa, ma ne hai bisogno, almeno un po', quel poco per guadagnare energie, quel poco per guardarti di nuovo allo specchio.

TRENTUNESIMA STORIA-"Sei cambiata, sembri altrove".


Queste sono state le uniche parole sensate emerse nella discussione con la mia ex. Ultimamente ero l'ultimo dei suoi pensieri, la mattina quasi faticava a salutarmi, si guardava in giro come se si stesse vergognano di stare con me, le sue risposte erano rapide, secche, fredde, sia di persona che nei suoi messaggi. Ma a me non importava, la amavo e non volevo perderla, avevo paura di perderla perciò mi facevo andar bene quel suo carattere. E pensare che certe volte non rispondeva proprio ai miei messaggi, ma chiusi un occhio anche per quello. Abbiamo due compagnie di amici diversi, lei la sere esce con loro, non so cosa fa, dove va, non glielo chiedo, l'importante è che sia con me l'indomani.
Non so come debba sentirmi, in colpa? Non credo. Ferito? Quello si, fa male sentirsi rifiutato o peggio, cancellato per un'altra persona che non conosci, fa male essersi illusi così tanto e aver sprecato tutto quel tempo invano.

"Sei cambiata, sembri altrove, altrove, da lui".

TRENTADUESIMA STORIA-Quest'estate ho conosciuto un ragazzo stupendo, non so come io faccia a sapere che lo sia, lo so e basta. Non ci siamo mai visti di persona, tra di noi solo lo schermo del telefono, eppure non siamo così lontani. Abito ad Alessandria, lui a Milano, andare a trovarlo sarebbe fantastico ma quello che mi manca è il tempo, per mia sfortuna l'ho conosciuto sul finire dell'estate, quando le scuole stavano per aprire i battenti e noi, studenti, facevamo le corse a concludere i compiti iniziati troppo tardi. Ricordo ancora, verso gli inizi di settembre, quando lo chiamai per la prima volta, la sua voce non solo era bella ma allo stesso tempo mi faceva stare bene, verso la metà del mese ci fu il suo compleanno, gli scrissi una lettera, di più non potevo e questo mi dispiaceva. È brutto non aver vicino la persona che si ama, non poterla consolare mentre è triste, non poterla abbracciare o sorridere con lei. Perché esisti distanza? Perché le persone che amiamo devono vivere così lontano da noi? Mi stai mettendo alla prova? Vuoi provare la mia fiducia?

Fra una settimana è il mio compleanno, non ho chiesto nulla di dispendioso ai miei genitori, gli ho solo chiesto: "Portatemi a Milano".

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