STORIE

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CENTOCINQUESIMA STORIA-Quella mattina era tutto diverso. Di solito mi svegliavo per via del pianto della figlia di quelli nell'appartamento di fianco, ma quella mattina non la sentì, ma non diedi molto peso alla cosa. Era estate e faceva molto caldo, nel frigo mancavano le bottiglie, e la sete si faceva sentire. Andai in cucina, presi un bicchiere e lo riempì d'acqua. All'apparenza l'acqua sembrava normale, trasparente, incolore, solo una cosa mi turbava, il suo odore, si, puzzava di putrefatto, di "andato a male".


La cosa continuò per giorni fino a che decisi di andare a controllare nella cisterna dell'acqua che fluiva all'appartamento.
Scesi le scale e mi diressi alla cisterna, la aprì, e capì il perché di tale odore.

Da essa proveniva un odore di putrefazione, di morte. Al suo interno trovai infatti il cadavere della figlia dei vicini.  

CENTOSEIESIMA STORIA-Sono stanco. Oggi è stata una dura giornata di lavoro. Mi faccio una doccia, voglio lavarmi di dosso il "sangue versato". Seppur faticoso adoro il mio lavoro, sono molto a contatto con le persone. Assieme al sangue versato, sul fondo della vasca, si riversa la tinta, l'acqua assume un colorito bianco, rosso, giallo e verde, odio vestirmi da clown, ma sempre meglio di quando dovetti mascherarmi da mostro, e passare ore e ore nascosto in quell'armadio ad aspettare il momento adatto.

Questa sera ho rischiato, suo padre stava per prendermi, ma ho portato a termine la missione, una delle ultime ormai, sto invecchiando. Esco dal bagno e mi dirigo in sala. Un oggetto attira la mia attenzione e mi fa capire di non aver finito il lavoro. La ragazza respirava ancora, lo vedevo, il sacco nella quale era stata messa si muoveva, "Devo sbrigarmi, la devo uccidere prima che si svegli" dissi. Ormai sto perdendo colpi. La vita da assassino non fa più per me.


CENTOSETTESIMA STORIA- Ogni 17 giorni nel mio piccolo paesino giunge una carovana. Non so chi la guidi, e non so da dove provenga ma so che vende della roba fantastica, quasi magica. Era il diciassettesimo giorno, e come di consueto io e il mio fratellino aspettavamo la carovana. Guardando lontano quel piccolo puntino si fece sempre più grande fino a che non ci si fermò davanti. C'era una musichetta, una cantilena distorta che sembrava provenire da un vecchio carillon, ma non le diedi importanza perché era affascinato dagli oggetti magici, all'apparenza, in esposizione. Siccome ero abbastanza grande non comprai nulla, solo mio fratello, con i soldi che aveva messo da parte, prese una bambola, siccome ne voleva una per poter passare la notte tranquillo. 


Comprata la bambola dal mercante mascherato, ci salutò con una risata, una risata che mi fece venire i brividi per quanto era malata. Mio fratello era entusiasta dell'acquisto, e passò tutta la giornata a giocare con "Betty", nome attribuito alla bambola.

La notte, prima di coricarmi, andai in camera di mio fratello, gli rimboccai le coperte e gli appoggiai Betty di fronte, lo accarezzai e andai a letto.

Nel bel mezzo della notte venni svegliato dalle grida di mio fratello, ma giunsi tardi in camera sua, sulle pareti c'era una scritta col sangue "Tu hai preso la mia bambola e io ho preso la tua", nel suo letto era solo rimasta Betty, ormai ammaccata per via del caos. Dalla finestra sentivo una musica in lontananza, una musica che sembrava provenire da un vecchio carillon.  

CENTOTTESIMA STORIA-Sono sul letto, fuori piove, una noia totale. Decido allora di andare su ask per passare il tempo. Dopo 5 minuti di navigazione mi arriva una domanda in anonimo, "Hei, che fai?", rispondo semplicemente che stavo sul letto ad annoiarmi, 2 minuti dopo un'altra domanda "Bello ahahah. Lo sai che hai una bella camera?".


Rimasi perplessa, ma pensai fosse lo scherzo idiota di qualche mio amico così rispondo ironicamente: "Si, meglio della tua :)". Immediatamemte un'altra domanda, "Ti piace dormire con i pupazzi?", nulla, il tizio strano è sparito, pensai, così risposi di si e che avevo un coniglietto come peluche ma l'ho perso. Subito una nuova domanda, "E se ti dicessi che so dov'è il tuo coniglio?"

Risposi: "ahahah molto simpatico e dove sarebbe scusa?". La sua ultima domanda mi fermò il cuore: "Proprio qui, sotto al tuo letto".

  

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