STORIE

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QUARANTANOVESIMA STORIA-Sembrava quasi di stare con lei, di essere vicini, ma subito questo pensiero crollava. Tra di noi c'era solo il solito schermo, un insulso computer che avrebbe dovuto farmi credere che la distanza fosse stata battuta. Non era così. All'inizio dell'estate conobbi una ragazza di Roma durante le vacanze, abbiamo passato molto tempo assieme sia alla spiaggia e sia durante le nostre uscite notturne. Sembrava tutto perfetto, solo io e lei, nessun genitore, nessun pensiero riguardante la scuola, la felicità di aver davanti un'intera estate, illusioni, false certezze e inutili aspettative. Sapevo benissimo che questo non sarebbe durato per sempre, che sarebbe arrivato quel giorno in cui sarei tornato a Milano e avrei aspettato un altro anno per vederla di nuovo, ma in quel momento ero con lei e nulla importava. Fu proprio una bella estate, ma due settimane sembrano essere volate insieme a lei, da un lato significa che mi sono divertito ma dall'altro che era ora di tornare. Prima di salire sul treno le dissi: "Alla prossima, Stella", Stella, così la chiamavo. I mesi successivi ci siamo tenuti in contatto con Skype, non serviva a molto, ma era sempre bello sentire la sua voce, vederla sorridere, ma tra di noi restava quel maledetto schermo. Arrivò l'inverno, ancora parlavamo tramite Skype tranne un giorno, il 22 dicembre, appena iniziate le vacanze non le scrissi, non la chiamai, spensi il computer preparai le valige e partì per Roma. Arrivato alla stazione fui assalito da una gioia immensa pensando a quando la vedrò di nuovo, le scrissi il primo messaggio: Dove sei? Mi rispose che sarebbe andata al bar ad aiutare i suoi, sapendo dove si trovava corsi al bar. Arrivato la, la vidi, non mi presentai subito anche perché non mi aveva ancora notato, così nella totale indifferenza le dissi: "Stella, mi fai un caffè?" Dette queste parole si girò, sul suo volto si disegnò un enorme sorriso e piangendo mi corse in contro e mi abbracciò.

CINQUANTESIMA STORIA-"Non è più come prima, sembra quasi non conoscerla, eppure eravamo così legati". Quella sera ero al bar con la mia migliore amica, stavamo parlando dell'inizio della scuola e di quanto ci mancasse l'estate, fino a che una ragazza, ci interrompe, non l'avevo mai vista ma ricordo il suo fascino e la sua gentilezza. Di li a poco uscì anche con lei, scoprì di avere molte passioni in comune, con lei il tempo volava ma qualcosa mi faceva capire che non era lei quella per me, potevamo solo essere amici, ma non glielo dissi, non volevo ferirla. Questo silenzio che si creava tra di noi stava man mano prendendo spazio, i messaggi diminuivano, i giorni in cui ci si vedeva solo un lontano ricordo, la mia migliore amica mi invitava a scusarmi e riprendere ad uscire con la sua amica ma le risposi di no, a lei tenevo molto, ma non volevo ferirla. Passarono i giorni, con i giorni i mesi, il tempo mi aiutò a dimenticarla e fu così che conobbi un'altra ragazza, la stessa ragazza che ora è diventata la mia fidanzata.  Quando camminiamo insieme in città mi capita spesso di vederla di nuovo, a me non fa più nessun effetto vederla, ma ogni volta sembra che dai suoi occhi esca una lacrima e dalla sua bocca un fiato di voce strozzata. Mi faccio quasi schifo a dirlo, ma non provo più niente per lei, anche se alcune volte ci penso.  "Non è più come prima, sembra quasi non conoscerla, eppure eravamo così legati".  

CINQUANTUNESIMA STORIA-Fidanzarsi senza nemmeno conoscersi? 

Credevo fosse una follia, fino al momento in cui capitò a me. Sono un ragazzo di Milano, gioco nella giovanili di calcio e da poco tempo ho conosciuto una ragazza su facebook, inizialmente eravamo solo amici ma con il tempo la conobbi meglio a tal punto da fidanzarsi. Una relazione virtuale, la cosa mi suonava strana ma tenevo molto a lei e non volevo perderla così decisi di mantenere questa relazione. I mesi passarono, ormai stavamo "insieme" da molto tempo così durante le nostre conversazioni uscì l'argomento distanza, lei abitava in Puglia, molto distante dalla mia località ma decidemmo il giorno in cui incontrarci. Mancava solo una settimana al nostro incontro quando ad allenamento l'allenatore mi disse che quel giorno, lo stesso giorno della partenza, saremmo andati in trasferta, ero abbattuto, dispiaciuto ma tenevo molto anche alla squadra così le dissi che mi era impossibile esserci quel giorno. Lei si arrabbió, a tal punto di dire che tenevo più al calcio che alla nostra relazione, le scappò qualche offesa, piccolezza per lei ma profondo dolore per me, così la lasciai. Lo sport mi aiutò a dimenticarla, o almeno, per quel poco che riusciva, di solito dopo ogni partita le raccontavo di come era andata, anche in quest'ultima partita le stavo per scrivere ma subito mi ricordai di aver rotto con lei. Sentì un senso di vuoto in me, mi mancava, le scrissi un messaggio in cui le dissi che mi mancava e nulla più. Mi rispose il giorno dopo dicendo che mancavo anche a lei, ma che avevamo perso quel rapporto che avevamo un tempo.

Le risposi che l'avremmo ricostruito assieme. Ora vado a dormire, l'ultimo messaggio riguardante la riparazione del rapporto risale a dieci minuti fa, e credo mi abbia risposto. Guarderò domani il telefono, questa notte penserò a come farmi perdonare.

CINQUANTADUESIMA STORIA-Ma vanno ancora di moda le domande sulle 2000? Non vi siete stancati?Che poi per colpa vostra ci vanno di mezzo anche persone che non c'entrano nulla con questa storia. State facendo di uno stereotipo un metodo per creare una nuova moda, inutile a parer mio, che punta ad offendere un'intera generazione solo per scherno.  

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