STORIE

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CENTONOVESIMA STORIA-I miei genitori non si sono mai preoccupati per me, ormai ho abbandonato la scuola, sono grande e anche se vivo ancora con loro, non hanno nessun potere su di me.


Come ogni sera esco per andare in centro con il gli amici, salgo su un pullman talmente affollato che mi tocca stare in piedi, fino a che non ricevo un messaggio da un numero sconosciuto. "Torna a casa Luca, mamma e papà", decido di lasciar perdere, fino a che non ne arriva un altro, "Torna a casa immediatamente Luca, mamma e papà", "Sarà successo qualcosa di grave?" dico tra me e me, così alla prossima fermata scendo e mi incammino a piedi verso casa.

Arrivato, la porta è aperta e le luci interne non funzionano, regna il silenzio, l'unica cosa che si sente è una tremenda puzza. Salgo le scale, arrivo in stanza, spalanco la porta e utilizzo la luce del telefono per illuminare quel poco che poteva. Vidi i corpi dei miei genitori smembrati sul pavimento, e una voce alle mie spalle disse: "Bentornato Luca!"

CENTODECIMA STORIA-Mio padre è un gran uomo, si sveglia alle 04:00 per andare in fabbrica e torna alle 18:00. Quando torna a casa parla poco per la troppa stanchezza e senza dire una parola si reca a letto.


Questo lavoro lo sta uccidendo, ma a lui non importa, ha sempre voluto augurare il meglio per me e la mamma. Il giorno del mio compleanno mi sveglio, sono le 07:00, trovo una lettera sul comodino nella quale trovo scritte queste parole: "Caro figliolo, tanti auguri per o tuoi 16 anni, ormai stai diventato un ometto. Perdonami se anche quest'anno non sono riuscito a comprarti un regalo ma come puoi ben sapere la nostra situazione economica non è il massimo, ti auguro comunque una splendida giornata. Ti voglio bene. Papà."

Il giorno seguente mio padre ricevette la lettera di licenziamento, la sera stessa mi mandarono a letto prima così da lasciare soli i miei genitori a discutere. Ricordo bene quella mattina, puntai la sveglia alle 04:00 e lasciai una lettera sul comodino di mio padre prima che si svegliasse.

Mi diressi verso l'ex fabbrica di mio padre con una pistola presa dal cassetto, entrai nell'ufficio del titolare e gli sparai. Dopo 20 minuti mio padre mi raggiunse in fabbrica, dicendo di aver letto lettera, e vedendo ciò che avevo fatto mi strinse forte in un abbraccio per colmare il mio pianto.

Mio padre è un gran uomo. Si è preso le mie colpe facendosi arrestare. Ogni giorno lo vado a trovare al carcere compreso oggi, il giorno in cui gli consegneró questo tema fatto a scuola.

"Grazie papà per non avermi rovinato il futuro".


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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 06, 2015 ⏰

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