STORIE

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SESSANTACINQUESIMA STORIA-Era da poco inviata la scuola, potevo di nuovo vedere il ragazzo che mi piace, l'anno scorso tenevo tutto dentro di me ma quell'anno volevo dirgli le cose in faccia, non potevo reprimere I miei sentimenti. Aspettai le prime tre ore prima della pausa, nel mentre pensavo a cosa avrei potuto dirgli, appena suonata andai verso la sua classe, gli chiesi se poteva aspettare ad uscire che dovevo parlargli, e così glielo dissi, senza nascondermi, senza arrossire, senza dir nulla mi diede un bacio e se ne andò. Quel bacio mi aveva illusa, pensai fossimo una coppia, così appena finita la scuola andai da lui, tentai di afferrargli la mano ma lui si spostò e mi disse di non infastidirlo. Tremavo dalla vergogna e una lacrima mi rigò la guancia, mi ero illusa. Passai l'intero pomeriggio a contattarlo su Facebook, dopo un po' d'attesa mi rispose e mi disse di aspettarlo davanti a scuola, e così feci finché non capì che era uno scherzo attuato dai suoi amici per prendersi gioco di me. Quel giorno non andai a scuola, la passai al bar poco distante a piangere. Al suono della campana vedevo uscire gli studenti, e vidi lui, che mi veniva in contro, non sapevo che fare ero paralizzata. Appena fu da me mi chiese scusa per lo scherzo e mi disse che era disposto a stare con me, all'inizio ero tentata di dire si, ma ripensando a come si sia preso gioco di me raccolsi tutto il coraggio e, scappando via in lacrime, gli dissi no.

SESSANTASEIESIMA STORIA-Papà era appena stato licenziato, ricordo bene quel giorno. Era tornato a casa con una lettera in mano, non diceva nulla, teneva il volto fra le mani bagnate di lacrime. Mia madre fece di tutto per consolarlo, ma con I soldi che avevamo ora non potevamo permetterci granché. Dopo questa notizia le mie amiche si allontanarono sempre più da me, ricordo ancora che una di loro mi disse "Vattene barbona". Appena la voce si sparse divenni la figlia del disoccupato, quella senza soldi, quella che non può permettersi determinate cose perché non ne ha la possibilità, perfino il ragazzo che mi piaceva da ormai 3 anni si allontanò, non una sola parola, nulla, solo silenzio, ero sola. Più che triste ero sorpresa e allo stesso tempo arrabbiata di come le persone con le quali ho passato molto tempo assieme se ne siano andate in un solo istante. Da qualche giorno l'ufficio collocamento ha trovato lavoro a mio padre, solo che dobbiamo trasferirci, ma ormai non ho più nessuno a cui dire addio, spero di trovare nuovi amici, veri amici, quelli che non ti abbandonano, ma rimangono con te per sempre.  

SESSANTASETTESIMA STORIA-Adoravo stare con lei, mi capiva, quasi mi somigliava nei comportamenti. Era la ragazza perfetta, mi piaceva parlare con lei, ma la fortuna non era dalla mia, infatti poche settimane dopo il nostro incontro mi arriva un suo messaggio: "Ciao, scusa se non ti ho risposto per un po', volevo dirti che forse è meglio se smettiamo di vederci, non credo tu sia quello che fa per me, in fondo è pieno di ragazze tante quanto le stelle, ne troverai un'altra". Non la gelosia, non la rabbia, solo un profondo senso di vuoto, la persona che ti ha fatto star bene, che ti sembrava perfetta ti scarica tramite un messaggio, pensavo avrebbe voluto parlarne di persona. La sera successiva la vidi in macchina insieme ad un altro, inizialmente la cosa mi fece male, ma poi capì che non era così perfetta come pensavo. I giorni passavano e insieme anche l'estate, verso la fine del mese conobbi un'altra ragazza, inizialmente ero freddo nei suoi confronti siccome non volevo star male per un'altra ragazza, ma con il tempo imparai a conoscerla e me ne innamorai. Passeggiavamo in città nel pomeriggio, mano nella mano, e la sera uscivamo a parlare sdraiati in un prato a guardare le stelle. Pensavo che la mia ex fosse sparita, invece dopo più di un mese dal suo messaggio mi chima, mi racconta di come è stata male in queste ultime settimane e del fatto che le mancavo e voleva tornare con me e ricominciare da capo, appena finì di parlare le risposi con assoluta tranquillità: " in fondo è pieno di ragazzi tanti quanto le stelle, ne troverai un altro".  

SESSANTOTTESIMA STORIA-Lui era il mio migliore amico, ci conoscevamo da molti anni, 12 per l'appunto, con lui mi sentivo a mio agio era quasi un fratello per me, gli raccontavo i miei segreti e a volte confidavo a lui cose che non avrei mai detto ai miei genitori. Ci incontravamo ogni mattina e passavmo insieme tutta la giornata tra risate e segreti, finché un giorno non arrivò a scuola una nuova ragazza, si era appena trasferita da Milano, era bellissima, un altro segreto da raccontare, ero innamorato. Nel pomeriggio di quel giorno mi confidai con il mio amico, gli dissi che ero innamorato, e gli chiesi se potesse darmi una mano per conquistare quella ragazza, così andò da lei e le parlò. Credevo le avesse parlato di me, invece si era presentato e si era fatto dare il numero, numero che non voleva passarmi. Avevamo litigato, era la prima volta da adolescenti, siccome le altre volte che lo avevamo fatto eravamo bambini, non rispondeva ai miei messaggi, alle mie chiamate, alla mia voce, ero diventato un fantasma, un ricordo destinato a scomparire per una nuova arrivata. Ora lui e lei stanno assieme, e lui non mi rivolge ancora la parola, però non sono solo, sto confidando a te questo segreto, a te che sei il mio nuovo migliore amico.

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