STORIE

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SESSANTUNESIMA STORIA-"Non credo sia il momento, non voglio farti star male, ma forse è meglio se non ci vediamo più, ho bisogno di più spazio per me". Queste furono le ultime parole dette dalla mia ex, in una grigia giornata di luglio, dopo queste parole alle quali non diedi una risposta ci fu un interminabile silenzio, lei teneva gli occhi rivolti da un'altra parte, forse a mascherare qualcosa o forse solo un po' di timidezza, io non parlavo, pensavo a cosa rispondere ma non dissi nulla. Iniziò a piovere, le gocce mascheravano le lacrime che copiose rigavano il mio viso, senza dire una parola mi allontanai da quel posto senza voltarmi, volevo cancellare ogni cosa di lei. Andai a casa e pensai: "Molte persone cambiano da un giorno all'altro, un giorno ti amano (anche se queste parole non hanno più importanza in questi giorni), e il giorno dopo non hanno più bisogno di te, ed è in questi momenti che ti senti usato, preso in giro, ti rendi conto di aver sprecato del tempo, tempo che avresti potuto usare per costruire una salda relazione ma che invece logora e distrugge". Di solito la sera mi incontravo con lei ma non quella, quella sera ero libero, e lei aveva tutti gli spazi che voleva. Da domani avrà ancora più spazio siccome fra poco si libera un altro posto.

SESSANTADUESIMA STORIA-Ho paura, ho paura che mi trovino. Ogni sera la stessa cosa, mi tocca scappare, nascondermi. E pensare che una sera mi ero nascosto perfino nelle fogne ma sono venuti a cercarmi pure la. Tutto comincia prima di andare a letto, sento sempre quella flebile vocina di bambino, dopo aver detto quelle parole comincia la caccia, dove la preda sono io, si accendono tutte le luci della stanza e quegli esseri cominciano a guardare da tutte le parti, ad aprire ogni singola porta della stanza, a guardare in ogni angolo buio. Io corro, scappo, cerco di non farmi trovare, in fondo nemmeno loro sanno che esisto, solo quella vocina sa della mia esistenza, impartisce loro un ordine e comincia di nuovo la caccia. Mi fanno paura quegli esseri con solo due gambe e due braccia, due singoli occhi e una piccola bocca, ma sopratutto mi fa paura quella vocina che sento prima che la caccia inizi: "Papà mamma! Controllate che non ci siano mostri nella casa?".

SESSANTATREESIMA STORIA-Era appena finita la scuola, durante l'ultima settimana avevo conosciuto un ragazzo meraviglioso, con il quale uscì ogni sera, siccome durante il giorno doveva lavorare. Passavo delle serate piacevoli e tranquille con lui, andavamo sotto degli appartamenti a sederci e parlare, parlare dei nostri ex, delle nostre famiglie, dei progetti da realizzare durante l'estate. Finito di parlare mi accompagnava a casa prima di tornarsene in moto, mi baciava davanti alla porta, e lo guardavo allontanarsi lentamente mentre mi diceva "Buonanotte Stella", così mi chiamava, stella. Ora che ripenso a tutto il tempo passato assieme sembra quasi un sogno, siamo stati insieme solo poche settimane, ma è riuscito a renderle stupende. Una sera si era inventato una scusa per non uscire, sul tardi un suo messaggio: "Hei scusa se non sono venuto stasera ma non me la sentivo, sento che c'è qualcosa tra di noi ma non credo sia amore. Forse è meglio rimanere amici per ora, grazie di tutto." Lo smarrimento, il senso di nausea, di vomito, il senso di essere rifiutati dalla persona che ami, questo ho provato, e provo ancora quando ci penso, al fatto che ha reso inutile quei momenti passati assieme. Non lo sentì per un mese intero, nessun messaggio, nessuna notizia, quella sera stavo guardando le vecchie foto, foto insieme ad una persona che non fa più parte della tua vita, stavo ancora per piangere finché fuori casa mia non sentì un forte odore di vernice, aprì la finestra e trovai un telo con una scritta: "Buonanotte Stella". Mi è appena arrivato un suo messaggio, ho paura ad aprirlo, ho paura di star male ancora per lui.  

SESSANTAQUATTRESIMA STORIA-Dopo la sua partenza la mia vita era quasi monotona, uscivo di meno, non mangiavo e passavo gran parte della giornata a piangere e a pensarla. Stavamo insieme da 9 mesi, ci vedevamo di rado ma quando eravamo assieme stavo benissimo, sentivo che era quella giusta, poi un giorno sparì, mi lascio un solo, inutile e misero messaggio sul telefono: "Mi dispiace non avertelo detto prima, mentre stai leggendo questo messaggio sarò in viaggio verso la Germania, mi trasferisco da mia madre. Anche se non ci siamo visti molto posso dirti che sono stata bene con te. Grazie." Inutile dire che dopo quel messaggio mi cadde il mondo addosso, il mio viso era segnato da lacrime che tagliavano come schegge di vetro la mia pelle, il mio cuore veniva più volte scosso da un senso di vuoto e mancanza, il solo pensiero di lei, il solo ricordo dei bei momenti passati assieme mi faceva soffrire. Da quel giorno non la sentì più, né un messaggio, né una chiamata, eravamo come sconosciuti, ognuno per la sua strada.  Ora sono sposato, ho una bellissima moglie e due bellissime bambine, le loro foto riempiono la parete, e tra di esse ce n'è una in particolare, una foto di una ragazza, una ragazza che 20 anni fa partì per la Germania. Sento ancora un forte sentimento nel profondo.  

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