STORIE

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CINQUANTATREESIMA STORIA-"Non ci voglio credere, anzi, mi rifiuto di crederci". Tutto è iniziato 4 mesi fa, ero nella home di Ask e come di consueto nella noia scorrevo tutte le risposte finché non mi capitò quella di una ragazza, veniva presa in giro da i cosiddetti "Cyber bulli", così, per aiutarla le scrissi in domanda delle cose dolci, anche per mettere a tacere quegli idioti che la insultavano. Da quel momento ci siamo sentiti spesso, inizialmente tramite Ask, poi su Facebook per passare infine a Whatsapp. Scoprì il suo lato tenero, oltre alla sua bellezza, unica pecca, la distanza, io abitavo in Lombardia e lei nelle Marche, vedersi era praticamente raro ma bastava sentirla per averla accanto. Passarono i mesi, e i nostri messaggi diventavano sempre più frequenti, sempre più dolci e sempre più intimi, finché un giorno di inizio dicembre abbiamo parlato della distanza, io volevo andarla a trovare ma lei diceva che non ne valeva la pena, ogni volta che lo diceva mi faceva star male, perché non vuole che vada a trovarla? Iniziarono le vacanze di Natale, ormai erano sei mesi che la conoscevo e decisi che era il momento di andarla a trovare, così senza dirle nulla partì per le Marche, destinazione Senigallia. Fingevo di trovarmi ancora a casa ma man mano le chiedevo informazioni riguardo a dove potevo vederla, mi disse che quel pomeriggio sarebbe andata sul lungomare a camminare con le amiche, e io le dissi che sarei rimasto a casa mentre in quell'istante mi trovavo alla stazione, ero arrivato. A Senigallia l'inverno non si faceva sentire molto, ma nell'aria si respirava un clima natalizio, appena arrivato mi diressi verso il lungomare chiedendo informazioni, e aspettai. Le scrissi chiedendole dove si trovava, mi disse che era quasi alla rotonda, credo intendesse l'edificio bianco che da sul mare alle mie spalle, mi nascosi. Passarono davanti a me due ragazze, si sedettero sul muretto a parlare, senza farmi vedere la chiamai, a una delle due ragazze suonò il telefono, ma non assomigliava per niente alla ragazza che avevo conosciuto, ero stato preso in giro.  Con aria di sconforto andai da lei e confessai, le mie ultime parole prima di tornare a casa furono: "Non ci voglio credere, anzi, mi rifiuto di crederci".  

CINQUANTAQUATTRESIMA STORIA-Era Gennaio, fuori nevicava e la mia attenzione era rivolta al candido manto di neve che giaceva nel cortile della scuola, la lezione era particolarmente noiosa così non feci altro che guardare fuori dalla finestra. La mia attenzione venne catturata da una ragazza, non l'avevo mai vista prima, stava entrando nella scuola accompagnata dalla madre. Dopo dieci minuti la porta si spalanca ed eccola, avvolta nel suo giaccone la misteriosa ragazza. Era molto riservata, parlava poco ma era molto sveglia a scuola, stava principalmente con le ragazze, infatti non parlai quasi mai con lei, almeno, non parlai con lei fino a maggio. Era una giornata calda, e con la scuola andammo in un viaggio di istruzione in Inghilterra. Fu la che la conobbi meglio, iniziammo a parlare del più e del meno e notai che avevamo degli stessi gusti, passioni o hobby, stare con lei era meraviglioso. Dopo la gita siamo usciti spesso, siamo stati molto assieme, le giornate volavano con lei. Era strano, passare da quello stato di inesistenza ad uno così intimo ma la cosa mi piaceva. Dopo qualche settimana le confessai di avere una cotta per lei, la sua risposta mi spezzò il cuore, disse che forse era meglio rimanere amici, da quel giorno smisi di parlarle, di cercarla e bloccai qualsiasi contatto con lei, mi sentivo solo, rifiutato e fu proprio in quel momento che conobbi un'altra ragazza. Lei ricambiava i miei sentimenti e fu così che iniziai una nuova relazione, ero al settimo cielo. Questa allegria fu troncata da un messaggio, "Mi dispiace di averti fatto star male, ho riflettuto molto e ho capito che io e te possiamo essere più che amici". Non me lo aspettavo, ma come se nulla fosse accaduto eliminai il messaggio e proseguì, lasciando alle spalle un vecchio ricordo da dimenticare.

CINQUANTACINQUESIMA STORIA-Sapete perché questo paese è ridotto allo strazio? Perché è governato da gente ignorante.  Miss Italia cos'è? Una ragazza ignorante, e appunto, rappresenta il nostro paese. Avrebbe voluto vivere durante la seconda guerra mondiale, tanto erano gli uomini a combattere. È come dire che gli uomini sono liberi di fare sesso con chi gli pare tanto sono le donne a partorire. Il suo personaggio storico preferito è Michael Jordan, non so dove sta la parte storica ma almeno ha azzeccato il fatto che si trattava di una persona. Noi, stupidi, scegliamo gente ignorante perché questo paese deve rimanere nell'ignoranza, la classe dirigente ha paura di mettere in evidenza persone istruite per paura di un confronto e finché questo non accade rimarremo nel nostro stato.  

CINQUANTASEIESIMA STORIA-Dall'alto ogni cosa sembra più piccola. Vedo la spiaggia dove ogni estate andavo con i miei amici, la mia città, che vista ora sembra un formicaio, i piccoli ospiti sono frenetici, corrono, creano caos per le strade, insieme a loro le automobili che a ritmo sfrecciano lungo l'autostrada. Vedo il parco dove ogni pomeriggio mi trovavo con i miei amici, che visto ora sembra solo una macchia verde che ricorda le piccole aiuole della città. I pullman, con il loro color arancione sbiadito, sembrano dei piccoli vermi che sfrecciano per i tunnel della città. Ogni sua parte che man mano diventa sempre più piccola fa nascere in me dei bellissimi ricordi, che visti tutti insieme nel suo "piccolo", mi permettono di avere una visione completa, come una fotografia dove al suo interno ci sono i momenti più belli passati in quel luogo ormai irraggiungibile nonostante così vicino. Posso racchiudere quell'agglomerato di ricordi, amori, famiglia e amici in una sola mano, ora è talmente lontano che basta un dito, ora che è sparito del tutto basta solo il pensiero.  Dall'aereo che mi avrebbe portato in America alla ricerca di lavoro, ho vissuto tutte le esperienze con un solo sguardo, tutti i momenti speciali sono passati di fronte ad un finestrino, ora sotto di me il nulla, il vuoto, vuoto proprio come mi sento io in questo momento per aver abbandonato casa.  

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